lunedì 1 giugno 2009

Italia dall'Estero - Berlusconi costretto ad una campagna elettorale all’insegna della discrezione

Pubblico un articolo di Le Monde del 26 maggio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi costretto ad una campagna elettorale all’insegna della discrezione

Dall’inizio delle sue disavventure coniugali, Silvio Berlusconi si tiene in disparte dalla campagna per le elezioni europee e locali del 7 giugno. Sulla sua agenda per ora c’è solo un incontro: il 4 giugno a Milano.
Capolista nelle cinque circoscrizioni elettorali italiane, il capo del governo non aveva abituato i suoi compatrioti a tanta discrezione. Da un anno, è entrato due volte in campagna elettorale, in Abruzzo e in Sardegna, per sostenere i candidati del suo partito. Quando si faceva notare ai suoi consiglieri che questo coinvolgimento poteva essere pericoloso, la risposta echeggiava, sempre la stessa: “Non può fare altrimenti. La lotta è nella sua natura”.
Il presidente del Consiglio ha condito lo scrutinio del 7 giugno con abbastanza sfide da giustificare un suo ulteriore coinvolgimento: superare il 50% di voti a favore del suo partito, il Popolo della libertà (PDL), e raccogliere almeno 4 milioni di preferenze, trasformando il voto in plebiscito personale – in Italia, il voto preferenziale permette all’elettore di favorire i candidati di sua scelta nelle liste che gli sono presentate.

“Incrinatura”

Ma questo succedeva prima.. Prima della vicenda Noemi Letizia, la giovane diciottenne alla cui festa di compleanno (Berlusconi, N.d.T.) ha partecipato, provocando la domanda di divorzio da parte della moglie. Tutto questo avveniva prima che il quotidiano di centro sinistra La Repubblica decidesse di pubblicare “dieci domande” alle quali Berlusconi rifiuta di rispondere.
Queste domande, che sono state ormai tradotte in inglese sul sito del giornale, sono il risultato delle dichiarazioni contraddittorie dei vari protagonisti della vicenda. Esempi: “Come ha conosciuto il padre di Noemi?”; “Come ha conosciuto la ragazza e quante volte l’ha vista?”; “È vero che le ha promesso di favorire la sua carriera?”; “Quali sono le sue condizioni di salute”?”
Dal 16 maggio, il giornale ripubblica quotidianamente le domande. I suoi giornalisti le pongono in conferenza stampa, attirandosi le ire di Berlusconi, che sogna di far tacere il quotidiano, ma nell’indifferenza degli altri grandi titoli della Penisola. “Non capiscono che attaccando la Repubblica, è tutta la stampa ad essere messa in causa”, spiega Ezio Mauro, il direttore del quotidiano fondato nel 1976.
Per il presidente del Consiglio e i suoi consiglieri, La Repubblica sarebbe entrata “in campagna contro Berlusconi”. “Falso”, controbatte Mauro. Le spiegazioni date da Berlusconi sono contraddittorie. Questo lascia spazio all’investigazione. Questo sorprende solo in Italia, ma sembra essere normale all’estero. La stampa è libera e noi non facciamo altro se non il nostro dovere in un paese dove “l’agora moderna” (le televisioni) è controllata dal potere”.
A differenza del Daily Telegraph, che fa vacillare Gordon Brown in Gran Bretagna, le inchieste de La Repubblica stentano a far tremare il potere. Ezio Mauro riconosce tuttavia che “ormai, una crepa si è aperta nel rapporto tra Berlusconi e gli Italiani”. “La stampa mi diffama, mi spiegherò, ha dichiarato il capo del governo sulla rete televisiva americana CNN, e ancora una volta avrò con me tutti gli italiani”.
“L’incrinatura” sarà sufficiente per spingere il capo del governo, grande amante dei bagni di folla, a tenersi a distanza dal campo e favorire piuttosto gli interventi televisivi? Persone a lui vicine assicurano che questa strategia è stata messa a punto ben prima dell’apparizione di Noemi Letizia. “Il 50% della sua agenda è dedicata alla preparazione del G8 di giugno. Ma tornerà sul campo”, assicurano, senza anticipare date.

(Articolo originale di Philippe Ridet)

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