martedì 30 giugno 2009

Italia dall'Estero - Le pericolose amicizie di Papi

Pubblico un articolo di El País del 28 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Le pericolose amicizie di Papi

Reportage: Gli scandali di Berlusconi

L’anfitrione del vertice del G8 in Italia prova a sdrammatizzare le accuse che avrebbero costretto alle dimissioni molti uomini politici

Una studentessa di Napoli che ha corteggiato quando era ancora minorenne (Noemi Letizia); un imprenditore arrivista di Bari che fornisce ragazze e cocaina alle feste dei vip (Giampaolo Tarantini); una prostituta quarantenne che lavora sempre armata di registratore (Patrizia D’Addario); una velina di 23 anni che dice di lavorare come ragazza immagine (Barbara Montereale), entrambe trasformate in candidate per la lista elettorale La Puglia prima di tutto, dopo aver passato un paio di notti a casa sua; un ragazzo tuttofare chiamato Alessandro Mannarini che registra le feste con il telefonino, e un avvocato personale (Niccolò Ghedini) che tenta di discolpare il suo potente cliente dicendo che era solo l’”utilizzatore finale” (delle prostitute). Questo è, a grandi linee, l’elenco delle amicizie pericolose con cui il primo ministro italiano ha passato i suoi momenti liberi negli ultimi mesi.

Tra soli 12 giorni, il magnate e geniale trasformista milanese dimenticherà questo elenco sudista per ricevere 27 leader e capi di Governo al vertice del G8 che deve stabilire le nuove basi che regoleranno un’economia globale immersa nella recessione più profonda dal 1929.

Così va Berluscolandia. Il PIL cadrà quest’anno del 5,5%, il deficit pubblico galoppa verso il 5% e il debito pubblico va senza freno, il reddito pro capite è al di sotto di quello spagnolo, ma quasi nessuno parla di questo. E, se ne parla, Berlusconi dice che deve “chiudere la bocca”

“Bisogna consumare e chiudere la bocca ai catastrofisti, gli organismi internazionali devono smettere di pubblicare dati negativi che producono panico. La crisi è solo psicologica”, ha affermato venerdì il primo ministro.

Senza dubbio ha ragione. Parlare di queste cose non fa che danni. La gente vuole vivere tranquilla, vedere la televisione, evadere dalla realtà, parlare delle veline, di tutto questo esercito di ragazze disposte a farsi accarezzare da un sultano di 73 anni in cambio di un provino a Mediaset o alla RAI.

Emilio Fede, amico del cuore, compagno dei festini sardi e milanesi del primo ministro e presentatore del telegiornale di Rete 4, di sua proprietà, ha dichiarato questa settimana al Corriere della Sera che per gli uffici del personale di Mediaset sono passate in questi anni 47.000 persone (veline e velini) per fare provini.

Si è scritto che l’Italia era già così 50 anni fa, quando Anna Magnani in Bellissima *Bellissima (Luchino Visconti, 1951) si sottometteva ad ogni tipo di umiliazione per trovare una parte per sua figlia nel cinema. Si è ricordato che, dall’antica Roma e anche prima, il potere si è sempre servito di nani, ragazzine e cantanti per dimenticare le tensioni del governo. Anche il critico d’arte e filosofo Vittorio Sgarbi, ha scritto in questi giorni: “Berlusconi si scopa tutte queste ragazze in nome di tutti gli italiani, e questi lo devono ringraziare perché per governare bene bisogna scopare bene”.

Quello che sembra certo è che in un paese più o meno normale questa storia di sesso, potere, maschilismo, dominazione, narcisismo compulsivo ed eterna giovinezza sarebbe terminata già da diverse settimane con una mozione di censura, le dimissioni, o magari un esilio discreto con un aereo privato. Niente di ciò è accaduto; al contrario, molti italiani sembrano tollerare le avventure dell’imperatore con una compostezza e una disinvoltura ammirevoli.

Lo stesso Papi lo ha segnalato in questi giorni, non si sa se in pieno delirio megalomane o rispondendo al prudente cardinale che reclamava coerenza: “Non penso di cambiare e non mi pento di nulla. Sono un vincente, un conquistatore. Forse alcuni ospiti erano sbagliati ed hanno sbagliato con altri ospiti. Ma io sono così e gli italiani mi vogliono così. Ho il 61% dei consensi. Sentono che sono buono, sincero, generoso, leale, e che mantengo le promesse”.

Un uomo d’onore, quindi. Forse si riferiva a questo. O forse quando uno non può o non deve dire la verità, scherzare è la sola via d’uscita possibile. “Non c’è un modo più positivo di reagire alle calunnie”, spiega il sultano. Così che vede quando incontra degli operai in un cantiere all’Aquila, la sede del prossimo G8, si avvicina e dice: “Vedo che siete molti uomini qui, vi porto io le veline e le minorenni”.

Ci sono molti modi di affrontare questo argomento che appassiona i giornali, anche se le televisioni sottomesse al primo ministro (sei su sette) tentano di nasconderlo a tutti i costi. Il fatto è che l’autocritica e la sconfitta non sono di Berlusconi. E arrendersi e dimettersi sono verbi che in Italia si coniugano poco.

Nel suo caso, inoltre, rinunciare alla carica equivale a perdere il suo tesoro più prezioso: l’immunità che gli dà il Lodo Alfano, la legge che impedisce di processare le quattro più alte cariche dello Stato. E poi si sa come sono i giudici. Il 19 di giugno, mentre tutti parlavano delle amichette di Berlusconi, il suo amico del cuore, Marcello dell’Utri, era alla terza udienza del processo d’appello nel quale si difende dall’accusa di aver fondato Forza Italia in coordinamento con la mafia siciliana.

Dell’Utri è stato condannato a nove anni di carcere nel 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza affermava: “È provato che Dell’Utri promise alla mafia vantaggi precisi in campo politico e, in cambio, è provato che la mafia, in esecuzione di questa promessa, si impegnò a votare per Forza Italia nella prima consultazione elettorale e dopo”.

Forse per questo, sdrammatizzare è l’obiettivo del momento a Berluscolandia. E un buon affare di gonnelle - se si dimentica il piccolo dettaglio delle minorenni - ha perciò migliore vendibilità di un affare di mafia. “Sì, va bene, andrà con tutto quello che si muove, però è la sua vita privata, che vi importa di questo, vi siete trasformati in una rivista di pettegolezzi”, diceva l’altra notte in una festa romana un veterano ex pilota dell’Alitalia.

Quello che non si vede non esiste. Il male è che molti italiani hanno già visto qualcosa, senza dubbio meno degli spagnoli o dei britannici e sicuramente molto meno forti di quel che possono arrivare a vedere. Ma se tutto è psicologico, come lo è la sua fissazione per le donne giovani, sempre più numerose e sempre più giovani, la domanda è: perché gli italiani non reagiscono?

Un possibile motivo è che continua a non esserci opposizione. Il congresso del PD si terrà l’11 ottobre, e per il momento i riformisti sono in costruzione senza capo e senza seguito: brutto momento per andare ad elezioni anticipate.

Un altro motivo è che essendo il Popolo della Libertà, come dice Giovanni Sartori, un “grande presepe in cui tutti mangiano grazie al padrone”, il dissenso interno è incipiente, ma ancora minimo. Se abbiamo il carismatico e canterino condottiero e non c’è un’alternativa di potere, magari è meglio far finta che non succede niente e sopportare l’intoppo. L’agonia potrebbe essere lunga.

Non sarà facile anche se la società italiana sembra davvero addormentata, estranea allo stupore che agita le cancellerie. Il rumoroso silenzio degli intellettuali in un paese che è stato l’avanguardia culturale dell’occidente si spiega, secondo il sacerdote Filippo di Giacomo, perché “quelli che sono pagati da Mondadori o da Mediaset (aziende di Berlusconi) sono intossicati di denaro, di vanità e di scetticismo”. L’assenza di una risposta della gerarchia ecclesiastica all’emergenza morale scandalizza più gli stessi cattolici e gli stranieri che molti italiani, elastici come i loro vescovi.

E poi c’è l’incomprensibile paralisi delle donne, che l’attrice e attivista italiana di origine somala Shokri Said immagina “gettare le armi nella vicenda di papi e invidiare le veline sotto le lampade abbronzanti”.

In Saló o le 120 giornate di Sodoma, l’ultimo film di Pasolini, la Said ricorda, “lui ha raccontato con estrema crudezza come il potere si distanza dall’umanità trasformandola in oggetto e come il sesso ha un ruolo metaforico terribile in questa trasformazione. Pasolini ha denunciato la mercificazione dei corpi come metafora dell’essenza ultima del potere nella società del consumismo capitalista (l’utilizzatore finale, il consumatore finale). Violenza, umiliazione, totale convinzione di impunità. Ora sta accadendo nella realtà”.

Ciononostante non tutte tacciono. Questa settimana, un piccolo gruppo di docenti universitarie ha lanciato attraverso la rivista MicroMega un manifesto che invita le first lady del G8 a non accompagnare i loro mariti in Italia in segno di protesta per il trattamento indegno che Berlusconi riserva alle donne “nella sfera privata e pubblica”. Al momento l’iniziativa ha avuto la sua eco e ieri aveva raccolto 8.500 firme, tra cui quelle di prestigiose scienziate e intellettuali. La first lady mondiale, Michelle Obama, ha gettato un secchio di acqua fredda all’iniziativa annunciando che verrà, e in più con le sue due figlie: la famiglia Obama ha un’udienza privata con il Papa in Vaticano il 10 luglio, al termine del G8.

La morbida risposta delle già combattive e oggi letargiche donne italiane, riflette la demoralizzazione e il decadimento generali. Convertite in oggetto di iniquità dall’utilizzatore finale, molte donne tacciono e accettano. “Se le mamme non solo non reagiscono ma collaborano con questo stato di cose, chi salverà l’Italia?”,si domanda la Said.

La storia è cominciata con il seminario politico per le veline, organizzato da Berlusconi nella sede del PDL prima delle elezioni europee. È continuata con il Noemigate, che ha rivelato che Berlusconi ha corteggiato e invitato a un paio di feste e a passare il capodanno nella sua casa sarda una ragazza di 17 anni (con un’amica, Roberta O., della stessa età, della quale nessuno sa niente da allora).

Passando per i voli di Stato in cui viaggiavano cantanti, ballerine di flamenco e prostitute, sono arrivate le visite della prostituta Patrizia D’Addario e della ragazza immagine Barbara Montereale nell’harem di Palazzo Grazioli.

Due mesi dopo, anche se pochi italiani lo dicono in pubblico, è indiscutibile che il Papigate sta avendo il suo costo. Da allora, Berlusconi ha mentito numerose volte. E qualcosa è cominciato a cambiare. L’altro giorno, un collegamento in diretta di un telegiornale della RAI è stato disturbato da un gruppo di studenti che gridava: “Berlusconi pedofilo”. Appartenevano a Comunione e Liberazione.

Berlusconi ha provato ad invocare cifre e sondaggi per certificare il sostegno degli italiani. Però risultano completamente irreali. Certamente ha vinto le elezioni europee con il 35% dei voti ed ha sottratto alla sinistra molto terreno nelle amministrative. Ma la realtà è molto lontana dal 72% di popolarità che si attribuisce - senza indicare il sondaggio - qualche settimana fa. E venerdì, lui stesso ha abbassato questo sostegno al 61%, ugualmente senza fonti: 11 punti in meno in due settimane. E c’è di più: le europee mostrano che su 100 elettori un terzo non ha votato. Di questo 66% di elettori, Berlusconi ha ottenuto il 35 % dei voti. Se a questo togliamo almeno un 5% degli elettori della vecchia AN che votano PDL controvoglia, il risultato è che su 100 italiani maggiorenni, Berlusconi raccoglie solo un 20% di consensi. Uno su cinque. Sarà l’indizio del fatto che la fine si avvicina?

(Articolo originale di Miguel Mora)

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