giovedì 30 settembre 2010

Italia dall'Estero - “Qualunque cosa faccia Berlusconi, non è mai colpa sua”

Pubblico un articolo di NOS del 6 settembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

“Qualunque cosa faccia Berlusconi, non è mai colpa sua”

“L’Italia non è più una democrazia. Alcuni politicologi la definiscono una ‘democratura’. Una crasi di democrazia e dittatura, una dittatura formalmente democratica.”

Lunedì prossimo uscirà la traduzione olandese del libro ‘Papi’, sui molti scandali che ruotano intorno al premier italiano Silvio Berlusconi. L’autore, il giornalista italiano Marco Travaglio, lo definisce un libro necessario, non una semplice cronaca di pettegolezzi, giacchè i media italiani sono così controllati da Berlusconi che per gli italiani è molto difficile avere accesso ad una buona informazione.
Secondo Travaglio, all’estero sono molto più informati su quello che succede in Italia che nella stessa Italia. “Gli italiani guardano una TV che è proprietà di Berlusconi, con giornalisti che sono dipendenti da lui e direttori nominati da lui. Gli italiani ricevono l’informazione che Berlusconi vuole far sapere, e che è molto diversa dalla realtà.”

“Non si parla mai del fatto che i processi a Berlusconi si fanno già da quindici anni perchè lui commette dei reati, ma viene detto sempre che i processi esistono perchè i giudici perseguitano Berlusconi per motivi politici. È una prospettiva completamente ribaltata. Qualunque cosa faccia Berlusconi, non è mai colpa sua, ma è sempre un complotto contro di lui.”

Scandali a sfondo sessuale
Prendiamo, per esempio, lo scandalo sessuale intorno su Berlusconi dell’anno scorso. Dalla stampa di opposizione sono stati pubblicati ampi servizi sulle donne che riceveva nelle sue ville ma niente dai maggiori telegiornali. Neanche su quelli della televisione di sStato, perchè anche quelli sono in gran parte controllati da Berlusconi.
Nonostante lo scandalo avesse anche un peso politico, dice Travaglio. “Ci sono decine di ragazze che sono passate nelle sue case e che successivamente ha candidato nella lista del suo partito alle elezioni. Finchè sua moglie non ha denunciato pubblicamente questo scandalo.”

“Berlusconi le ha poi tolte dalle liste all’ultimo momento, nella speranza di poter salvare il suo matrimonio, almeno formalmente. Adesso alla chetichella le sta disseminando nelle liste elettorali delle elezioni locali. Alcune le ha mandate comunque alle elezioni europee. Qualcuna è diventata ministro.”

Anestetizzati
In Italia quasi non esiste una tradizione di giornalismo obiettivo. Ogni giornale e telegiornale ha un colore politico e dà una propria angolazione alle notizie. Le opinioni sono più importanti dei fatti.
“Gli italiani sono tele-dipendenti. Leggono pochissimo. Usano pochissimo internet, con l’eccezione dei giovani, che spesso però non possono ancora votare. Il controllo della televisione è quindi di fondamentale importanza.”
“Le emittenti televisive creano una specie di anestesia totale, che non fa più capire chi ha fatto cosa che cosa nei particolari. Berlusconi viene sì accusato di qualcosa, ma non si sa mai se è vero o se è falso. La gente sospende il giudizio in eterno. ”

Berlusconismo-light
Secondo Travaglio, la colpa è anche della debole opposizione nel Paese. ‘I partiti di centro-sinistra avrebbero dovuto offrire un’alternativa politica e morale, ma non lo hanno fatto. Anche loro erano così corrotti che hanno trovato comodo che Berlusconi distruggesse la libertà d’ informazione e il potere giudiziario.”
“Questa classe politica corrotta non può avere a cuore una magistratura indipendente e una stampa libera. Quasi tutti sono terrorizzati dal ripetersi di un’altro scandalo di tangenti come quello dell’inizio degli anni ‘90, dato che hanno continuato a rubare, a destra come a sinistra”
“Hanno trasformato la sinistra in una forma più educata del Berlusconismo. Non c’è (stata) una contrapposizione di due visioni della società. C’è la variante hard del Berlusconismo, quella di Berlusconi. E la variante light, quella del centro-sinistra.”

Andrea Vreede: Marco Travaglio cura una rubrica molto tagliente in uno dei pochi talkshows critici della emittente statale Rai. Secondo Travaglio, all’estero sono molto più informati su quello che succede in Italia che nella stessa Italia.

Marco Travaglio: Hanno sempre di fronte una televisione di proprietà di Berlusconi, le cui telecamere sono di proprietà di Berlusconi, i cui giornalisti sono dipendenti di Berlusconi e sono stati nominati direttori da Berlusconi. Quindi, l’informazione che giunge agli italiani è quella che Berlusconi vuole far sapere agli italiani, che è molto diversa dalla realtà.
Quando si parla dei processi a Berlusconi, non si parla mai del fatto che i processi a Berlusconi esistono e vengono celebrati da quindici anni perchè lui commette dei reati. I processi a Berlusconi vengono sempre presentati come dei processi nati dal fatto che ci sono dei giudici che per motivi politici stanno processando Berlusconi. Quindi è una prospettiva completamente ribaltata. Qualunque cosa faccia Berlusconi, non è mai colpa sua. È sempre colpa di qualcuno che complotta contro di lui.

Andrea Vreede: Per esempio lo scandalo di sesso intorno a Berlusconi dell’anno scorso. Sulla stampa di opposizione è stato dato ampio spazio a servizi sulle donne che riceveva nelle sue ville, ma non sui maggiori telegiornali. Neanche su quelli della televisione di stato, perchè anche quelli sono in gran parte controllati da Berlusconi. Nonostante lo scandalo avesse anche un peso politico, dice Travaglio.

Marco Travaglio: Ci sono decine di ragazze che sono passate da quelle case o da quelle stanze e che stavano nelle liste elettorali del centro-destra fino a quando la moglie di Berlusconi non ha denunciato pubblicamente questo scandalo. Allora Berlusconi che sperava ancora di recuperare il rapporto almeno formale, almeno pubblico con la moglie, le ha fatte togliere nell’ultima notte dalle liste e adesso alla chetichella le sta disseminando nelle liste delle elezioni regionali, comunali, provinciali eccetera. Alcune le ha mandate comunque alle elezioni europee. Qualcuna è diventata Ministro.

Andrea Vreede: È degno di nota quanto spazio venga dedicato a Berlusconi alla televisione ogni giorno, e quanti italiani non vogliano sentire nessuna critica su di lui.

intervista a un italiano per strada: Io sono sicuro che sia una persona onestissima, forte, coraggiosa, abbia una grande voglia di ricostruire una grande Italia. Si vede dal suo sguardo, dalla sua forza con cui parla. Si vede. Chi non lo vede è perchè è invidioso.

intervista a un’italiana per strada: Succedono degli eventi che lui, giustamente, riesce a risolvere. Eh, come il terremoto, come la mondezza, come le altre cose. Lui si trova sempre al punto giusto.

altra italiana: Berlusconi, non essendo un politico di mestiere, ma è come una persona come lei e me che decide di mettersi in politica, così. Ha un cervello che ragiona differentemente di un politico, di uno che lo fa di mestiere. Quindi, la gente lo vota per quel motivo, perchè è uno del popolo.

Marco Travaglio: L’Italia è un paese di teledipendenti, è un paese dove si legge pochissimo, dove ci sono pochissimi, a parte i giovani che spesso non hanno ancora il diritto di voto, a rivolgersi a internet, e quindi il controllo della televisione è fondamentale per controllare il consenso. Questo stato di anestesia totale che viene creato dalle televisioni, che lascia la gente in una sorta di coma vigile e che non fa capire esattamente cosa succede, chi ha fatto che cosa nei particolari, per cui c’è sempre questa specie di grigio. Dice ’sì, lo accusano ma non si sa mai se è vero, se è falso, quindi sospendiamo il giudizio in eterno. Oppure è sempre possibile che sia perseguitato, è sempre possibile che sia vero quello che dice lui e cose di questo genere, fa sì che non ci sia un’indignazione dell’opinione pubblica e quindi che chi chiede le dimissioni di Berlusconi venga scambiato anch’egli come uno che complotta contro di lui.

Andrea Vreede: In Italia quasi non esiste una tradizione di giornalismo obiettivo. Ogni giornale o telegiornale ha un colore politico e dà la propria impronta alle notizie. Le opinioni sono più importanti dei fatti.
A causa delle sue critiche spietate, Travaglio non è amato neanche dalla stampa di opposizione. Sui giornali di Berlusconi è spesso vittima di satira. Perciò, con un gruppo di colleghi ha creato un quotidiano, tra l’altro duramente anti-Berlusconi.

Marco Travaglio: L’Italia non è più una democrazia. Alcuni politicologi parlano di ‘democratura’, cioè una crasi di democrazia e dittatura, cioè una dittatura formalmente democratica. Cioè con un capo che controlla tutti i media, che controlla i soldi, che controlla banche, che controlla squadre di calcio. Che grazie a questo si rende eterno, rende impossibile il ricambio, compra il consenso dei cittadini e poi di quel consenso si serve non per andare al governo, ma per andare al potere, cioè per prendere tutto il potere, anche quelli che lui non ha. Vedi invasioni di campo continue nel campo giudiziario, nel campo dell’informazione eccetera. Altri parlano di dittatura della maggioranza, altri parlano di regime mediatico, ma certamente non c’è più nessun punto di contatto con la democrazia liberale dello stato di diritto come l’abbiamo conosciuto nei libri e come, almeno formalmente, c’è in tutti gli altri paesi d’Europa. La grossa fortuna di Berlusconi è quella di non avere un’opposizione, quindi di non avere un’alternativa. Il centro-sinistra, che avrebbe dovuto proporre un altro modello di società, di politica, di costume, di etica, di morale, non lo ha fatto, grazie al fatto che era molto compromesso con il malaffare. Anche il centro-sinistra ha trovato comodo che Berlusconi demolisse la libertà d’informazione e l’indipendenza della magistratura perchè comunque una classe politica marcia come quella italiana non può avere a cuore una magistratura indipendente e una stampa libera. Sono tutti terrorizzati, salvo rare eccezioni naturalmente, dal ripetersi di quello che è successo nel 1992. Dato che hanno continuato a rubare, a destra come a sinistra e hanno continuato ad avere rapporti con la mafia, avere voti dalla mafia, eccetera. Anzi hanno importato direttamente uomini della mafia dentro le istituzioni, come si è scoperto recentemente con questo signore infilato in Senato direttamente dalla ‘ndrangheta. In questi quindici anni il centro-sinistra ha lasciato fare a Berlusconi il lavoro sporco, per cui Berlusconi ha picconato per quindici anni la libertà d’informazione e l’indipendenza della magistratura, cioè i due poteri di controllo fondamentali sul potere politico e finanziario. Il centro-sinistra ha sperato di cavarsela approfittando del suo lavoro sporco da una parte e dall’altra proponendosi ai cittadini come un pò meglio, anzi un pò meno peggio. L’unica cosa che sanno dire i leader del centro-sinistra è ‘votate per noi, perchè Berlusconi è molto peggio’. Loro hanno trasformato la sinistra in una forma un pò più educata del berlusconismo e quindi non c’è stata una contrapposizione di due visioni della vita, della politica, della morale, eccetera, siamo sempre rimasti all’interno del bBerlusconismo. C’è un berlusconismo hard, che è quello di Berlusconi, doc, e poi c’è il bBerlusconismo light, del centro-sinistra.

Andrea Vreede: Per ora Travaglio può far sentire la sua opinione solo per mezzo del suo giornale, perchè la Rai, a causa delle elezioni regionali, ha cancellato tutti i talkshows dal suo palinsesto sino alla fine di marzo.

(Articolo originale di Andrea Vreede)

venerdì 10 settembre 2010

Italia dall'Estero - Come vivere senza Berlusconi?

Pubblico un articolo di Le Monde del 6 settembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Come vivere senza Berlusconi?

Dobbiamo ad un discreto teologo una delle più interessanti riflessioni dell’estate italiana. Approfittando di una brevissima bonaccia sul fronte delle polemiche italiane, Vito Mancuso si è posto una seria domanda in una lettera aperta inviata al quotidiano “La Repubblica” il 21 agosto: poteva continuare a pubblicare “con la coscienza a posto” i suoi libri con la Mondadori, dal momento che questa, controllata da Mediaset a sua volta proprietà della famiglia Berluscon (Fininvest), si è vista concedere una riduzione fiscale di parecchie centinaia di milioni di euro? La sua risposta è no. Bisogna dire che questa presa di posizione, piuttosto rara, e questa denuncia di un ennesimo conflitto d’interessi non ha fatto cadere nessuno dalla sdraio. Gli scrittori e gli intellettuali sollecitati dalla stampa a reagire, non si sono accapigliati per esprimere la loro solidarietà ad un uomo che ormai rifiuta che il suo lavoro possa, in qualche modo, arricchire Berlusconi.. In compenso non sono mancate riservé né sarcasm. Perché una presa di coscienza così tardiva? gl è stato rimproverato, sospettando che si tratti di una campagna pubblicitaria. Perché tanta ingenuità? hanno detto altri, che considerano questa battaglia individuale come persa in partenza.

Dal 1994, data dell’aquisizione della Mondadori e della storica casa torinese Einaudi da parte della Fininvest (grazie ad un giudice che si è accertato in seguito essere corrotto), tutti sanno chi è il proprietario di queste aziende. Ciò non significa però che gli autori pubblicati dalle case editrici del presidente del Consiglio non abbiano opinioni personali. Roberto Saviano, autore del best-seller Gomorra, si è interrogato sulla propria fedeltà alla Mondadori, quando in primavera, Berlusconi aveva accusato gli scrittori che si occupano di mafia di “rovinare l’immagine del Paese”. Rassicurato da una lettera della presidente della Mondadori, Marina Berlusconi, la figlia del “Cavaliere”, Saviano ha messo da parte i suoi dubbi.

Fino ad oggi, quattro autori di case editrici controllate da Mediaset – tra cui il Premio Nobel per la letteratura nel 1998 José Saramago (scomparso in giugno) – si sono visti rifiutare [la pubblicazione di] un libro a causa del contenuto troppo offensivo nei confronti dell’azionista di maggioranza. Cioè: gli scrittori pubblicati da Mondadori o Einaudi avrebbero abbandonato ogni capacità di indignazione, preferendo scendere a patti con il nemico per assicurarsi delle cospicue vendite.

In realtà si trattava piuttosto di stanchezza. Stanchezza nei confronti di un dibattito continuamente rilanciato fin dalla prima apparizione al potere di Silvio Berlusconi. Stanchezza all’idea di affrontare questo problema ricorrente: si può boicottare Berlusconi, vivere senza Berlusconi? Occorre dire che l’impresa non è facile. Se è facile denunciare l’onnipresenza del suo impero nell’economia italiana, è più difficile sottrarsene.

Prendiamo il caso di un anti-Berlusconi puro e duro che, per niente al mondo vorrebbe contribuire al suo arricchimento. Chiamiamolo Signor Rossi. Per la televisione, è abbastanza semplice, il Signor Rossi dovrà evitare i tre canali del “Cavaliere” (Canale Cinque, Italia Uno e Rete Quattro). Il sacrificio non è enorme considerata la mediocrità dei programmi. Tuttavia dovrà usare con parsimonia le emittenti statali: la maggior parte dei suoi dirigenti è stata nominata dal capo del governo.

Al cinema il Signor Rossi non andrà a vedere i film prodotti da Mediaset o distribuiti da Medusa. Per la stampa, eviterà “Il Giornale”, diretto dal fratello di Silvio Berlusconi. Il Signor Rossi farà a meno del settimanale Panorama, così come di una quarantina di riviste. In seguito la cosa si complica. Al Signor Rossi servirà l’attenzione minuziosa di un vegetariano che dà la caccia ai grassi animali. La Fininvest infatti possiede partecipazioni in due società italiane, Unicredit e Generali, che sono tra i più grandi investitori italiani. A cascata, queste partecipazioni collocano la Fininvest nel cuore dell’economia e dell’industria del Paese. Qualche esempio: se il Signor Rossi deve cambiare i pneumatici della sua auto o il proprio materasso, dovrà escludere la Pirelli. Per un conto bancario eviterà [il gruppo] Intesa San Paolo, di fatto la più grande banca al dettaglio italiana. Se prende l’autostrada, eviterà la tratta Milano Torino. Da amante del calcio, rinuncerà alle partite del Milan, di cui Berlusconi è proprietario e presidente.

Si capisce così che la vita senza Berlusconi non è cosa facile in Italia. Vito Mancuso, è ben deciso a percorrere tale strada. Venerdì 3 settembre, in un nuovo articolo indirizzato alla Repubblica, ha rilanciato la sua sfida all’impero chiedendo agli scrittori della Mondadori e di Einaudi di “liberarsi da questo conflitto d’interessi di cui sono tutti prigionieri”.

Però aggiunge: “So bene che non tutti possono permettersi questa battaglia. Esprimere pubblicamente il proprio disaccordo è un privilegio piuttosto raro. Il vecchio motto – “Primum vivere deinde philosophari” (prima vivere e poi fare filosofia) – vale per tutti e non invito nessuno a fare l’eroe”. Il Signor Rossi ne sa qualcosa.

(Articolo originale di Philippe Ridet)