venerdì 28 maggio 2010

Italia dall'Estero - Chi lotta contro la mafia in Italia teme la legge sulle intercettazioni

Pubblico un articolo della CBS del 21 maggio 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Chi lotta contro la mafia in Italia teme la legge sulle intercettazioni

ROMA – I PM italiani che si occupano di criminalità organizzata hanno ricevuto venerdì scorso l’appoggio da parte di un funzionario di primo piano del sistema giudiziario americano nell’ambito della campagna contro una legge studiata dal governo Berlusconi per rafforzare drasticamente limiti alle intercettazioni.

L’assistente procuratore generale Lanny Breuer, responsabile della divisione criminale del Dipartimento di Giustizia, non ha voluto commentare direttamente la legge, ora in parlamento, che limiterebbe fortememente l’uso delle intercettazioni comprese quelle telefoniche e di videosorveglianza, e che inasprirebbe le multe per la pubblicazione stesse provenienti da indagini in corso.

Tuttavia, Breuer ha aggiunto che i pubblici ministeri americani non vogliono che sia fatto nulla che possa limitare il flusso di quelle che ha definito informazioni “straordinariamente utili” provenienti dai pubblici ministeri italiani che si occupano di crimine organizzato. Incalzato dai giornalisti sulla proposta di legge, Breuer ha affermato che gli americani sperano di “ricevere ancora le stesse preziose informazioni” che gli investigatori del crimine organizzato condividono regolarmente con le loro controparti negli Stati Uniti.

“Da un punto di vista di pubblico ministero, non vogliamo che succeda nulla” che possa ostacolare gli italiani dal fare il proprio lavoro nel combattere il crimine organizzato, ha affermato Breuer. Ha definito le intercettazioni “una parte essenziale” di tali indagini.

I PM siciliani ritengono che la legge renderebbe quasi impossibile catturare mafiosi latitanti o scoprire i loro crimini. I politici critici verso Berlusconi sostengono che il magnate dei media, i cui affari hanno portato a diverse indagini per corruzione e altri reati contro di lui, stia curando i propri interessi. Il premier, che nega ogni accusa, afferma che vuole di volere la legge per proteggere la privacy di tutti i cittadini.

Il Ministro della Giustizia italiana, Angelino Alfano, nella serata di venerdì ha rilasciato un comunicato di risposta ai commenti di Breuer, affermando che la collaborazione giudiziaria con Washington è “eccellente” e fruttuosa. Ha inoltre sottolineato il fatto che Breuer si fosse rifiutato di commentare direttamente il disegno di legge. “C’è pieno accordo con Washington sulle modalità e sugli obiettivi della cooperazione contro il crimine organizzato, com’è evidenziato dai numerosi contatti e incontri a tutti i livelli fra i due paesi” ha dichiarato Alfano.

(Articolo originale)