sabato 18 dicembre 2010

Italia dall'Estero - Tre transfughi ‘contrattati’ salvano il Governo Berlusconi

Pubblico un articolo di El País del 13 dicembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Tre transfughi ‘contrattati’ salvano il Governo Berlusconi

Il Governo di Silvio Berlusconi ha superato oggi alla Camera dei Deputati la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione e dai gruppi di centrodestra Futuro e Libertà (FLI) e Unione di Centro (UDC). Una votazione ampia, equilibratissima e imbarazzante passata tra baruffe, spintoni e corruzione di parlamentari è finita facendo pendere la bilancia a favore del primo ministro con 314 voti contrari, 311 favorevoli e due astensioni.

I voti di tre transfughi contrattati per l’occasione dal Popolo della Libertà, uno del Partito Democratico e due dell’Italia dei Valori, più il tradimento all’arma bianca di due deputati di Fini che all’ultimo momento hanno abbandonato il loro leader, sono risultati decisivi.

La vittoria di Pirro e macchiata di scandalo offre a Berlusconi il sapore della vendetta contro il suo odiato alleato Gianfranco Fini, ma in realtà cambia di poco la critica situazione di malgoverno vissuta dal paese. Da un lato lo show farà crescere ancora il discredito della politica italiana; dall’altro accentua la divisione nel centrodestra, che non ha più la maggioranza assoluta della Camera, visto che bisogna avere almeno 316 deputati per governare con stabilità.

Nonostante il superamento della mozione di sfiducia, la Lega Nord ha avvertito Berlusconi che il Governo non potrà continuare se non “si amplia la maggioranza”. Per farlo, il primo ministro ripeterà probabilmente la sua offerta di entrare nell’esecutivo ai democristiani di Pierferdinando Casini.

La votazione si è sviluppata in un clima di enorme tensione; ci sono state grida, insulti e un paio di tentativi d’aggressione fra membri del Popolo della Libertà e i loro arcirivali di FLI. Secondo quanto denunciato dall’opposizione, durante il voto, nominale e in due turni, il PDL ha continuato a negoziare alla luce del giorno con diversi deputati della minoranza affinché combiassero il loro voto.

La teatralità della politica italiana ha voluto che i transfughi decisivi non abbiano risposto alla prima chiamata al voto: così, nell’andare a farlo in solitaria all’inizio della seconda chiamata, han potuto passare tra i banchi del Governo ricevendo ovazioni e pacche sulle spalle. Le tre deputate incinte alla fine hanno votato, una di loro con ambulanza e sedia a rotelle, ma non hanno modificato il risultato.

Dopo la sconfitta del suo avversario Berlusconi ha ricevuto, senza un’ombra di pudore, nella sala del Governo a Montecitorio, i tre opportunisti che gli hanno permesso di superare la mozione: Bruno Cesario, Domenico Scilipoti e Massimo Calearo. I tre si erano denominati Gruppo di Responsabilità.

Gianfranco Fini ha presieduto la sessione con apparente calma, anche se ha dovuto sospenderla quando uno dei suoi deputati ha iniziato a prendersi a schiaffi con uno del PDL, e nell’intervallo è tornato a fumare, dopo aver smesso da un anno. Alla fine del tortuoso riconteggio dei voti, dagli scranni del PDL e della Lega Nord, gli hanno gridato con insistenza “dimissioni, dimissioni”, e anche “coglionazzo”. Fini ha replicato dicendo: “È stata una vittoria numerica, ma non politica”.

(Articolo originale di Miguel Mora)

lunedì 13 dicembre 2010

Italia dall'Estero - Berlusconi giura sui suoi “figli e nipoti” che non ha fatto affari con Putin

Pubblico un articolo di El País del 5 dicembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi giura sui suoi “figli e nipoti” che non ha fatto affari con Putin

Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi è tornato a smentire di aver approfittato dei rapporti internazionali dell’Italia, come sostenuto dai comunicati di Wikileaks che citano fonti del suo stesso partito, dell’opposizione e del governo della Georgia.

Per cercare di consolidare il peso delle sue parole, Berlusconi ha fatto ricorso a una formula già usata in passato, giurare sui suoi figli, ma con una variante: questa volta ha incluso anche i suoi nipoti. “Posso giurare sui miei figli e i miei nipoti che non ho mai guadagnato un dollaro e che ho sempre ha lavorato nell’interesse del mio Paese”, ha detto.

Parlando al telefono a un meeting del Popolo della Libertà Berlusconi, che il prossimo 14 dicembre affronterà una mozione di sfiducia in Parlamento, ha aperto per la prima volta al suo ritiro dalla politica: “Sono consapevole del fatto che ho una certa età (74 anni) e che prima o poi dovrò ritirarmi “, ha detto,”ma passerò il testimone soltanto quando avrò portato a compimento il programma di Governo e di certo mai ai dirigenti della vecchia politica, ma alle nuove generazioni di politici “.

Berlusconi ha attaccato Gianfranco Fini, suo alleato fino al luglio scorso, e il leader democristiano Pierferdinando Casini, suo alleato al Governo tra il 2001 e il 2006 e che adesso è uno dei firmatari della mozione di sfiducia contro di lui. “Casini ha il solo scopo di eliminare Silvio Berlusconi per prendere il suo posto”, ha detto. E su Fini, seppure senza nominarlo, ha affermato che “è di una totale incoerenza” e che “per ambizioni personali, vuole consegnare il governo del Paese alla sinistra”.

Secondo Il Cavaliere, i suoi attuali nemici del centro-destra sono “tipi di seconda fila” e “aspiranti leader politici di partito” che “non hanno mai fatto niente di importante per il Paese” e stanno “portando avanti un progetto per distruggere la credibilità dell’Italia”.

L’attacco a tutto campo arriva pochi giorni dopo che i dispacci di Wikileaks hanno rivelato che la diplomazia degli Stati Uniti sospetta che Berlusconi abbia tratto beneficio personale dai contratti energetici stipulati tra
Italia e Russia e, secondo il suo braccio destro Gianni Letta e il suo caro amico Giampiero Cantoni, il Primo Ministro sta “pagando il prezzo dei suoi scandali sessuali, famigliari e giudiziari”, è “politicamente e fisicamente debole”, dorme poco perché partecipa a “festini hard” e non si fida nemmeno dei propri servizi segreti.

Senza citare le fonti, oggi Berlusconi si è autodefinito “una star” della politica internazionale: “Pensate se uno di questi si sedesse a un tavolo di negoziati internazionali per difendere la posizione Italiana”, ha scherzato. E ricordando il recente vertice OCSE tenuto in Kazakistan ha aggiunto: “Ero io la star .Tutti venivano a farsi la foto con me. Per la mia esperienza e perché tutti mi conoscono come un tycoon (magnate) e non solo perché sono un politico”.

(Articolo originale di Miguel Mora)

giovedì 2 dicembre 2010

Italia dall'Estero - La stupidità della sinistra

Pubblico un articolo di Die Zeit del 21 novembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

La stupidità della sinistra

Silvio Berlusconi sarebbe da tempo una vicenda chiusa, se i suoi avversari non avessero commesso tanti madornali errori

Le spiegazioni più semplici sono quelle che affascinano di meno e per questo suscitano di solito anche meno attenzione. Così ancora molte persone tentano di spiegare, nonostante tutti gli scandali, il successo di Silvio Berlusconi e la stabilità del suo potere, con il suo carisma mediatico, la sua abilità di comunicare alla maggioranza anarchico-conservativa della profonda Italia e di difendere gli interessi di una certa imprenditoria.

Nessuno però riflette su una semplicissima risposta, anche se è praticamente facile da documentare: la forza di Berlusconi, tutta la sua forza, è dovuta soltanto alla debolezza della sinistra e agli errori dei suoi dirigenti. Banale? Pare che corrisponda alla verità.

Berlusconi ha vinto per tre volte le elezioni, ma è stato sconfitto due volte e sarebbe potuto uscire sconfitto anche dalle prime elezioni vinte in assoluto. Ci troviamo nel 1994, due anni prima lo scandalo Mani Pulite spazzò via l’intera classe dirigente (la democrazia Cristiana e i Socialisti). Si indagò per corruzione anche sull’allora ancora potente partito comunista. Tuttavia anche se gli inquirenti trovano/scoprono qualcosa ai margini del partito, la dirigenza del PCI ne esce con le mani pulite.

Il PCI è quindi l’unico partito che in un certo qual modo supera indenne il grande scandalo. Berlusconi fonda Forza Italia, per assicurarsi gli elettori, diventati “orfani” della DC e del partito socialista. Apre anche un dialogo con gli ex fascisti di Alleanza Nazionale.

Nella fase introduttiva delle elezioni del 1994 i partiti di sinistra sono in testa in tutti i sondaggi. Sarebbe bastato presentare un candidato laico alla presidenza del consiglio e che non provenisse da partiti che, a seguito degli scandali per corruzione, erano diventati estremamente impopolari. Ma il segretario del PDS (che è il partito che succede a quello comunista), Achille Occhetto, decide con slancio narcisistico (ed ignoranza) di candidarsi. Questi definisce il suo partito come una “allegra macchina da guerra”. Ma qualcun altro è contento: Berlusconi. Occhetto era stato in fondo l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano. Riscuote successo uno scontro elettorale tutto nel segno dell’anticomunismo, che in Italia di solito incontra il consenso della maggioranza, e dell’”imprenditore” Berlusconi, che scende in campo contro i politici di professione. Berlusconi diventa per la prima volta Premier.

Otto mesi più tardi il suo governo cade a causa della Lega Nord, alleata di coalizione. Dopo una breve fase di transizione, in cui il governo è guidato da una dirigenza formata da tecnici, si va di nuovo alle elezioni nel 1996. Questa volta, per vincere le elezioni, alla sinistra basta candidare un professore, un progressista, cattolico ed esperto in economia, Romano Prodi. E’ la prima pratica dimostrazione, che qualsiasi analista lungimirante avrebbe potuto prevedere: l’ ”antipolitica” sarà a lungo il punto fermo, da cui si partirà per vincere le elezioni. Fermo restando che non si tratta di una antipolitica nel vero senso della parola, ma al contrario un rifiuto sempre più radicale (e assolutamente giustificato) di una degenerazione della democrazia, che si esprime nel predominio di apparati di partito corrotti. Nel 2007 è stato pubblicato un bestseller che viene al punto di questa circostanza. Il titolo del libro scritto da due giornalisti, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, delinea esattamente il problema: La Casta. Chi riesce a restare estraneo a questa casta, vince.

Dopo la vittoria di Prodi nel 1996 tutti i giornali credono che Berlusconi sia finito. Si fa già il nome del suo successore. E’ un imprenditore, pressato dai debiti e sull’orlo della bancarotta. La bancarotta del suo impero mediatico sembra solo questione di giorni. Allo stesso tempo la procura della repubblica indaga contro di lui e in parecchi processi. Ogni giorno ci si aspetta un mandato di arresto per Berlusconi.

In questa situazione sarebbe bastato che il governo di centro sinistra non avesse fatto semplicemente nulla, per chiudere definitivamente il capitolo Berlusconi. Ma il governo fa qualcosa, ne fa persino un bel po’. Il nuovo segretario dell’ex partito comunista, Massimo D’Alema, offre allo sbalordito Berlusconi una coalizione per un “rifacimento” della Costituzione. Vuole riscrivere la Costituzione con Berlusconi, per crearne una delle migliori del mondo.

Il già sconfitto Berlusconi, diventa una specie di “Padre della patria”, inserito nel partito di maggioranza, l’ex PC. Gli sviluppi non si fanno attendere: Berlusconi diventa di nuovo l’incontestabile guida del centrodestra; le banche gli concedono nuovamente credito; una politica appoggiata da tutti i maggiori partiti riduce l’autonomia della procura della Repubblica e salva Berlusconi dalla galera.

Succede quello che deve succedere: Berlusconi vince le elezioni del 2001. Prodi diventa presidente della commissione europea. D’Alema diventa capo dell’ opposizione. Ma non si oppone affatto. Nel 2002 dalla società laica (nel senso non politica) nasce spontaneamente un movimento di opposizione, i cosiddetti „Girotondini“, sostenuti da famosi artisti ed intellettuali. Questo movimento si rivolge contro Berlusconi, ma anche contro un’”opposizione” che non c’è.

Ciò nonostante, la performance di Berlusconi come capo del governo è cosi deludente, che due mesi prima delle previste elezioni del 2006, nei sondaggi si piazza decisamente alle spalle di Romano Prodi, che si candida di nuovo. Prodi ha un vantaggio apparentemente irraggiungibile. E ancora, non si dovrebbe far nulla, solo attendere le elezioni. Ma i leader dei partiti di sinistra commettono solo errori prevedibili. Offrono a Berlusconi un dialogo, e contrastano il movimento laico, che definiscono “giacobino”.

Con le elezioni si giunge – in base ai voti – ad un patto di massima. Con il sistema elettorale italiano la coalizione di centro sinistra ottiene un palese vantaggio di 50 seggi alla Camera. Avrebbe ottenuto la maggioranza anche al Senato, se avesse accettato l’appoggio che gli era stato offerto dalle “liste civiche”. Ma rifiuta. La dirigenza dei partiti di centro sinistra considera pericolosa la collaborazione con i candidati indipendenti. Nel frattempo giunge ad una coalizione con gli ex compagni di viaggio di Berlusconi. Uno di questi viene persino nominato ministro della giustizia – Clemente Mastella – un ex dirigente della democrazia cristiana. E’ Mastella che più tardi farà cadere il governo Prodi. Si arriva a nuove elezioni. Berlusconi vince.

Oggi siamo arrivati allo stesso punto: gli innumerevoli scandali hanno fatto sì che il governo Berlusconi precipitasse nei sondaggi. Ma il partito democratico non ne trae alcun vantaggio. Se solo facesse una vera opposizione, se solo facessero della moralità il loro vessillo e considerassero la “Casta” come loro nemico – vincerebbero alla grande. L’ignoranza dei loro dirigenti è intollerabile. O forse anche loro sono membri della “casta”.

(Articolo originale di Ulrich Ladurner)

Italia dall'Estero - Berlusconi in caduta libera. La procura dei minori smentisce il ministro e la brasiliana Conceição Santos Oliveira sarà interrogata

Pubblico un articolo di Terra Brasil del 10 novembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi in caduta libera. La procura dei minori smentisce il ministro e la brasiliana Conceição Santos Oliveira sarà interrogata

1. Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi è in caduta libera. E già si parla apertamente di un nuovo governo.
Nel fine settimana, a Perugia, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiesto le dimissioni di Berlusconi.

Fini, un ex fascista che oggi indossa ideologicamente i panni di una destra progressista, democratica e rispettosa dei diritti umani, ha lanciato le linee guida del suo nuovo partito, Futuro e Libertà. L´attuale presidente della Camera aveva fondato il partito neofascista Alleanza Nazionale, e lo aveva sciolto unendosi alla coalizione in appoggio a Berlusconi, leader del PDL.

Il nome di Fini era stampato sulle schede elettorali in occasione delle ultime elezioni. E campeggiava subito sotto il nome di Berlusconi. Questo fatto viene usato dai parlamentari vicini a Fini per sostenere la tesi che Berlusconi non vinse le elezioni da solo.

Nei tre ultimi mesi, Berlusconi ha tentato con astuzia di distruggere Fini. È stato coinvolto in uno scandalo dal quotidiano controllato dal fratello di Berlusconi. Sarebbe coinvolto in un grosso imbroglio nella compravendita di un appartamento a Monte Carlo di cui avrebbe beneficiato il cognato a scapito di Alleanza Nazionale, ex proprietario dell´immobile. Tra l´altro l´immobile era stato donato alla sua morte da una militante della destra nazionalista e fascista.

Ieri si è avvenuta la prima grande sconfitta politica berlusconiana. Il suo governo non è riuscito ad approvare in Parlamento il Trattato Italia-Libia, firmato il 15 maggio 2009 dal premier italiano con il dittatore libico Gheddafi. È stata la prova della distruzione, di fatto, della base parlamentare di Berlusconi.

I parlamentari del nuovo partito Futuro e Libertà hanno votato con l´opposizione (Partito Democratico) contro il governo del premier Berlusconi. Tale trattato, che viola le più elementari regole di protezione degli immigrati, è stato bocciato.

Per averne un´idea, il trattato permetteva che su mandato del Ministero degli Interni italiano le imbarcazioni in acque internazionali, fossero intercettate e gli immigrati fossero consegnati alle autorità libiche. La Libia non accetta sul suo territorio l´agenzia dell´ONU per i rifugiati, ovvero un organo che segue i casi dei rifugiati politici, come quelli che tentano di scappare dalla dittatura di Gheddafi. Così, coloro che tentano di emigrare e vengono catturati, sono sottoposti alle pene disumane di un regime dittatoriale.

In Parlamento Berlusconi conta al momento solo sull’appoggio della Lega Nord e ciò, evidentemente, non gli dà la maggioranza. Come tutti sanno, senza maggioranza non si riesce a governare.

2. Come se non bastasse la crisi politica, quella etica, morale e il rinnovarsi della criminalità sono tornate a colpire in pieno Berlusconi.

Nel primo pomeriggio di oggi (10 novembre, N.d.T) è stata smontata la farsa che il ministro dell´Interno Roberto Maroni, ha messo in scena ieri al Senato per tentare di porre fine al sexygate conosciuto anche come il caso di Ruby rubacuori.

Il pm Anna Maria Fiorillo del Tribunale dei minori ha smentito la versione sostenuta da Maroni. Secondo lei la questura di Milano quel fatidico 27 maggio del 2010, (X) ha violato la legge italiana per ossequiare Berlusconi che era interessato alla liberazione della minorenne Karina el Mahroug, soprannominata nel mondo delle prostitute Ruby Rubacuori.

Solo per ricordare.
Il 27 maggio 2010, Ruby, una escort che frequentava le orge berlusconiane, venne arrestata con l´accusa di aver rubato 3000 euro.

Un´amica di Ruby, la brasiliana Conceição Santos Oliveira, conosciuta anche col nome di Michelle Conceição de Oliveira, telefonò a Berlusconi per avvisarlo dell´arresto e chiedere aiuto.
Berlusconi chiamò la questura dal cellulare del capo delle guardie del corpo e per giustificare la liberazione raccontò che Ruby, una marocchina senza permesso di soggiorno in Italia, era la nipote di Mubarak, il presidente egiziano. Quindi doveva essere liberata per evitare problemi diplomatici: Mubarak ha protestato formalmente.

Dopo la pressione fatta direttamente dal premier Berlusconi, Ruby fu consegnata, contro le disposizioni di legge che protegge i minori in situazione irregolare, alla tutela di Nicole Minetti.

In questura, Minetti si presentò come l’ex igienista dentale di Berlusconi: fu eletta, con l´appoggio di Berlusconi, consigliere regionale in Lombardia. Subito dopo la liberazione, a meno di un isolato di distanza dalla questura, Minetti avrebbe abbandonato Ruby.

Per il pm Fiorillo, che si è rivolta al CSM, ci fu il mancato rispetto della legge da parte della questura. E inoltre fu violata la sua decisione: quel 27 maggio lei era di turno al Tribunale dei Minori.

In questi casi, ha spiegato Fiorillo al sito del giornale La Repubblica, la minore è inviata ad una casa di accoglienza. Dato che erano disponibili posti in varie case, la questura milanese non avrebbe potuto, contro l´indicazione del pm, consegnare Ruby a Nicole Minetti, di 27 anni.
In sintesi, l’intera versione del ministro leghista Maroni è stata smentita e ridotta in polvere dalla pm Fiorillo. E adesso il caso è al CSM, che potrebbe dare ragione al magistrato.

3. Ruby aveva 17 anni quando frequentava le feste di Berlusconi e ha detto che nella Villa di Arcore si ballava il “bunga-bunga”.
In origine il bunga-bunga era una danza tribale keniota, nella quale gli uomini si muovevano in fila, mentre aspettavano il proprio turno per sodomizzare il nemico catturato. Nelle feste di Arcore si faceva un “trenino” e i vari capi di abbigliamento volavano via durante lo sviluppo di figure dal valore simbolico.
Il 1º novembre 2010 Ruby ha compiuto 18 anni. Da allora, festeggia in eleganti discoteche e le feste proseguiranno tutto il mese con torta, prosecco e molti invitati.

NOTIZIA FLASH. Si attende la deposizione di Conceição Santos Oliveira, la brasiliana che aveva il numero di cellulare di Berlusconi.
Al momento questi si è già prodigato per trovare – come nel caso della napoletana Noemi (anche lei minorenne quando conobbe Berlusconi) – un fidanzato per Ruby. Si chiama Sergio. Sulla copertina della rivista Oggi appena uscita in edicola, c`è la foto di Veronica Lario che ha chiesto il divorzio da Berlusconi. Il titolo di copertina è suggestivo: “La vera storia di Veronica”.

(Articolo originale di Wálter Fanganiello Maierovitch)

Italia dall'Estero - Vieni via con me

Pubblico un articolo di NOS del 16 novembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Vieni via con me

Talvolta succede qualcosa che ti dà la sensazione che il cambiamento aleggi nell’aria. Potrebbe essere l’imminente caduta di un governo ma anche qualcosa di triviale come un programma televisivo. Mica tanto triviale, con oltre 10 milioni di persone che l’hanno seguito ieri sera. Quasi 1 spettatore su 3 ha scelto di vedere un programma in cui in effetti non succedeva molto di emozionante. Sono state lette delle liste, cantate delle canzoni e tenuti lunghi monologhi. Un miracolo? No, televisione che ti tocca.

Vieni via con me è una canzone di Paolo Conte. Questo ‘Vieni via con me’ è invece un viaggio virtuale attraverso l’Italia Buona in quattro puntate. Una serie di incontri con persone che lottano contro l’ingiustizia e per una società giusta. In teoria un pesante mattone di idealismo, trasmesso per ore usando una ridda di parole ma in modo tale da arrivare dritto al cuore di moltissimi italiani.

Nessun timing è mai stato così perfetto. Mentre Silvio Berlusconi si aggrappa all’ultimo apparente brandello di speranza del suo potere, un’Italia di persone che vogliono un Paese diverso e migliore si alza in piedi. Cittadini critici che lottano per una buona legge sull’eutanasia, per il riconoscimento della nazionalità italiana agli immigrati nati e cresciuti nel Paese, per un’esistenza onesta in cui i meriti pesino più dei favori.

Il programma è di una semplicità da far tenerezza. I presentatori Fabio Fazio, un conduttore piuttosto timido di talk show di successo, e Roberto Saviano, l’autore del bestseller Gomorra che vive sotto scorta, raccontano le cose buone e quelle cattive del loro Paese. Lo fanno chiedendo ai loro ospiti di leggere degli elenchi. Italiani famosi come Beppino Englaro, il padre di Eluana che morì dopo 17 anni di coma mentre lui continuava a lottare per l’eutanasia di sua figlia. Ma anche sconosciuti, come la giovane laureata che legge un elenco dei lavori che non le hanno dato. O la suora che elenca i motivi per i quali dovrebbe essere permesso costruire una moschea a Milano. Gli insulti ricevuti dal dipendente di un callcenter. Le 27 parolacce che esistono in italiano per definire un omosessuale. I principi di un politico di sinistra. Quelli di un politico di destra. Troppi da elencare.

Tutto questo in uno splendido scenario e intervallati da sketch e musica. Un formato che su carta sembra soprattutto soporifero, ma che in questo Paese dove la parola è amata così intensamente è diventato immediatamente un enorme successo. A quanto pare molti italiani sognano questa Italia Buona e forse, chissà, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche per tradurla in realtà.

(Articolo originale di Andrea Vreede)