venerdì 26 giugno 2009

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi e la stampa: problemi di linguaggio

Pubblico un articolo dell'Economist del 18 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi e la stampa: problemi di linguaggio

Il Presidente del Consiglio italiano conduce una campagna contro i mezzi di informazione stranieri.

A nessun politico piace una stampa critica e Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano, non fa eccezione. Nelle ultime settimane è stato sottoposto ad un minuzioso esame da parte dei giornalisti stranieri, e quello che hanno scritto non costituisce una lettura piacevole. Tuttavia gli attacchi nei suoi confronti sono dovuti in parte a lui stesso. Ci sono domande in sospeso riguardo ai suoi rapporti con giovani donne e con David Mills, avvocato inglese da lui pagato e recentemente condannato per aver giurato il falso per proteggerlo (Mills ha fatto ricorso in appello). Berlusconi ha provato a bloccare la pubblicazione di alcune foto che ritraggono alcuni ospiti nella sua villa in Sardegna. Ha affermato che sarebbe stata un’invasione della sua privacy, ma i media stranieri l’hanno considerato come parte di uno schema che tradisce un’avversione per la stampa libera.

Berlusconi crede che la miglior difesa sia l’attacco. Il mese scorso il ministro degli esteri ha definito un articolo del Financial Times, quotidiano economico inglese (che possiede in parte l’Economist), un esempio di giornalismo mediocre e disonesto. All’inizio di questo mese lo stesso Berlusconi ha accusato la stampa estera di essere al servizio dell’opposizione di centro-sinistra. Ha attaccato i giornali di proprietà di Rupert Murdoch, specialmente il Times, per la loro recente copertura mediatica molto polemica. Il Giornale, di proprietà del fratello di Berlusconi, ha definito il lavoro della stampa straniera basato su veleni e bugie, riferendosi soprattutto agli articoli pubblicati in Inghilterra, Francia, Germania e Spagna.

Alcuni ambasciatori italiani stanno facendo pressione sui media ostili a Berlusconi. L’ambasciatore italiano a Madrid ha scritto al quotidiano El Pais per lamentarsi della “sistematica campagna che danneggia l’immagine dell’Italia”. Un giornalista straniero a Roma è stato recentemente convocato al ministero degli esteri. Lo staff di Berlusconi ha provato a convincere un ambasciatore straniero a richiamare all’ordine i giornalisti del proprio paese. Tuttavia Berlusconi e i suoi sostenitori si rifiutano di confrontarsi direttamente con chi li critica. I corrispondenti dall’estero lamentano che spesso è impossibile ottenere interviste con qualsiasi ministro del governo.

Alcuni giornalisti sono convinti che i loro telefoni vengano intercettati. E la minaccia di azioni legali è sempre presente. L’avvocato di Berlusconi sta portando avanti un’azione legale contro El Pais perché ha pubblicato le foto scattate in Sardegna. Prima dell’arrivo di Berlusconi i Presidenti del Consiglio italiani tendevano a non querelare i quotidiani. Berlusconi querela a volontà (compreso l’Economist). Ha tutto il potere che può derivare da un grande patrimonio personale, ampie patecipazioni nei media e nell’editoria, controllo sulla televisione commerciale così come influenza sull’emittente pubblica. Il 13 giugno ha fatto appello agli imprenditori italiani (poi ritirato) affinché non comprassero spazi pubblicitari sulle testate interne critiche.

Il Presidente del Consiglio ha anche l’abitudine di non rispondere alle domande. Nel 2002 si è rifiutato di aiutare i procuratori in un caso contro la mafia. Più di 50 domande che gli erano state poste dall’Economist ad aprile del 2001 rimangono senza risposta. Recentemente Berlusconi non ha risposto a 10 domande fatte da La Repubblica circa la sua relazione con una ragazza, Noemi Letizia.

Mentre si prepara a presiedere il G8 a L’Aquila, potrebbe voler forse vorrà considerare le conseguenze che i suoi attacchi alla stampa straniera hanno sia per la sua immagine che per quella del suo paese.

(Articolo originale)

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