sabato 11 luglio 2009

Avviso ai naviganti

La pubblicazione di nuovi post riprenderà con il mese di settembre. I commenti che lascerete non saranno momentaneamente visibili, tuttavia non verranno cancellati e saranno anch'essi pubblicati con il riprendere dell'attività.
Saluti a tutti.

venerdì 10 luglio 2009

Italia dall'Estero - Italia: Bruxelles si occupa alla legge che istituisce il reato d’immigrazione clandestina

Pubblico un articolo di Le Monde del 3 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Italia: Bruxelles si occupa alla legge che istituisce il reato d’immigrazione clandestina

La Commissione europea ha annunciato l’intenzione di esaminare le misure del “pacchetto sicurezza”, approvato giovedì 2 luglio dal Senato italiano. Jacques Barrot, commissario alla giustizia, vuole verificarne la “compatibilità” con il diritto comunitario, avvertendo che “regole di espulsione automatica per intere categorie non sono accettabili”.
La legge istituisce il reato d’immigrazione clandestina punito con una multa da 5.000 a 10.000 euro, accompagnata dall’espulsione immediata. Rende obbligatoria la presentazione del permesso di soggiorno o del passaporto per dichiarare la nascita di un bambino. Il soggiorno dei clandestini nei centri di ritenzione potrà essere prolungato fino a sei mesi (due mesi attualmente), al fine di permetterne l’identificazione in vista della loro espulsione. Il progetto rendelegalizza inoltre le ronde cittadine volute dal partito anti-immigrati della Lega Nord, principale alleato di Berlusconi. Secondo la comunità di Sant’Egidio, vivono in Italia da 400.000 a 500.000 clandestini.

(Articolo originale di Philippe Ridet)

giovedì 9 luglio 2009

Italia dall'Estero - Lo scandalo di Berlusconi, la tragedia dell’Italia

Pubblico un articolo di Australia.to News del 30 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Lo scandalo di Berlusconi, la tragedia dell’Italia

Il Presidente del Consiglio ha corroso così tanto la vita pubblica dell’Italia che nemmeno le sue dimissioni comporterebbero un chiaro rinnovamento del Paese, sostiene Geoff Andrews.

Silvio Berlusconi, il politico populista di maggior successo dei tempi moderni, esercita da lungo tempo l’arte del fascino, scavalcando politici di professione e mirando dritto alla “pancia” piuttosto che al “cervello” dell’italiano medio. Durante i tre mandati come Presidente del Consiglio (maggio 1994 - gennaio 1995, giugno 2001 - maggio 2006, e da maggio del 2008) ha visto cambiare sette leader del centro sinistra ed è rimasto il personaggio dominante del panorama politico italiano. L’abilità di Berlusconi nel controllare i media e nel volgere anche le critiche a proprio vantaggio sono state due risorse inestimabili.

È possibile che questo modello di dominio adesso stia cambiando? Ci stiamo forse avvicinando alla fine dell’egemonia berlusconiana? La recente ondata di storie e scandali - riguardanti i suoi rapporti con delle giovanni donne, a partire da Noemi Letizia, un’amica diciottenne di Napoli che lo chiama “Papi” - sono di certo tra i più dannosi che il premier si sia mai trovato ad affrontare; ed è molto significativo che non abbia più il controllo sugli eventi.

Ma perfino il destino di Silvio Berlusconi sembra già diventato un fattore secondario. La serie di eventi che ha travolto il Premier settantaduenne e che adesso occupa intere pagine della stampa italiana e straniera non può ridursi - se mai potesse - a una questione sul comportamento personale. Piuttosto, la crisi di Berlusconi è diventata la tipica tragedia dell’Italia moderna.

La tempesta politico-mediatica

Silvio Berlusconi in passato ha già attirato su di sé le critiche della stampa. Ciò che cambia, oggi, sono le rivelazioni quasi giornaliere da parte di giovani donne, che lo accusano di essere ricorso al sesso a pagamento, rivelando un groviglio di disonestà proprio al centro della politica italiana. Nella carriera del premier sfera pubblica e privata - il Presidente del Consiglio ribadisce il contrario - sono sempre andate di pari passo. Ciò che gli eventi recenti rivelano con forza è come i valori di Silvio Berlusconi si siano radicati nella vita pubblica italiana.

Il tono sprezzante con cui Berlusconi ha risposto alle affermazioni avanzate da diverse donne - di essere state pagate per fare sesso, oppure di aver ricevuto offerte di lavoro nella sua emittente televisiva o candidature nel suo partito - rivela una mancanza di trasparenza nel sistema politico italiano e minaccia al contempo la libertà di stampa in un modo che sarebbe inaccettabile in qualsiasi altra democrazia occidentale. Berlusconi ha ignorato queste affermazioni per diverse settimane, rifiutandosi di rispondere alle domande che gli sono state poste (comprese quelle di Open Democracy - cfr. “Silvio Berluconi: altre dieci domande” [5 giugno 2009] e “Silvio Berlusconi: rispondere prego” [9 giugno 2009]).

È tipico del Presidente del Consiglio ignorare i canali tradizionali della responsabilità democratica e rivolgersi a una rivista di gossip, Chi, di cui è proprietario, per smentire le accuse. Per quanto tempo ancora la decrepita cultura politica italiana e la sua classe dirigente corrotta potranno continuare ad affondare? Il comportamento del Premier suggerisce come in Italia la politica sia stata rimpiazzata da uno sfoggio di onnipotenza personale.

L’Italia ospiterà il G8 a L’Aquila dall’8 al 10 luglio 2009, e tutta l’attenzione si concentrerà sul comportamento del Presidente del Consiglio. Berlusconi è più isolato che mai in seno alla comunità internazionale. Tra i suoi alleati può contare soltanto il Presidente russo, Dmitry Medvedev. I segnali che l’indebolimento del suo status stiano danneggiando la reputazione dell’Italia sono diffusi: dalle risposte imbarazzate degli altri leader di fronte al suo comportamento, fino agli sforzi di un gruppo di accademiche di persuadere le “first lady” del G8 a boicottare il vertice de L’Aquila. Perfino i suoi rapporti con la Chiesa cattolica ne hanno sofferto: dopo un breve riavvicinamento quando aveva tentato di fare approvare un decreto per tenere Eluana Englaro in vita, le ultime indiscrezioni hanno provocato la reazione da parte di molti ecclesiastici di spicco (l’Arcivescovo Angelo Bagnasco di Genova ha condannato apertamente “quegli uomini ubriachi di un delirio di grandezza…”).

La crisi è più seria delle sue relazioni con delle giovani donne. Il 21 maggio 2009, Berlusconi ha definito inutile “il Parlamento italiano”, affermando che bastavano 100 parlamentari per svolgere le attività e paragonando, in negativo, i parlamentari agli imprenditori. Nel febbraio del 2009, un tribunale ha decretato che aveva pagato una bustarella all’avvocato britannico David Mills in cambio della sua falsa testimonianza, proprio mentre lui non poteva essere processato per la legge sull’immunità parlamentare approvata dal suo stesso governo. Berlusconi non ha dato alcuna spiegazione a riguardo. Questa sistematica assenza di qualsiasi responsabilità democratica da parte del capo eletto del Paese ha portato il quotidiano La Repubblica - che ha svolto un lavoro esemplare nel ricercare la verità dietro ai comportamenti di Berlusconi - a pubblicare ulteriori dieci domande (vedere “Le dieci domande mai poste al Cavaliere” [14 maggio 2009] e “Le dieci nuove domande al Cavaliere” [La Repubblica, 26 giugno 2009].

Al contempo, risulta problematico anche l’atteggiamento del governo nei confronti dei media non controllati direttamente . Berlusconi ha invitato le aziende a non acquistare pubblicità sul settimanale L’Espresso (una pubblicazione dello stesso gruppo editoriale de La Repubblica). Il suo ministro della cultura e stretto alleato, Sandro Bondi, ha definito La Repubblica una “minaccia per la democrazia” - un’affermazione incredibile per descrivere il normale ruolo di un quotidiano in una società libera. Inoltre, il direttore dell’emittente pubblica RAI - parte dell’impero mediatico di Berlusconi - si è rifiutato di mandare in onda i dettagli delle affermazioni contro Berlusconi (come se la BBC si fosse rifiutata di seguire lo scandalo delle spese dei parlamentari nel Regno Unito).

Il dopo Berlusconi

L’Italia è un Paese molto diviso, e la copertura mediatica negativa che ha ricevuto il suo leader - perfino oggi - influenza soltanto una parte della popolazione. Tuttavia, è riuscita a creare un clima di vergogna e imbarazzo tra gli italiani dentro e fuori i confini nazionali; la loro identità è ora legata al personaggio Silvio Berlusconi. Cresce sempre di più la consapevolezza che le cose non possano restare come sono. Mentre le critiche da parte della stampa estera aumentano, sempre più italiani sono spinti a manifestare la loro rabbia e a sollecitare gli alleati d’Occidente a continuare le loro inchieste.

In effetti, alcuni degli alleati più vicini a Silvio Berlusconi hanno dichiarato a Guy Dinmore, corrispondente da Roma per il Financial Times, di prepararsi a un futuro senza di lui (cfr. “Berlusconi whispers grow louder”, Financial Times, 25 giugno 2009). Sono chiaramente preoccupati dalle conseguenze che potrebbe comportare l’attuale intreccio di azioni dubbie e forse anche delittuose.

Giuliano Ferrara, editore de Il Foglio e uno dei più astuti alleati intellettuali di Berlusconi, ha avvertito l’Italia che si potrebbe verificare un altro “24 luglio”; un riferimento al 1943 quando Mussolini venne esautorato dal Re Vittorio Emanuele III e in seguito fondò la Repubblica di Salò. Ancora una volta, l’Italia si ritrova con un capo ossessionato dal potere che, posizionatosi al di sopra della legge e credendosi invincibile, sarebbe disposto a trascinare giù anche gli altri, in un ultimo gesto sprezzante.

Sono tempi preoccupanti per chiunque abbia a cuore l’Italia, a prescindere dal colore politico. Silvio Berlusconi non rassegnerà facimente le dimissioni. Se dovesse lasciare il potere volontariamente o come risultato di pressioni, perderebbe l’immunità parlamentare e potrebbe essere inquisito. Non c’è un chiaro successore all’interno del suo partito che possa vantare un ampio consenso. Tuttavia, l’opposizione rimane molto debole. Non ci sono prospettive di una necessaria riforma al sistema costituzionale italiano e, finora, non c’è segno di un’ondata popolare per il cambiamento.

Attualmente l’unico beneficiario politico dei problemi di Berlusconi è stata la xenofoba Lega Nord, che ha ottenuto un buon risultato alle elezioni per il Parlamento europeo del 6 e 7 giugno. La Lega può sempre rivelarsi un alleato di governo scomodo, come nel dicembre del ‘94, quando fece cadere il primo governo Berlusconi. La fine del regno di Silvio Berlusconi, premesso che stia per arrivare, potrebbe essere sempre lunga e dolorosa e potrebbe lasciare desolate le prospettive di lungo termine dell’Italia. Una vera e propria tragedia.

(Articolo originale di Geoff Andrews)

mercoledì 8 luglio 2009

Carta canta - Non ho detto ciò che ho detto

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" dell'8 luglio 2009:

Non ho detto ciò che ho detto

Tutte le organizzazioni internazionali che un giorno sì e un giorno no escono e dicono: più deficit 5 del cento, meno consumi del 5 per cento, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per il 2010, la crisi si chiuderà nel 2001 (sic, ndr). Un disastro! Dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, non date, minacciate di non dare la vostra pubblicità a quei media che sono essi stessi fattore di crisi. Nonostante tutti i miasmi e i veleni e le calunnie che tentano di lanciarci addosso per sommergerci, ma da cui gli italiani vengono fuori con un maggiore attaccamento a noi, alla nostra parte politica e a me personalmente.
(Silvio Berlusconi, 26 giugno 2009)

"Io non ho mai detto di chiudere la bocca agli enti o ai media e se l'ho detto non c'era assolutamente nulla di violento o meno che liberale".
(Silvio Berlusconi, 27 giugno 2009)

"Non ho detto ciò che ho detto, e se l'ho detto mi sono frainteso".
(Altan).

Italia dall'Estero - Accoglienza scettica per il G8 in alcune zone terremotate

Pubblico un articolo del Business Week del 6 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Accoglienza scettica per il G8 in alcune zone terremotate

L’AQUILA, Italia

Durante la settimana del G8, i leader alloggeranno in una caserma anziché nei soliti hotel di lusso. La strada per raggiungere la sede dell’incontro è disseminata di case fantasma danneggiate dal terremoto che ha colpito L’Aquila, città montana dell’Italia centrale, tre mesi fa.

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha spostato il vertice da La Maddalena, isola snob della Sardegna, per dare sostegno alla popolazione in difficoltà dell’Aquila. Non tutti i terremotati apprezzano questa decisione.
Alcuni esprimono la propria rabbia per il lento ritmo della ricostruzione e iniziano a domandarsi se la decisione del governo di spostare il G8 delle democrazie industrializzate e della Russia, che durerà da mercoledì a venerdì, non comporti uno spreco di soldi, tempo e manodopera alla ricostruzione delle case distrutte.

Ad una rotonda, alcuni lavoratori sono impegnati a costruire un mosaico di mattoni colorati raffigurante un’aquila, emblema e omonimo de L’Aquila, e l’antico motto latino di una città a lungo colpita da terremoti: “Immota Manet” (“Rimane immobile”).
La frase coraggiosa infonde speranza ma alcuni sopravvissuti si domandano se le decorazioni per accogliere i leader mondiali siano le necessità più urgenti in una regione con migliaia di senzatetto che vivono nelle tende.

“Cosa mi importa del G8? Spero che porti un po’ di soldi per ricostruire L’Aquila,” dice Luciana Circi, casalinga cinquantasettenne che vive con la sua famiglia in una tendopoli costruita in un campo di atletica. “I miei problemi sono le code per mangiare, andare in bagno, la mancanza di carta igienica, le tende che si inondano quando piove.”
Le autorità ribadiscono che il vertice non interferisce con i soccorsi e la ricostruzione e che gli allestimenti realizzati per l’incontro, dai miglioramenti dell’aeroporto locale al letto in cui dormirà il Presidente Barack Obama, saranno utilizzati dai sopravvissuti al terremoto.

I leader del G8 e di altre nazioni parleranno di crisi economica, di violenza in Iran, di ambiente e di altri problemi internazionali in un esteso complesso di polizia nella campagna proprio fuori L’Aquila.
Gli organizzatori stanno anche programmando visite alle zone colpite dal terremoto e sperano che i leader “adotteranno” alcune delle numerose chiese, castelli e altri tesori culturali di questa città medievale gravemente danneggiata dalle scosse.

Il terremoto del 6 aprile ha raso al suolo interi quartieri a L’Aquila e nella circostante regione dell’Abruzzo, lasciando senza casa circa 54.000 persone e uccidendone 296.
“Qui c’erano cose da fare migliori del G8,” afferma Sandra di Renzo, una diciottenne che fa la volontaria in un asilo costruito in una tenda nel paese distrutto di Coppito, a meno di un chilometro dal luogo del vertice. “Ricostruire la città è una priorità, presto arriverà l’inverno e noi siamo ancora nelle tende.”

Il complesso di polizia fortificato e le aree limitrofe sono sotto stretta sorveglianza e i preparativi fervono: i muri crepati vengono risistemati e le caserme modeste sono ammobiliate per ospitare i capi di stato. Il piccolo aeroporto è stato ingrandito così come l’ospedale locale, che era stato gravemente danneggiato dal terremoto.

Le autorità affermano che i miglioramenti all’aeroporto aiuteranno in futuro a rilanciare il turismo nell’area, e anche le stanze che ospiteranno oltre 1.000 delegati e leader, tra cui Obama, in seguito ospiteranno gli abitanti delle tende che stanno aspettando il tetto promesso dal governo.

Altri preparativi rendono i residenti perplessi: costruzioni come l’emblema che decora la strada che porta alla sede del vertice, o la costruzione di una strada a due corsie per collegare l’aeroporto al luogo isolato - una strada, dicono gli abitanti locali, che difficilmente potrà essere usata in futuro.
“La popolazione de L’Aquila vede che vengono costruite strade e altre infrastrutture per il G8 e poi guarda le proprie case ancora in rovina,” afferma Alessandro Tettamanti, portavoce di 3:32, un’associazione di cittadini che prende il nome dall’ora in cui è avvenuto il terremoto.

Alcuni temono che il vertice possa distogliere l’attenzione dalla popolazione locale.
“Le telecamere saranno puntate sui capi di stato, non su di noi,” dice Fabrizio Pambianchi, un cuoco che vive in una tenda con sua moglie e due bambini. “Le risorse vengono spese per questo show e non per le vittime del terremoto.”

La Protezione Civile, l’agenzia di stato incaricata dei soccorsi e dell’organizzazione del vertice, nega che il G8 stia intralciando o danneggiando la causa dei sopravvissuti.
“Non c’è rischio di interferenza, abbiamo due strutture completamente separate che lavorano alla ricostruzione e al G8,” dichiara Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile. “Obama e gli altri leader verranno qui sapendo che non abbiamo dimenticato nemmeno per un minuto il nostro impegno verso i sopravvissuti.”

Berlusconi è stato molto apprezzato per l’efficace sforzo nei soccorsi dopo il terremoto, ma sta crescendo il malcontento verso i piani di ricostruzione. Il Presidente del Consiglio di destra si è impegnato a ricostruire L’Aquila e le altre città danneggiate, mentre proseguono i lavori 24 ore su 24 per costruire alloggi temporanei che, secondo quanto affermato da Berlusconi, entro novembre ospiteranno tutti i senzatetto che ora vivono nelle tende.

A giugno, migliaia di residenti hanno organizzato proteste a L’Aquila e a Roma, e le loro file probabilmente si ingrosseranno con gli attivisti italiani e stranieri attesi per le manifestazioni durante il vertice.
Il governo ritiene che i manifestanti esterni non oseranno compiere atti di vandalismo nella città danneggiata, e si augura di evitare o minimizzare i violenti scontri che finirono con la morte di un manifestante e la devastazione del porto della città di Genova l’ultima volta che l’Italia ospitò il G8 nel 2001.

In ogni caso, alcuni sopravvissuti cercheranno di evitare qualunque problema.
“Il G8 non risolverà i nostri problemi,” afferma Loretta Tobia, medico di 38 anni che ha perso la casa e vive con suo marito e i due figli nel garage. “Durante il G8 ce ne andremo, anche se non so dove.”

(Articolo originale di Ariel David)

martedì 7 luglio 2009

Italia dall'Estero - Berlusconi “chiede al ministro -ex modella in topless- di sostituire la moglie al G8″

Pubblico un articolo del Daily Mail del 3 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi “chiede al ministro -ex modella in topless- di sostituire la moglie al G8″

Silvio Berlusconi pare abbia risolto il problema di non avere una First Lady al suo fianco al vertice dei G8 della prossima settimana, chiedendo l’intervento di un’ex modella, ora ministro.

Silvio Berlusconi, che sta divorziando dalla moglie, avrebbe chiesto a Mara Carfagna, ex modella in topless diventata ministro, di accogliere le mogli dei grandi della terra al vertice che si terrà a L’Aquila. Sicuramente l’idea farà sorridere Joachim Sauer, marito del cancelliere tedesco Angela Merkel, l’unico uomo tra gli accompagnatori dei leader mondiali.

Alcune fonti italiane affermano che Mara Carfagna, Ministro delle Pari opportunità, sarà affiancata dalla collega di Governo Maria Stella Gelmini, Ministro dell’Istruzione. L’idea sarebbe dello stesso Berlusconi, ex cantante sulle navi da crociera, che ha anche deciso di spostare il vertice a L’Aquila dopo che la città è stata colpita da un terremoto ad aprile.

Negli ultimi mesi il premier 72enne è stato travolto da una serie di sordidi scandali tanto da spingere Veronica Lario, 52 anni, a chiedere il divorzio a maggio. La Lario ha dichiarato di averne abbastanza di un marito “che frequenta minorenni”, dopo che è stata resa nota la partecipazione di Berlusconi al 18° compleanno di Noemi Letizia, una modella, a cui avrebbe anche regalato una collana in oro e diamanti da 6.000 euro.

Nelle ultime settimane Berlusconi è stato al centro di uno scandalo a sfondo sessuale dopo le dichiarazioni di una escort, Patrizia D’Addario, che afferma di essere stata pagata per passare la notte a Palazzo Grazioli, residenza romana del premier. Da allora è emerso che regolarmente venivano organizzati dei festini a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, residenza sarda del Presidente, e le ragazze erano pagate per parteciparvi.

Berlusconi, magnate dei media e milionario, è legato a Mara Carfagna anche per un’altra storia di due anni fa, prima che la donna diventasse ministro. Durante una cena di gala per la TV il premier affermò che “se non fosse stato sposato, l’avrebbe sposata subito”. Come conseguenza, la moglie, furiosa, pretese – e ottenne – scuse pubbliche da parte del marito dopo aver scritto una lettera pubblicata su un quotidiano italiano nella quale si lamentava del suo comportamento.

Lo scorso anno un’altra polemica ha coinvolto Berlusconi e la Carfagna quando una comica affermò pubblicamente che la Carfagna avrebbe praticato sesso orale al Presidente. È successo dopo le voci diffuse da alcuni quotidiani italiani sul coinvolgimento di Berlusconi e una donna ignota coinvolta nel tipo di pratica di cui non si era più scritto dai tempi di Bill Clinton e Monica Lewinsky. Durante una manifestazione anti-Berlusconi a Roma, la comica Sabina Guzzanti ha fatto il nome della Carfagna e quest’ultima replicò che l’avrebbe querelata definendo le dichiarazioni “volgari e offensive”.

La Carfagna è il più giovane membro del Governo ed è entrata in politica nel 2006 dopo una carriera televisiva.Molti si sono stupiti di questa nomina, data l’inesperienza della donna che prima di entrare a far parte della squadra di governo avrebbe posato in topless e semi-nuda, una donna che comunque ha sempre sbandierato il suo attaccamento ai valori della famiglia insistendo che nessuno degli scatti era “erotico”.

Oggi un portavoce del Ministro ha dichiarato: “Siamo al corrente delle voci, ma non c’è niente da dire al momento dato che l’ordine del giorno del G8 è ancora in fase di preparazione”.

I leader mondiali si riuniranno nella cittadina italiana de l’Aquila mercoledì prossimo per discutere di economia, cambiamento climatico, sviluppo e sicurezza alimentare.

Il Primo Ministro inglese Gordon Brown parteciperà insieme alla moglie Sarah che trascorrerà un giorno a Roma prima di raggiungere il marito a L’Aquila mercoledì sera per il resto del vertice. Saranno accolti, insieme agli altri leader, nella caserma delle fiamme gialle di Coppito, sede del vertice e potranno constatare con i propri occhi i danni provocati dal terremoto di aprile che ha ucciso 300 persone. La zona è ancora colpita da scosse di terremoto come quella di oggi molto forte di 4,1 gradi della scala Richter (quella di aprile è stata di 5,8).

Malgrado le continue scosse di assestamento, Berlusconi ha tenuto a rassicurare le delegazioni dichiarando che il vertice è a prova di terremoto e un diplomatico britannico a Roma ha rivelato che tutti i delegati, tra cui Gordon Brown, hanno seguito esercitazioni ‘anti-terremoto’. La fonte ha dichiarato: “Per la sede e per le scosse di assestamento i 40 delegati britannici, tra cui il Primo Ministro, hanno ricevuto istruzioni su come comportarsi in caso di terremoto. “Si tratta di nozioni di base come mantenere la calma, rifugiarsi nel vano della porta, ma tenere la porta aperta in caso di oscillazioni dell’edificio.”

Berlusconi ha deciso di spostare il vertice a l’Aquila per risollevare il morale della popolazione e ridare fiducia alla regione. Inoltre, quando le delegazioni lasceranno il sito, la gente senza casa potrà subentrare in attesa di entrare nelle nuove case.

(Articolo originale di Nick Pisa)

Italia dall'Estero - Un cavaliere si prepara ad ospitare il mondo

Pubblico un articolo dell'Economist del 2 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Un cavaliere si prepara ad ospitare il mondo

Il padrone di casa del G8, Silvio Berlusconi, sta affrontando, in patria, una serie di scottanti scandali: il maggiore potrebbe essere il suo rifiuto di ammettere la portata dei problemi economici dell’Italia.

Quando i leader delle maggiori economie mondiali si incontreranno l’8 luglio nei pressi della città italiana de L’Aquila per il G8 di quest’anno, si ritroveranno in uno scenario appropriato. Tre mesi fa L’aquila è stata colpita da un terremoto che ha causato la morte di 300 persone e la distruzione di gran parte del centro città. La zona è ancora alle prese con forti scosse di assestamento: il 22 giugno ce n’è stata ancora un’altra.

Si potrebbe pensare che nessuno dei leader riuniti negherebbe che anche le proprie economie siano state colpite fino alle fondamenta. A parte uno: il padrone di casa. Il premier italiano Silvio Berlusconi ha, sin dal principio, insistito che in Italia la recessione non sarà né grave né prolungata come altrove. All’inizio, questa opinione aveva qualche credibilità. Con un sistema bancario diffidente verso i derivati e relativamente isolato dal resto del mondo, l’Italia non ha sofferto il disastro che ha invece portato istituzioni finanziarie alla bancarotta in America e in Gran Bretagna.

Ma gli analisti hanno, sin da allora, dato sempre più peso ad altre considerazioni. L’economia italiana è altamente dipendente dalle esportazioni (in parte a causa di una debole domanda interna) e pertanto è esposta a declino nel commercio mondiale. In più, il debito pubblico è enorme (oltre il 100% del PIL), pertanto il governo ha poche possibilità di copiare dagli altri l’indebitamento per costosi incentivi economici. Un pacchetto “anti-crisi” rivelato da Berlusconi il 26 giugno è stato di minimo aiuto: la sua disposizione principale consisteva in un’agevolazione fiscale del 50% sugli utili reinvestiti per 12 mesi.

Nelle ultime settimane, autorevoli organizzazioni italiane e straniere hanno ridimensionato le aspettative economiche, prevedendo non soltanto una feroce recessione, ma al più una flebile ripresa nel 2010. Sia la Commissione Europea sia il Fondo Monetario Internazionale sostengono che nel 2009 il PIL si ridurrà in Italia del 4%. La Banca d’Italia e la confederazione degli imprenditori, Confindustria, l’avevano arrotondato al 4.9%. E nelle ultime e più cupe analisi del 24 Giugno, l’OECD ha previsto una probabile perdita dell’economia di quest’anno pari al 5.5%. Certo, altri tre paesi del G8 stanno andando ancora peggio. Ma l’idea che l’Italia, che ha una storia ventennale di difficoltà, riuscirà ad evitare l’impatto forte con la recessione è stravagante.

L’indagine dell’OECD, in particolare, ha chiaramente messo in imbarazzo Berlusconi. Questa settimana ha risposto rabbiosamente che è tempo di “chiudere la bocca” a coloro che parlano di “crisi lì e crisi qui”. Ha anche suggerito che le imprese ritirino la pubblicità dai quotidiani che diffondono depressione (sebbene il suo stesso ministro dell’Economia avesse in maggio tacitamente modificato la propria stima sulla caduta del PIL al 4.2%).

In Italia raramente apparenza e realtà coincidono. Molti economisti e uomini d’affari ritengono che, come spesso accade, la retorica provocatoria di Berlusconi nasconda un subdolo scopo. “Penso che [Berlusconi e il suo Ministro delle Economia, Giulio Tremonti] temano soprattutto un crollo interno dei consumi e stiano provando a riportarlo su“ dice Michele Tronconi, presidente della federazione dell’industria della moda, Sistema Moda Italia. Berlusconi ha in effetti ammesso questa cosa. “Abbiamo bisogno si rivitalizzare i consumi. Le persone dovrebbero tornare ai loro vecchi stili di vita”, ha dichiarato recentemente.

Eppure, se il piano è appunto quello di compensare la perdita delle esportazioni cercando di convincere il consumatore italiano a spendere di più, è rischioso sia per il governo italiano sia per la nazione. Berlusconi ha già un problema di credibilità in patria che riguarda la sua vita privata, dopo essersi rifiutato di mantenere la promessa di spiegare al parlamento la sua relazione con una diciottenne aspirante modella. Ora gli tocca sopportare una raffica di storielle su ragazze squillo che sarebbero state intrattenute nella sua casa di Roma. Quindi non può permettersi che le sue dichiarazioni sulla salute dell’economia vengano contraddette dall’esperienza dei suoi stessi elettori.

Tronconi, che appoggia l’offensiva ottimistica del Governo, riconosce che “la mia esperienza è di una crisi che sta attaccando duro”. L’uomo è a capo di una piccola impresa di rifinitura tessile, a gestione familiare, e la produzione nel suo settore è sotto “quasi del 30%” rispetto a quello di 12 mesi fa.

Fabio Pammolli del CERM, una think-tank di economia, nota che “essendo un paese con un’economia moltro frammentaria, fatta di piccole imprese, il momento in cui la recessione diventa visibile viene ritardato. Il collasso di migliaia di micro-imprese non invade le prime pagine dei giornali quanto la bancarotta della Chrysler o della General Motors”. Ma viene fuori dalle cifre. L’Istat, l’ufficio statistico governativo, dichiara che si sono persi 204 mila posti di lavoro nel primo quadrimestre del 2009. Ad aprile la produzione industriale era scesa del 22% e gli ordini del 32% rispetto all’anno prima.

Insistendo sul fatto che nulla stia andando male, Berlusconi e Tremonti si stanno anche facendo sfuggire l’opportunità di attuare riforme che non solo velocizzerebbero la ripresa dell’economia, ma che effettivamente migliorerebbero la produttività e le finanze pubbliche italiane. La Confindustria sta facendo pressione sul governo per un’ulteriore riforma dell’insostenibile sistema pensionistico (l’Italia spende il 13% del PIL sugli anziani, quasi 4 punti percentuali in più della media delle 15 economie più ricche d’Europa). E vuole un programma di liberalizzazione e privatizzazione per promuovere la competizione, aumentare la produttività e tagliare l’inflazione dei prezzi al consumo. Uno studio recente della Banca d’Italia ha concluso che in 3 anni tale programma potrebbe aumentare il PIL italiano fino al 5%.

Invece, da quando è tornato al potere l’anno scorso, il governo Berlusconi è diventato cauto sulle questioni del libero mercato. Guidato da Tremonti, autore di un libro che prevedeva la crisi finanziaria, il governo ha fatto propria l’ambiguità tipica di Sarkozy. Non ha un piano per la deregolarizzazione o per la vendita di azioni. Non è pronto neppure ad aumentare l’età pensionabile delle donne. I ministri hanno fatto capire di temere la deriva dell’impopolarità in un già delicato frangente.

Potrebbe essere possibile iniziare la riforma delle pensioni e affrontrare gli interessi acquisiti contrari alla liberalizzazione e alla privatizzazione se ciò fosse fatto per stringere la cinghia a livello nazionale. Gli italiani risposero eroicamente a metà degli anni ‘90 quando, il primo ministro dell’epoca, Romano Prodi, chiese loro dei sacrifici per risanare i conti nazionali e prepararsi ad adottare l’Euro.

Eppure, sebbene Berlusconi possa sopravvivere agli scandali che lo hanno travolto, può a malapena chiedere ai suoi elettori sangue, sudore e lacrime, almeno finchè insiste che l’Italia sia venuta fuori quasi illesa dal crollo dell’economia mondiale - piuttosto come la caserma in cui si terrà il G8, scossa dal terremoto.

(Articolo originale)

Italia dall'Estero - Nostro Silvio

Pubblico un articolo del De Groene Amsterdammer del 10 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Nostro Silvio

In occasione delle Elezioni Europee gli italiani hanno messo in chiaro che, nel suo paese, Silvio Berlusconi non è stato danneggiato da tutti gli scandali. La cosa desta meraviglia all’estero, ma l’Italia ha le sue proprie regole del gioco.

Al circolo della stampa estera a Roma, quella mattina del dicembre 1993, erano tutti eccitatissimi . Silvio Berlusconi sarebbe venuto a fare visita! L’alcolista belga Frederic si era appositamente alzato dal letto prima di mezzogiorno ed indossava addirittura una cravatta. La mangiatrice di fuoco brasiliana, Gina, indossava il suo vestitino più corto. L’establishment del New York Times, AP, Newsweek, El País, Frankfurter Allgemeine e The Times, in completo grigio antracite, era già schierato nelle prime file sorridendo ironicamente.

Il presupposto: Berlusconi = sbaglio. Non restava che rendere palese questo fatto con un paio di domande pungenti. Proprio i pesci più piccoli sentivano maggiormente questa responsabilità in quanto con una domanda tagliente fatta a Berlusconi si poteva riuscire a farsi notare e si diventava, per almeno un anno al circolo della stampa, “l’uomo” (o “la donna”) che “aveva osato”. Si poteva persino finire in TV!

Poco prima Silvio Berlusconi ci aveva definiti “giornalisti di serie B”, “I corrispondenti esteri a Roma non sono propriamente la crème de la crème di un giornale”, aveva detto, “sono dei mezzi disoccupati pagati al pezzo, ai quali, ogni tanto, viene concesso di inviare qualcosa che il loro datore di lavoro desidera sentire”

Con ciò ci aveva colpiti direttamente al cuore, anche perchè un po’ era vero. Il “mobilio” del circolo della stampa estera di Roma passava effettivamente metà della giornata al telefono a supplicare la madre patria di poter inviare 20 righe del tipo “Il fascismo in Italia rialza la testa”.

L’Italia si trovava in un vuoto di potere. L’eterno equilibrio tra Democristiani e Socialisti era stato disturbato dal processo Mani Pulite dal quale - sorpresa! - risultava che tutto e tutti erano corrotti. La spartizione della torta era stata regolata per decenni dall’uso delle mazzette e, sebbene nessuno avesse mai obiettato, c’era un fastidioso magistrato, un certo Antonio di Pietro, che aveva trovato necessario mettere il naso negli affari altrui.

Con ciò un’intera classe politica era stata cacciata dalle sue poltrone e questo era il momento degli esclusi, coloro che avevano fatto tappezzeria, i post-fascisti. Loro avevano le mani pulitissime in quanto dal dopoguerra non avevano più potuto partecipare.

Ovviamente non avevano la minima possibilità di farcela senza un Uomo Forte, non è necessario spiegare certe cose ai post-fascisti, e quell’Uomo Forte era il magnate dei media Silvio Berlusconi. Questi, lo stesso anno, aveva tappezzato tutta l’Italia di allegri manifesti azzurri con scritto “Forza Italia!”, lo slogan della nazionale di calcio. Era l’operazione preparatoria alla sua entrata in politica, perchè la pubblicità abusiva è quella che funziona meglio. Nessuno sapeva di cosa si trattasse ma tutti avevano già “Forza Italia!” nel subconscio.

A Berlusconi ora mancava solamente di conquistare un ultimo bastione: la stampa estera, che non lo vedeva di buon occhio. Tutto quello che in Italia era consentito, altrove veniva visto come un errore. Un miliardario in stile Murdoch che aveva costruito il suo impero edilizio milanese mediante una rete di conti bancari esteri non rintracciabili (Mafia!), che era riuscito a manovrare - attraverso connessioni politiche illegali - tre emittenti televisive nazionali nell’etere e i cui affari erano tanto oscuri quanto inafferrabili. La giustizia non era mai riuscita a cogliere in fallo Berlusconi, sebbene le prove venissero quotidianamente fornite da zelanti giornalisti di piccoli giornali di sinistra.

Infine, si rendeva necessario fare qualcosa per la sua immagine all’estero, pensava Berlusconi e scendere personalmente nella fossa dei leoni gli era sembrata la mossa più utile. Con la sua forza di persuasione ed il suo charme, mediante i quali aveva già ottenuto così tanto, avrebbe sicuramente messo in ginocchio questo gruppetto di disoccupati.

Naturalmente, è arrivato un po’ in ritardo, perchè questo fai in Italia se sei uno importante. Il brusio nella sala stampa chiusa era cresciuto fino a diventare un rimbombo sdegnato. Io mi ero posizionata al centro della sala all’estrema destra del corridoio. Doveva passare di lì ed io ci tenevo a vederlo da vicino. Già da mezz’ora rischiavo di slogarmi il collo perchè avevo deciso di iniziare la mia storia descrivendo la prima espressione del suo viso. Come sarebbe entrato nella sala del nemico?

Eccolo. L’ho visto, un ometto compatto alto al massimo 1 metro e settanta circondato da una siepe di Rambo. Erano tutti vestiti come lui, stretti nel completo come gli allenatori di calcio, con quella stessa scomoda rigidità. Lui è spuntato attraverso i Rambo ed ha fatto un profondo respiro prima di entrare nella sala. Avevo l’inizio del mio articolo.

E’ arrivato sgambettando lungo il corridoio e ci siamo guardati dritto negli occhi. Berlusconi si è fermato accanto alla mia sedia ed ha inclinato la testa in segno di apprezzamento. Solo per poco ma abbastanza a lungo perchè qui e là nella sala si sollevasse un ironico Buuuuu!

Ero carina nel 1993. Erano in molti a quei tempi ad essere d’accordo con Berlusconi. Il fatto che in un tale momento, con gli occhi del mondo addosso, uno riesca ad infilarci anche un piccolo flirt in un corridoio con una giovane donna è tipico di Berlusconi.

Ed è quella cosa “tipica di Berlusconi” che è difficile da spiegare. Mentre in realtà è relativamente semplice perchè significa “italiano tipico”.

Gli italiani hanno brutte esperienze con lo Stato. Nel 1861 un insieme di piccoli regni, principati, repubbliche marinare, isole e territori papali, per la prima volta nella storia, furono riuniti sotto una unica unità amministrativa: la monarchia italiana. Dopo la seconda guerra mondiale la monarchia è stata abolita e, a partire dal 1946, l’Italia è diventata una Repubblica.

Questo è stato comunicato alla popolazione così come sempre agli italiani le cose vengono comunicate o imposte dall’alto. In pratica non è mai esistito un rappresentante dello Stato che abbia cambiato il radicato sentimento che i potenti governano principalmente per se stessi. Tranne uno, Benito Mussolini, che purtroppo ha fatto l’errore fatale di imbarcarsi con Hitler ma che fino a quel punto era stato un gentiluomo su cui potevi davvero contare e che aveva fatto molto per gli italiani, in particolare per i poveri e specialmente nel sud.

Quello che gli italiani non faranno mai è fidarsi di un modello perchè i modelli sono fatti di persone e queste persone sono del resto italiane, e siamo di nuovo al punto di partenza. La parola “democrazia” a loro dice pressapoco tanto quanto la parola “universo”. Non si può proprio dargli torto, visto che nel corso dell’ultimo secolo e mezzo coloro che hanno incarnato lo stato democratico, nel migliore dei casi erano dei fini equilibristi.

Il caposcuola è il democristiano Giulio Andreotti, la faccia dello stato italiano a partire dalla seconda guerra mondiale fino agli inizi degli anni novanta. Andreotti si è tenuto in equilibrio in modo eccellente tra i poteri ufficiali e non ufficiali. Tra l’America (che principalmente temeva il PCI, il più grande partito comunista dell’occidente), la mafia, tra il grande capitale del nord industriale e la P2, la loggia segreta massonica, tra il Vaticano e le BR. Tra la corruzione e la misericordia cattolica, poichè a quest’ultima era delegata l’assistenza sociale in Italia. E’ stato sette volte Primo Ministro e oltre venti volte Ministro ed è sopravvissuto a tutto, anche all’ultima inevitabile accusa di collusione con la mafia.

Cosa avrà mai fatto?
Invitare un paio di ragazzine,
una festicciola, un cantante,
eh, dai! Lui è fatto così!
[titolo di mezza pagina, ndt]

Ma dire che Andreotti abbia contribuito ad una democrazia, no! E neanche che abbia aiutato a rendere più prestigioso il concetto di “Stato” in un’Italia fondamentamente anti-statale. Lui copriva con il suo viso imperturbabile ciò che andava coperto e sapeva come comportarsi. Ogni mattina alle sei, la messa e nessuna seconda casa in Sardegna, questo è quanto. Non si poteva esserne contenti, ma lui giocava una partita a scacchi che pochi riuscivano a comprendere e quindi lo lasciavano fare.

Di Silvio Berlusconi invece gli italiani sono contenti. Non tutti naturalmente, Già da 15 anni, cioè da quando Berlusconi è entrato in politica, come straniero ti viene immancabilmente rivolta la domanda: “Cosa dicono di noi all’estero?”. Questi sono gli italiani che sono in netta minoranza, quelli che leggono giornali di sinistra, che si preoccupano e che in politica si vedono rappresentati da “occhiali” e “baffi” senza carisma con un passato da comunisti, con poche idee per il futuro e con il dito sempre puntato.

Viceversa Berlusconi è sempre semplicemente se stesso e questo già basterebbe. Lui non è lo Stato, non rappresenta niente, lui è Berlusconi. Un uomo dal grande cuore. Fino ad ora tutti apprezzano moltissimo come ha saputo gestire il terremoto in Abruzzo. Tutti tranne il 60.000 abruzzesi che vivono ancora nelle tende, ma questo è logico. Ogni giorno in più passato in tenda, è un giorno di troppo. Berlusconi dice, anzi giura, che tutti a settembre avranno una nuova casa. Paragonato ad altri terremoti italiani, dove generazioni sono nate nei containers, sarebbe un unicum assoluto.

La spazzatura di Napoli che lui, Dio solo sa come, è riuscito a togliere dalle strade. Il fatto che per questo molto probabilmente sia dovuto scendere a compromessi con i poteri occulti che regnano a Napoli e dintorni, così sia! La spazzatura in strada non c’è più, giusto? Abbiamo ancora da lamentarci?

Ah, già Noemi!, la minorenne, i festini, le ragazzine nude, la moglie arrabbiata, il divorzio. Guarda, un uomo è un uomo. E poi lui si sentiva solo perchè la fastidiosa moglie, quell’elegante “Madame” Veronica, lo aveva già abbandonato da anni. Non si faceva mai vedere da nessuna parte ed il povero Berlusconi, sempre a sgobbare con l’elmetto in testa tra le macerie dell’Abruzzo ed i mucchi di spazzatura di Napoli. Sarà pure consentito! E poi, cosa avrà mai fatto? Semplicemente invitare un paio di ragazzine, una festicciola, un simpatico cantante, eh, dai! Lui è fatto così. Un uomo generoso a cui piace la compagnia dei giovani e che condivide volentieri con tutti il suo benessere. Se poi uno tiri fuori la storia dell’avvocato inglese David Mills, che di recente è stato condannato a quattro anni di carcere da un tribunale di Milano per aver favoreggiato Berlusconi nascondendo certe informazioni relative all’impero mediatico della Fininvest, allora gli italiani veramente ne hanno abbastanza di te.

Ma smettila! La magistratura italiana è ossessionata da Berlusconi. E’ già stato indagato venti volte. Corruzione, frode, evasione fiscale, furto, riciclaggio e traffico di droga. Mai preso, quindi non è successo nulla.

A questo si potrebbe obiettare che Berlusconi fa un uso improprio della politica per fini personali. Che aggiusta le leggi allo scopo di restare fuori dai guai. Che è pericoloso uno che si mette al di sopra della Costituzione e che presenta (al popolo) i suoi doveri istituzionali di premier come fossero dei suoi personali favori al popolo.

Si può fare, ma non aiuterà a migliorare le cose. Per gli italiani i crimini elencati qui sopra non sono crimini. Lo Stato non esiste e di conseguenza neanche la Costituzione. Non ne è mai venuto qualcosa di positivo. Le leggi e le regole esistono solo per tormentare il cittadino e il Nostro Silvio lo sa. Proprio la sua vulnerabilità, il fatto che a lui continuamente accade in grande ciò che agli italiani accade in piccolo, fa di lui il preferito dal popolo. Guarda, di nuovo quel birichino! Il Nostro Silvio oltretutto viene anche a spiegarcelo sinceramente in TV, e già, anche quella possiede. Ma questo fa di lui anche un grande “imprenditore” [in italiano nel testo, ndt]. Provate a fare altrettanto!

(Articolo originale di Anne Branbergen)

lunedì 6 luglio 2009

Italia dall'Estero - Abbraccio “lesbico”, un ulteriore motivo di imbarazzo per Berlusconi

Pubblico un articolo del Times del 5 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Abbraccio “lesbico”, un ulteriore motivo di imbarazzo per Berlusconi

Le fotografie mostrano Silvio Berlusconi che sghignazza abbondantemente mentre due giovani donne si baciano di fronte a lui nella sua villa sarda. Ma le stesse fotografie minacciano di mettere in imbarazzo il Presidente del Consiglio alla vigilia del summit del G8, vertice dei paesi più industrializzati, che ospiterà la prossima settimana. Dopo due mesi di accuse sulla sua vita privata, fra le quali la dichiarazione di una prostituta d’aver passato una notte nella residenza romana di Berlusconi, egli non vede l’ora di mettersi tali sconcezze alle spalle e ripartire come politico “del fare”.

Diversi giornali europei stanno facendo offerte per le fotografie di Antonello Zappaddu, che scattò 5000 immagini degli ospiti di Berlusconi a Villa Certosa, in Sardegna, nel 2007 e nel 2008. Una fonte informata ha dichiarato che l’obiettivo era quello di pubblicarle subito prima dell’inizio del summit, mercoledì, per ottenere un “impatto massimo”. Le immagini ritraggono Berlusconi, che all’epoca era leader dell’opposizione, con cinque giovani donne in un gazebo. Due di queste gli siedono in grembo. Egli sogghigna con fare d’approvazione mentre Angela Sozio, 36 anni, ex-concorrente dai capelli rossi del Grande Fratello, siede sulle ginocchia di un’altra giovane donna e la bacia sulle labbra. Un uomo prova ad accarezzare i seni di una bionda ma questa lo respinge. Il gruppo, quindi, si allontana attraverso la tenuta di Villa Certosa e Sozio mette in scena una finta cerimonia nuziale. Questa consegna un bouquet di fiori ad una ragazza con la quale Berlusconi si tiene per mano. Sozio e le altre due donne intonano una marcia nuziale.

I magistrati di Bari, nel sud dell’Italia, hanno interrogato Patrizia D’Addario, l’escort che ha affermato di essere stata con Berlusconi il 4 novembre 2008, la notte dell’elezione di Barack Obama. Questi hanno anche ascoltato la Sozio nell’ambito di un’inchiesta sul presunto reclutamento di ospiti femminili per i parties nelle residenze del Presidente del Consiglio.

Nell’aprile 2007, il settimanale “Oggi” ha pubblicato parte della sequenza di scatti nel servizio di copertina intitolato l’Harem di Berlusconi. Essa include foto di Berlusconi che fa scivolare la sua mano sotto la maglietta di una delle donne. All’epoca un garante della privacy impedì ad “Oggi” la pubblicazione del resto delle fotografie. Lo scorso mese un giudice sardo ha deliberato il sequestro di tutte le 5.000 foto con il pretesto che violavano la privacy di Berlusconi, ma queste erano già state vendute a Ecoprensa, una agenzia fotografica colombiana. Il quotidiano spagnolo El Pais ha pubblicato gli scatti di una giovane ragazza in topless nei pressi di una piscina e di Mirek Topolanek, ex primo ministro ceco, nudo. Sono anche in vendita delle fotografie che ritraggono due donne in topless e tanga che si baciano sotto una doccia nel giugno 2008. Le foto furono scattate in un’altra residenza di proprietà di Berlusconi.

Il quotidiano “La Repubblica” ha identificato ieri una donna salita a bordo dell’aereo di Berlusconi all’aeroporto sardo di Olbia nell’agosto 2008 nella persona dell’ ex attrice Darina Pavlova, vedova del magnate Iliya Pavlov, assassinato da un cecchino nel 2003. I giornali bulgari hanno riportato che nel 2007 Berlusconi si era innamorato di Pavlova, 44 anni, una delle più facoltose donne dell’est Europa.

Berlusconi non ha dichiarato nulla la scorsa settimana a proposito dello scandalo, che iniziò quando sua moglie, Veronica Lario, chiese il divorzio. Ella insinuò che il marito “frequentasse minorenni” dopo che questi aveva partecipato alla festa per il 18esimo compleanno di Noemi Letizia, una modella. Da allora la sua popolarità è scesa dal 73% al 62%, stando ai sondaggi di enti privati. Ha confidato ai suoi collaboratori di essere preoccupato che le foto comparissero prima del summit a L’Aquila, nel centro Italia, città devastata da un terremoto in aprile.

Berlusconi, che è stato fischiato con urla quali “pedofilo” e “pappone” quando ha visitato il luogo dello schianto ferroviario a Viareggio, in Toscana, la scorsa settimana, avrà come obiettivo quello di minimizzare il rischio di ulteriori episodi di pubblica ostilità quando scorterà i leader fra i paesi colpiti dal terremoto.

Un’associazione di residenti chiamata 3:32, l’ora del sisma, intende organizzare delle proteste durante il summit. Tre mesi dopo, 25.000 persone senza dimora stanno ancora vivendo nelle tendopoli e la temperatura nelle tende può raggiungere anche i 44 gradi. Altre 35.000 persone sono state spostate in campeggi e hotel sull’Adriatico. I critici locali sottolineano il contrasto fra questa situazione e la velocità con cui è stata spianata una strada per l’aeroporto per i leader del G8. Sono state impiegate solo 3 settimane.

Berlusconi rischia anche di essere snobbato da Carla Bruni-Sarkozy, la moglie del presidente francese di origini italiane. Dopo che Berlusconi scherzò sull’abbronzatura di Obama, questa dichiarò: “A volte sono molto felice di essere diventata francese”. La Bruni è attesa a Roma durante il summit e viaggerà per visitare le aree colpite dal terremoto. Si pensa che le first ladies di Francia e Stati Uniti facciano solo brevi apparizioni al vertice, fra le quali una alla cena con il Presidente della Repubblica Italiana e un’altra ad un concerto di gala. Il loro programma include un’udienza con papa Benedetto XVI, un giro fra i villaggi devastati ed itinerari turistici.

Autorità americane hanno dichiarato che Michelle Obama risiederebbe in un hotel della capitale con le sue figlie Sacha e Malia; hanno intenzione di visitare il Colosseo e i Fori. Venerdì incontrerà il Papa con il marito.

Un aiutante del governo ha riportato che Berlusconi ha dichiarato: “Se tutto va bene (al G8), faremo dei cambiamenti nel partito e nel governo”. Preoccupato dalla sua popolarità in declino presso le elettrici, il Primo Ministro sta considerando un rimpasto per portare più donne nell’esecutivo. Berlusconi ha già deciso di stare alla larga dalla sua villa sarda quest’estate in quanto reputata troppo vulnerabile ai paparazzi. Trascorrerà invece le sue vacanze alla sua villa a Paraggi, vicino alla località rivierasca di Portofino.

(Articolo originale di John Follain)

Italia dall'Estero - Comunicato stampa - Il rappresentante OSCE della Libertà dei Media esorta il Senato Italiano a rinunciare alle proposte di legge

Pubblico un articolo dell'Osce del 24 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Comunicato stampa - Il rappresentante OSCE della Libertà dei Media esorta il Senato Italiano a rinunciare alle proposte di legge che limiterebbero la libera circolazione delle notizie

VIENNA, 24 Giugno 2009 – Miklos Haraszti, Rappresentante OSCE della Libertà dei Media, ha chiesto oggi, ai legislatori italiani, di accantonare due previsti provvedimenti di legge che limiterebbero la libertà in Internet ed i resoconti sui casi giudiziari.
“Le disposizioni non riconoscono numerosi parametri internazionali riguardo la libertà dei mezzi di comunicazione”, ha scritto Haraszti in una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato e al Ministro della Giustizia.
La proposta “sulla pubblica sicurezza” imporrebbe multe fino a 250,000 euro per i fornitori di servizi internet che non bloccano materiale considerato di istigazione o di apologia di reato. La Camera dei Deputati ha votato a maggio per cancellare questa clausola, ma la versione definitiva deve essere ancora approvata dal Senato.
Un disegno di legge “sul controllo telefonico e le intercettazioni elettroniche”, approvato l’11 Giugno dalla Camera dei Deputati, proibirebbe riferimenti pubblici a qualsiasi documento inerente processi giudiziari o indagini della polizia, prima della fine delle inchieste preliminari. I trasgressori rischiano una condanna fino a cinque anni di reclusione.
“Il disegno di legge non prevede eccezioni per casi in cui le informazioni pubblicate fossero di interesse pubblico. Non c’è distinzione neanche tra i funzionari responsabili della fuga di notizie e coloro che le trasmettono o le pubblicano” ha affermato Haraszti.
“Queste lacune sono inammissibili in una democrazia che riconosce ai cittadini il diritto all’informazione”.
Haraszti ha insistito che le informazioni – anche in caso, talvolta, di fughe di notizie da parte di funzionari - possono giocare un ruolo importante nella lotta alla corruzione.
“La diffusione di notizie di questo tipo non dovrebbe essere perseguita, a patto che esista la possibilità di difendersi per aver agito in “buona fede” e quindi nell’interesse pubblico”, ha dichiarato.
Haraszti ha invitato il Senato a seguire i suggerimenti della Camera dei Deputati riguardo il disegno di legge sulla pubblica sicurezza e a portare il disegno di legge sul controllo telefonico e le intercettazioni elettroniche in linea coi parametri OSCE e i principi di libertà di stampa europea.

(Articolo originale)

venerdì 3 luglio 2009

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi screditato sulla scena internazionale

Pubblico un articolo di Le Monde del 2 luglio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi screditato sulla scena internazionale

Silvio Berlusconi ha infine riconosciuto che gli scandali sulla sua vita privata “danneggiano l’Italia”. “Guardare attraverso il buco della serratura fa male al paese”, ha rincarato Giulio Tremonti, il ministro dell’economia, mentre Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, si è appellato ad un’improbabile “tregua” tra i media ed il governo in occasione del prossimo G8 organizzato nella città disastrata di L’Aquila (Abruzzo), dall’8 al 10 luglio.

Accusato da sua moglie - che ha chiesto il divorzio - di “frequentare minorenni”, poi indicato dal suo avvocato quale “utilizzatore finale” di una rete di call-girls, infine riconosciuto dai giudici come “il corruttore” del suo ex avvocato David Mills, il presidente del consiglio non si gioca soltanto la sua reputazione, di cui non c’è più molto da salvare. Il Cavaliere deve ormai tentare di salvaguardare l’immagine dell’Italia che si è deteriorata parallelamente alla sua. E il suo ruolo sulla scena internazionale.

La sfida è enorme. Da due mesi, la stampa internazionale e i dispacci degli ambasciatori descrivono un paese in cui gli scandali pubblici e privati legati al capo del governo si accumulano. Il presidente del consiglio vi appare unicamente preoccupato dei suoi piaceri, mentre riceve nella sua residenza romana giovani ragazze a pagamento, nella stessa notte dell’elezione di Barack Obama.

Protetto da una legge che impedisce ogni azione legale a suo carico durante la durata del suo mandato, godendo dell’indulgenza e della condiscendenza di una parte degli italiani, dell’indifferenza e dell’ignoranza degli altri in ragione del “servizio minimo” accordato a questi scandali da parte di una televisione pubblica e privata asservita, Berlusconi non ha molto da temere sul piano interno. Le voci di dimissioni e di formazione di un “governo tecnico” hanno alla fine suscitato una corsa alla solidarietà tra coloro che erano dati come possibili successori di Berlusconi.

Al contrario, il modo in cui è visto dai suoi colleghi non gli è indifferente. Berlusconi, che assicura di avere la fiducia del “62%” degli italiani, sa che ormai il suo “charme” ha un’accoglienza ben peggiore sulla scena internazionale. Inizialmente, l’organizzazione del G8 in una città toccata dal terremoto, che è costato la vita a 300 persone il 6 aprile, era destinato a dimostrare l’efficacia dello Stato Italiano. Oggi, è diventato un test dell’influenza dell’Italia sulla scena internazionale, della stima e del credito di cui gode Berlusconi fra i suoi colleghi.

Il suo “Obama giovane e abbronzato” ha senza dubbio segnato il passaggio dal divertimeno al fastidio, fino all’imbarazzo. Ci si ricorda ancora il presidente del consiglio, con il cellulare attaccato all’orecchio, far aspettare il cancelliere tedesco Angela Merkel, il 4 aprile durante il summit della NATO. Quel giorno, Berlusconi non ha colto forse fino in fondo il senso della piccola alzata di spalle del cancelliere che sembrava dire: “Pazienza, faremo senza di lui.”

L’ultimo Consiglio europeo di Bruxelles ha suonato il campanello d’allarme. Malgrado la larga vittoria del suo partito alle elezioni europee e un tasso di partecipazione da far impallidire d’invidia molte altre democrazie, Berlusconi, senza appoggio, non è riuscito a piazzare il suo candidato alla presidenza del Parlamento europeo come aveva promesso ai suoi sostenitori. Per inciso, ha dovuto subire il seguente commento a doppio senso di Hans Gert Pottering: “Anche se qualcuno della nostra famiglia ha un comportamento che non piace a tutti, questo non deve avere effetti su coloro che non hanno avuto quel comportamento”. “Gli scandali di queste ultime settimane non hanno aiutato l’Italia” sottolinea l’inglese Graham Watson, capofila dei liberal-democratici.

Un “problema Berlusconi”? L’interessato continua a difendere il suo stile e la sua vita privata senza apparente rammarico - “agli italiani piaccio cosi”. Le domande tuttavia restano: il tentativo fallito di Fiat di prendere il controllo della tedesca Opel avrebbe avuto miglior sorte se la reputazione di Berlusconi e dell’Italia oltre il Reno fosse stata migliore? Obama avrebbe incluso una tappa romana durante il suo primo soggiorno europeo se il presidente del consiglio avesse evitato di fare una brutta battuta sul neo eletto?

Berlusconi dispiega un’intensa attività diplomatica. Dopo un viaggio lampo a Washington, il ricevimento di Mouammar Gheddafi a Roma, si è invitato a Corfù per il summit Russia-Nato. Ma, mercoledì primo luglio, ha annullato, all’ultimo momento, la sua presenza a Sirte (Libia) per una riunione dell’Unione Africana. Vuole dimostrare che è ancora “l’amico di tutti”, un dirigente ascoltato e frequentabile e che l’Italia pesa ancora nelle relazioni internazionali.

Non è la prima volta che Berlusconi deve affrontare uno scandalo e un summit. Nel 1994, a Napoli, la sua prima presidenza del G8 coincise con l’apertura di un’inchiesta giudiziaria che lo riguardava. Altre inchieste, altri scandali non hanno impedito ad alcuni dirigenti internazionali di frequentare la sua villa in Sardegna, il falso vulcano e forse le sue strane accompagnatrici. Quattordici anni più tardi chi, in seno al G8, sarebbe pronto a correre questo rischio?

(Articolo originale di Philippe Ridet)

mercoledì 1 luglio 2009

Italia dall'Estero - Berlusconi non dovrebbe guidare il G8

Pubblico un articolo del Times del 30 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi non dovrebbe guidare il G8

Silvio Berlusconi è nato nel 1936, lo stesso anno in cui Hitler ospitò le Olimpiadi estive. Sarebbe opportuno affermare che lo stuolo di donne che ora rivelano le notti bollenti trascorse con il leader italiano probabilmente non ricorda nemmeno Italia 90, figurarsi quello che accadde prima dell’annessione dell’Austria alla Germania. Così la Commedia dell’Arte prosegue, con l’avvocato di Berlusconi che recita la parte del buffone di corte non autorizzato.

Potrebbe trattarsi soltanto di un’altra squallida storia se non fosse per il fatto che il Presidente del Consiglio italiano non dirige solo questa allegra giostra, ma guiderà il summit del G8 che si terrà la prossima settimana a L’Aquila.

Nonostante Berlusconi sia il leader del G8 da più tempo in carica, questo club di vecchi ragazzi delle nazioni ricche dovrebbe sentirsi imbarazzato dal fatto che sarà il leader italiano ad ospitare l’incontro.

Non tanto perché paesi come Francia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Russia e Germania abbiano preso moralmente le distanze dal pasticcio pornografico in cui è finito. Bensì per un motivo molto più importante: i temi principali dell’agenda del G8 saranno l’Africa e lo sviluppo, temi su cui Berlusconi non è stato in grado di mantenere le promesse fatte. Il magnate si è invece concentrato sugli interessi privati, compromettendo la statura internazionale dell’Italia. Il fallimento morale rappresentato dal suo trascurare il lato povero del mondo in favore di quello “festaiolo” dei suoi party in piscina, dovrebbe comportare la messa in discussione del suo posto al tavolo delle decisioni.

Quattro anni fa a Gleneagles i leader mondiali promisero di raddoppiare gli aiuti da destinare all’Africa aumentandoli di 25 milioni di dollari entro il 2010. Persino prima della crisi finanziaria il governo italiano aveva mostrato uno scarso impegno, con stanziamenti pari solo al 3 %, quando sarebbe necessario il 145 % per raggiungere gli obiettivi legati agli aiuti. Inoltre, l’Italia ha annunciato recentemente l’intenzione di tagliare pesantemente i fondi destinati agli aiuti, imputando la colpa alla crisi finanziaria. È probabile che l’Italia stanzierà meno di tutti gli altri membri del G7 in termini di percentuale del Pil.

L’ingannevole tattica italiana è una nuova iniziativa definita approccio “globale”, che prevede di accorpare la somma che il governo destina agli aiuti, con i contributi allo sviluppo degli enti di beneficenza, di privati e aziende. L’Italia vorrebbe che anche gli aiuti del Vaticano fossero inclusi nel nuovo calcolo.

Svezia, Paesi Bassi e Spagna, che non sono membri del G8, donano più dell’Italia, mostrando un approccio più progressista verso altre problematiche legate allo sviluppo e un analogo livello di influenza globale. Se si vuole organizzare un G8 che sia credibile, l’Italia dovrebbe mantenere le sue promesse oppure uno di questi lungimiranti paesi dovrebbe spodestare Berlusconi dal suo trono.

(Articolo originale di Joanne Green)

Italia dall'Estero - Forse anche cocaina alle feste di Berlusconi

Pubblico un articolo del Diario de Noticias del 25 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Forse anche cocaina alle feste di Berlusconi

Nelle intercettazioni ascoltate dalla procura di Bari, emerge un nome sospetto: “Nick”, che secondo i media fornisce droghe ai ricchi un po’ in tutta Italia e avrebbe anche partecipato alle feste del primo ministro.

Le feste che Silvio Berlusconi desiderava rimanessero di natura privata, diventano ogni giorno più pubbliche, attraverso i dettagli che vengono rivelati dai media e dai magistrati di Bari. Già è noto che decine di donne, alcune delle quali prostitute professioniste, affermano di aver ricevuto denaro per partecipare a feste nelle case che il primo ministro italiano possiede a Roma e in Sardegna. Ora sorge il sospetto che girasse la cocaina.

Le autorità devono interrogare Nicola D., “Nick”, uno spacciatore omosessuale che avrebbe partecipato ad alcune delle suddette feste. Questo perché nelle registrazioni telefoniche analizzate dalla Procura, l’uomo che reclutava le donne, Gianpaolo Tarantini, aveva promesso a una di loro una notte di “sesso e droga”. E riferì che ci sarebbe stata “una festa bianca” con centinaia di invitati, tra i quali “Nick”, ha scritto il Corriere della Sera.

“Nick invita belle ragazze per le feste. Organizza serate in discoteca e ha contatti a Roma, Milano, dovunque. Conosce uomini d’affari, politici, molta gente”, ha detto al Times la transessuale Manila Gorio, amica della donna al centro della polemica: Patrizia D’Addario, prostituta, che ha denunciato la presenza di donne pagate alle feste, e ha consegnato sei registrazioni audio, un video e vari filmati alla procura di Bari. Ha riferito di aver ricevuto mille euro per partecipare a una delle feste organizzate da Silvio Berlusconi.

A questo punto l’inchiesta già coinvolge più di trenta donne. Berlusconi, 72 anni, ha assicurato alla rivista Chi di non aver mai pagato per fare sesso con una donna, perché questo toglie il piacere della conquista. E ha affermato che Patrizia D’Addario deve essere stata pagata da persone che hanno interesse a danneggiarlo. Ha assicurato inoltre che se avesse saputo che accanto a lui c’erano prostitute d’alto bordo anziché giovani disposte a divertirsi, sarebbe rimasto a chilometri di distanza.

I magistrati hanno scoperto il legame tra le feste di Berlusconi ascoltando le intercettazioni fatte a Gianpaolo Tarantini, 34 anni, nell’ambito di un’indagine per frode fiscale nella gestione della Techno Hospital, impresa per il commercio di apparecchiature ospedaliere che condivide con il fratello. Tarantini è ora indagato per corruzione e induzione alla prostituzione. Allo stesso tempo, questo commerciante lavorava come lobbista, fornendo grosse somme di denaro per influenzare il Governo Berlusconi a favore degli interessi di alcune imprese.

Solo il Gruppo Intini ricevette 150 mila euro all’anno, ha ammesso ieri al Corriere della Sera il consigliere delegato del gruppo, Enrico Intini. Il gruppo omonimo voleva che il servizio di Protezione Civile includesse l’impresa nella lista di quelle che lavorano in situazioni di emergenza. “Queste relazioni con Tarantini derivano dalla sua conoscenza con Berlusconi. Non ci sono dubbi. Parliamo di una relazione con un uomo potente, molto potente, e per un aspirante lobbista questo era il massimo”, ha detto il responsabile al quotidiano.

Il Corriere della Sera ha scritto che nelle intercettazioni ci sono molte conversazioni tra Tarantini e Berlusconi, ma non ha riportato le frasi. Ha detto solo che “parlano di ragazze e di feste allegre e scherzose”.

Quanto a Nicola D., “Nick”, l’avvocato di Tarantini, Nicola Quaranta, ha assicurato al Times: “Non sappiamo chi sia lui. Non facciamo commenti. Si tratta di voci. Se ci fossero indagini formali e accuse per qualche reato, allora, a questo punto, verificheremo le fonti per difenderci.”

(Articolo originale di Patrícia Viegas)

Italia dall'Estero - Per Di Pietro Berlusconi è un “erotomane”

Pubblico un articolo de La Nación del 27 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Per Di Pietro Berlusconi è un “erotomane”

ROMA. “Berlusconi è malato, è un erotomane. Ma il problema dell’Italia non è l’erotomania privata di Berlusconi. Il problema dell’Italia è tutto quello che fa Berlusconi e, soprattutto, tutto quello che non fa, perché si occupa dei suoi affari privati invece di occuparsi delle questioni pubbliche”.

Parla come un torrente in piena il famoso ex magistrato anticorruzione Antonio Di Pietro che, a capo del partito Italia dei Valori - uno dei vincitori delle ultime elezioni europee con l’8% delle preferenze - è diventata l’unica voce oppositrice e antiberlusconiana dell’Italia di “papi”.

In un’intervista a La Nacion nel suo ufficio della Camera dei Deputati, l’ex magistrato Di Pietro che negli anni ‘90 guidò le indagini contro la mafia conosciute come Mani Pulite, ha denunciato che l’Italia sta attraversando una grave decadenza etica e morale. Diretto come nessuno, ha affermato che il settandaduenne presidente del Consiglio italiano ha bisogno di assistenza psichiatrica, ha avvertito che la democrazia del paese è in pericolo, tuttavia ha scartato l’ipotesi che il sexgate italiano possa provocare la caduta del governo di Silvio Berlusconi.

- Cosa ne pensa degli scandali delle ragazze pagate, del sesso e delle feste in cui è implicato Berlusconi?
- Il Berlusconi privato e il Berlusconi pubblico costituiscono una doppia anomalia. L’anomalia privata si riferisce ad una persona che evidentemente non sa invecchiare e che probabilmente ha bisogno di assistenza medica.

- Assistenza psicologica?
- Piuttosto psichiatrica. Penso che Berlusconi sia malato, è un qualcosa che può succedere a chiunque. Credo che l’erotomania di Berlusconi sia la conseguenza di uno stato di impotenza mentale. Spero che qualche medico, qualche amico, lo possa aiutare ad invecchiare meglio. Ma il problema dell’Italia non è l’erotomania privata di Berlusconi. Il problema dell’Italia è tutto quello che fa Berlusconi e, soprattutto, tutto quello che non fa, perché si occupa dei suoi affari privati invece che delle questioni pubbliche. Il problema del paese è che questa politica di solo annunciare e non fare, questa politica unicamente pubblicitaria, di retorica e non di fatti, sta sempre più impoverendo le famiglie, sta sempre più riducendo le possibilità di una ripresa economica, sta distruggendo lo Stato di diritto e sta attentando allo Stato democratico.

- Da ex magistrato, come vede l’indagine che sta conducendo la procura di Bari? Crede che si tratti dell’inizio della fine di Berlusconi? Può cadere?
- No, è un errore pensarlo. Neanche per sogno! Berlusconi non è entrato in politica perché gli piace la politica. Lo dico dal 1994: Berlusconi cominciò a fare politica per motivi giudiziari. Quando Berlusconi si rese conto che le indagini per corruzione di Mani Pulite facevano progressi e avrebbero potuto farlo fuori del tutto, si inventò una terza via processuale.

- Quale?
- Prima che arrivasse lui, c’erano due vie processuali. Da un lato c’era l’imputato che, di fronte a un’accusa, si presentava davanti al giudice, veniva giudicato e accettava le conseguenze. Dall’altro c’era l’imputato che, resosi conto delle accuse contro di lui, faceva la valigia e fuggiva in Sudamerica… Berlusconi si è inventato una terza via: entra in politica; attraverso il controllo dell’informazione riesce ad essere eletto primo ministro, nomina parlamentari i suoi impiegati, i suoi seguaci, i suoi complici e i suoi avvocati e si fa le leggi per evitare di essere processato. Detto questo, e dato che la principale legge che Berlusconi si è fatto per evitare di essere processato è il cosiddetto lodo Alfano (che concede l’immunità giudiziaria alle quattro più alte cariche dello Stato) e che questo gli garantisce una protezione processuale finché esercita la funzione di primo ministro, non può dimettersi, perché se lo facesse, sarebbe processato domani stesso. Così fino a quando non cadrà in prescrizione il reato di corruzione per il quale Berlusconi pagò 600.000 euro all’avvocato inglese David Mills affinché rendesse falsa testimonianza a suo favore in due processi, reato del quale ci sono le prove, Berlusconi non potrà smettere di essere primo ministro.

- La cosa sorprendente è che se si convocassero ora stesso nuove elezioni in Italia, tutto indica che Berlusconi le vincerebbe…Come si spiega?
- Si spiega nella misura in cui l’Italia sta attraversando una grave decadenza etica e morale. Quello che preoccupa me e il mio partito non è Silvio Berlusconi, ma il Berlusconi che si è insinuato in ogni cittadino italiano. Ci preoccupa che ci sia un modello berlusconiano. Si tratta di un modello seducente e attraente che si basa sulla legge della giungla: il più forte mangia il più debole, chi ha meno scrupoli trionfa, il più astuto, il più criminale e il più determinato passa la selezione naturale. E questo è un paese in cui ognuno pensa che gli sia permesso fare quello che gli pare, anche calpestare i diritti di chi è diverso. Perché il berlusconismo ha rinnovato l’odio razziale in Italia. Il modello berlusconiano è fascista, razzista, piduista (con legami con la famosa loggia massonica P2) e xenofobo.

- Il fatto che Berlusconi continui a godere di un ampio consenso in Italia è conseguenza del suo enorme potere mediatico?
- Totalmente. L’opinione pubblica si forma attraverso le informazioni che riceve. E l’opinione pubblica italiana è stata martellata per anni con un’informazione distorta secondo la quale la colpa delle cose che succedono è della magistratura e non dei delinquenti, che i problemi economici e la disoccupazione derivano dal fatto che non si è permesso agli imprenditori di fare quello che volevano. In sintesi: in Italia vige un disordine morale che poco a poco si è esteso a tutte le regioni e ha coinvolto tutte le generazioni.

- Crede che il fatto che fuori dall’Italia Berlusconi sia un personaggio molto disprezzato mentre nel suo paese non lo è, sia il risultato del suo controllo mediatico?
- Assolutamente si. Questa intervista per esempio, la leggeranno i lettori del suo giornale. Però qui, in Italia, io non posso fare un’intervista come questa, perché nessuno me la pubblica. Mi devo accontentare di diffondere quello che penso attraverso il mio blog (www.antoniodipietro.it).

(Articolo originale di Elisabetta Piqué)