venerdì 5 giugno 2009

Italia dall'Estero - Un plebiscito sugli scandali di Berlusconi

Pubblico un articolo de La Voz de Galicia del 2 giugno 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Un plebiscito sugli scandali di Berlusconi

Quando a marzo ci fu il primo congresso del Popolo della Libertà (PdL), Silvio Berlusconi annunciò che avrebbe raggiunto il 51% dei voti alle elezioni europee di giugno. Tutto sembrava essere a suo favore, soprattutto dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile, quando le sue costanti visite a L’Aquila, le foto che lo ritraevano mentre accarezzava donne anziane e salutava bambini, e le sue promesse di una veloce ricostruzione portarono alle stelle la sua popolarità. Doveva essere sua moglie Veronica Lario, con il suo annuncio di divorzio, la causa della sua prima crisi di fiducia.

Unico leader europeo a presentarsi come capolista del suo partito, per Berlusconi, oggi più che mai, le elezioni del 6 e 7 giugno rappresenteranno un plebiscito su di lui. I suoi scandali coniugali e giudiziari non sembrano potergli impedire una facile vittoria. I sondaggi lo danno tra il 38% e il 40% dei voti. Il principale partito dell’opposizione, il Partito Democratico (sinistra), starebbe tra un 26% e un 29%. Se fosse così, il PdL arriverà al 37.4% migliorando rispetto alle legislative del 2008, mentre la sinistra confermerebbe il suo declino, visto che alle legislative raggiunse il 33%. Solo l’onnipotente dominio dei mezzi di comunicazione può spiegare la grande popolarità del Cavaliere, nonostante la recente sentenza del caso Mills, in cui appare come “corruttore” dell’avvocato inglese, o le accuse di frequentare minorenni e le denunce sull’uso di denaro pubblico per le sue feste private.

Sulla difensiva

Però qualcosa è cambiato in Berlusconi, che vede tutti questi scandali come “una manovra della sinistra”. Da presidente allegro e spavaldo è diventato un uomo sempre sulla difensiva, che rifiuta di parlare con i giornalisti di La Repubblica, che ogni giorno insistono a porgli 10 domande sulla sua relazione con la giovane Noemi, o reagisce violentemente alla proposta del corrispondente de L’Unità di sospendere il Lodo Alfano, la legge sull’immunità per le quattro maggiori cariche dello Stato.

Preoccupato e ossessionato, Berlusconi sembra aver dimenticato del tutto la campagna elettorale. Non ci sono notizie sui grandi meeting che aveva annunciato ad aprile con le tre giovani e belle candidate Lara Comi, Licia Ronzulli e Barbara Matera, le uniche delle 25 belle giovani che furono annunciate all’inizio.

Solo Dario Franceschini, del PD, sembra avere preso sul serio le elezioni, con visite in tutta Italia cercando disperatamente di attirare i voti degli elettori disillusi dalla grande frammentazione della sinistra, in cui una serie di sigle ereditate dal PCI si fanno la guerra.

Chi si avvantaggerà maggiormente da questa situazione sarà la Lega Nord, alleata di Berlusconi, che già nelle scorse elezioni ottenne l’8.3% dei voti grazie a una politica xenofoba che risponde alle paure di tanti disoccupati, i quali vedono nell’immigrato un ladro di posti di lavoro. Anche L’Italia dei Valori dell’ex giudice Antonio di Pietro, con una politica apertamente anti Berlusconi, aspetta di migliorare i suoi risultati con i voti dei disillusi da un PD eccessivamente moderato.

Tutto ciò mentre l’italiano medio, preoccupato di come fronteggiare una crisi economica della quale il Governo sembra essersi dimenticato, segue con indifferenza la polemica su Berlusconi e una campagna elettorale in cui l’astensionismo la farà da padrone.

(Articolo originale di María Signo)

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