sabato 18 aprile 2009

Italia dall'Estero - La Lega impone a Berlusconi la data del referendum elettorale

Pubblico un articolo de El Pais del 16 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Lega impone a Berlusconi la data del referendum elettorale

Non coinciderà con le europee come chiedeva l’opposizione per risparmiare denaro e destinarlo alle vittime del terremoto

Secondo quanto annunciato giovedì dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi, il referendum sulla riforma del sistema elettorale italiano si terrà il 21 giugno. La consultazione popolare, se approvata, darebbe al paese un sistema bipartitico e porrebbe fine a quello attualmente in vigore, popolarmente conosciuto come “porcata”. La riforma conta sull’aperta opposizione della Lega Nord, l’alleato che assicura una forte maggioranza parlamentare a Berlusconi e in cui, oltretutto, milita Roberto Calderoli, autore della legge elettorale in vigore, ideatore del termine porcino e oggi ministro per la Semplificazione Normativa.

L’opposizione di centrosinistra aveva chiesto al Governo di anticipare il referendum al 7 giugno in modo che coincidesse con le elezioni europee e amministrative, con l’idea di destinare il denaro risparmiato (calcolato in 400 milioni) alle vittime del terremoto in Abruzzo. Però la Lega ha nettamente rifiutato. Per un razionale calcolo politico, ritiene che votando separatamente sarà più difficile raggiungere il quorum necessario per l’approvazione del nuovo sistema, che la danneggia molto in quanto meno federalista.

L’imposizione della Lega al Governo di cui è parte, è stata netta e Berlusconi, accusato dal Partito Democratico e dall’ala del proprio partito diretta da Gianfranco Fini, non ha avuto altra scelta che renderla pubblica. Ha spiegato che il partito guidato da Umberto Bossi, “avrebbe fatto cadere il Governo” se avesse anticipato la data del referendum. Berlusconi ha deciso di rivelare al paese la minaccia dei suoi alleati durante una nuova visita alla zona colpita dal sisma, nel tentativo di minimizzare le critiche sul dispendio economico che duplicherà l’appuntamento elettorale.

“Abbiamo deciso di non perseguire a tutti i costi il sistema bipartitico che rappresenta una situazione favorevole e molto positiva per noi”, ha spiegato Berlusconi. “Mi spiace che altri interpretano come una debolezza del presidente del Consiglio e del Pdl quella di aver ceduto a una precisa richiesta di un partito della maggioranza che, ove non fosse stata accolta, avrebbe fatto cadere il governo. In un momento come questo sarebbe stata un’irresponsabilità”.

La notizia del patto tra il Pdl e la Lega ha irritato Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati, che ha giudicato la decisione “uno spreco di denaro”. Il Partito Democratico che sembra aver ritrovato la fermezza persa e che in questi giorni ha tappezzato le città italiane con ironici cartelli che recitano “Roma Ladrona, Milano Sprecona”, è stato conciso: “Vince Bossi”.

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha lanciato durissime critiche al Governo. “Prima di parlare di un aumento di tasse per aiutare le vittime del terremoto mi piacerebbe vedere uno sforzo reale per ridurre le spese pubbliche improduttive. Spendere 400 milioni dei cittadini è inaccettabile”.

Berlusconi ha assicurato che ridurranno al minimo indispensabile lo spreco e ha affermato che la cifra è lontanissima da quella di cui si parla. “Bisogna scegliere, o una cosa o l’altra” ha concluso con l’espressione tesa.

(Articolo originale di Miguel Mora)

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