giovedì 21 maggio 2009

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi corruppe un avvocato inglese, affermano i giudici italiani

Pubblico un articolo del Guardian del 19 maggio 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi corruppe un avvocato inglese, affermano i giudici italiani

* I giudici spiegano chiaramente l’origine del pagamento a Mills.
* Il Presidente del Consiglio respinge le accuse, secondo lui “scandalose”.

Silvio Berlusconi è finito sotto il fuoco dei leader dell’opposizione in Italia dopo che un tribunale ha dichiarato che Berlusconi corruppe il suo avvocato, David Mills, così da poter evitare l’arresto per le accuse di corruzione e mantenere gli “enormi profitti derivanti dalla conclusione di operazioni societarie e finanziarie illecite”.

I giudici hanno depositato le motivazioni della loro decisione, presa a febbraio, di condannare Mills, marito del ministro britannico per le olimpiadi, Tessa Jowell, a quattro anni e mezzo di prigione per aver accettato la mazzetta.

Mills è stato infatti ritenuto colpevole di aver accettato una mazzetta di $600,000 (£387,000) in un caso in cui era stato imputato insieme al suo ex cliente, accusato di aver pagato la somma.

Ma poiché Berlusconi si è dotato di immunità giudiziaria dopo essere tornato al potere l’anno scorso, la corte non ha potuto raggiungere alcun verdetto nei suoi confronti.

La sentenza di oggi rende evidente ciò che fino a tre mesi fa era solo implicito: il denaro pagato a Mills proveniva dal miliardario Presidente del Consiglio italiano.

In una tacita ammissione della serietà della situzione, Berlusconi ha annunciato che avrebbe rilasciato una dichiarazione di fronte al Parlamento; ma senza fissare alcuna data. “E’ una sentenza semplicemente scandalosa, contraria alla realtà come, ne sono convinto, si proverà in appello”, ha dichiarato, aggiungendo che si sarebbe presentato di fronte al Parlamento “non appena ne avrebbe avuto tempo” per “dire almeno ciò che ormai da qualche tempo penso di certi giudici”.

Il leader del più grande gruppo di opposizione, il Partito Democratico, Dario Franceschini, ha dichiarato: “Dovrebbe venire a dire ‘rinuncio ai privilegi [derivanti dalla legge sull’immunità] e mi sottopongo al processo come qualsiasi altro cittadino’ “.

Il leader del più piccolo partito, l’Italia dei Valori, ha dichiarato che l’unica opzione per Berlusconi sarebbe quella di “rassegnare immediatamente le dimissioni, perché se il Presidente del Consiglio non ha il coraggio di lasciarsi processare, renderà legittimo nella coscienza degli italiani ritenere che sia colpevole”.

Ma Mario Valducci, un anziano membro del partito del primo ministro, il Popolo delle Libertà, ha dichiarato: “E’ tempo che la magistratura torni ad essere credibile”.

“Episodi come questi causano solo difficoltà e confusione nei cittadini, oltre a confermare quanto sia stato necessario approvare la legge sull’immunità”.

Mills progettò per Berlusconi e la Finivest, l’azienda al centro del suo impero commerciale, una rete di società offshore. I pubblici ministeri negli anni ‘90 addussero che questa rete veniva usata, tra l’altro, per versare finanziamenti illeciti al partito dell’allora primo ministro italiano, Bettino Craxi. Affermarono inoltre che Berlusconi corruppe membri della Guardia di Finanza per ottenere un trattamento favorevole nelle questioni fiscali del suo gruppo.

In entrambi i processi, Mills era un testimone chiave per l’accusa. Ma, come hanno affermato ieri i giudici, egli operò come “falso testimone, consentendo a Silvio Berlusconi e alla Fininvest di ottenere l’impunità”.

I giudici hanno ritenuto fondata l’asserzione dell’accusa secondo la quale nel 1997, quando si trovava all’opposizione, il magnate della TV e dell’edilizia si accordò con Mills per essere ricompensato in cambio della sua testimonianza.

In un’affermazione poi ritrattata, l’avvocato inglese avallò la versione degli eventi che egli aveva dato al suo commercialista londinese – ovvero che egli aveva “tenuto Mr B fuori da un mare di guai in cui si sarebbe trovato se avessi detto tutto quello che sapevo”.

I giudici hanno affermato che parte del pagamento mirava a compensare Mills per il modo indiretto in cui il denaro fu posto in suo possesso, “tutte le operazioni di riciclaggio che avrebbe dovuto effettuare per nascondere, mascherare, trasformare e intascare la somma illegalmente pagatagli”.Il modo in cui guidò il denaro lungo una catena di società e trust offshore in un periodo di tre anni ha rappresentato “una delle sue più raffinate e criminali attività di riciclaggio”, hanno affermato i giudici.

Mills, che ha vigorosamente proclamato la sua innocenza, non è finito in prigione perché secondo la legge italiana potrà rimanere libero finché non saranno esaurite tutte le istanze d’appello. Il crimine per il quale è stato condannato, in ogni caso, ci si aspetta vada in prescrizione il prossimo anno.

(Articolo originale di John Hooper)

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