giovedì 8 ottobre 2009

Italia dall'Estero - La Corte Costituzionale italiana dichiara illegittima la legge sull’immunità che protegge Berlusconi

Pubblico un articolo di Le Monde del 7 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Corte Costituzionale italiana dichiara illegittima la legge sull’immunità che protegge Berlusconi

La Corte Costituzionale italiana, mercoledì 7 ottobre, ha dichiarato illegittima la legge sull’immunità che proteggeva Silvio Berlusconi dopo il suo ritorno al potere, nel 2008. Questa decisione può far riavviare le procedure giudiziarie contro il capo del governo italiano.

Secondo i media italiani, la decisione sarebbe stata presa con una maggioranza di nove giudici su quindici. Secondo Philippe Ridet, corrispondente di Le Monde in Italia, l’invalidazione della legge Alfano, coerente sul piano costituzionale, costituisce quantomeno una sorpresa sul piano politico:

“La decisione della Corte Costituzionale non è una sorpresa sul piano giuridico perché una legge precedente che aveva cercato negli stessi termini di evitare alle più alte cariche dello Stato di essere perseguite sul piano giudiziario era stata respinta nel 2004. Quindi i giudici si sono basati sulla decisione presa nel 2004 per respingere la nuova legge, chiamata legge Alfano. Invece, ciò che è più sorprendente sul piano politico sono le forti pressioni che sono state esercitate sui giudici. Ancora oggi Umberto Bossi ha minacciato di portare la gente in piazza nel caso in cui la decisione non fosse stata quella che lui si aspettava. Tutte queste dichiarazioni per invitare alla prudenza, o meglio per portare la Corte Costituzionale verso la prudenza politica. Ma evidentemente la Corte non si è basata su giochi politici ma esclusivamente sul diritto.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

“I magistrati hanno giudicato che sarebbe stato necessario fare ricorso ad una legge costituzionale e non a una legge ordinaria per concedere l’immunità penale alle quattro più alte cariche dello Stato italiano. La Corte Costituzionale ha allo stesso modo ritenuto che la legge Alfano, dal nome del ministro della Giustizia che l’aveva promulgata nel 2008, violi il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

La decisione della Corte Costituzionale ha come effetto immediato il riavvio di due processi contro Silvio Berlusconi. Il primo per corruzione di testimone nel caso Mills, dal nome di un avvocato inglese condannato nel 2008 a quattro anni e sei mesi di reclusione per falsa testimonianza. Mills aveva ricevuto 600 000 dollari (408 000 euro). In quel caso i giudici, nelle loro motivazioni, avevano individuato Berlusconi come il “corruttore”. Il secondo riguarda la sovrafatturazione dei diritti televisivi da parte del gruppo Mediaset, che gli appartiene.”

BERLUSCONI NON SI DIMETTERA’

Ma le conseguenze più immediate saranno di ordine politico. In Italia, i manovratori hanno già cominciato a ribaltare la sorte del presidente del Consiglio, racconta Philippe Ridet:

“E poi, le conseguenze politiche, che sono le più importanti per Italia perché ora si pone la questione se Berlusconi possa o meno continuare a governare l’Italia. Perché ne va dell’immagine dell’Italia, dello stato stesso dell’Italia come grande potenza democratica: può mantenere la sua carica e il suo ruolo quando sarà convocato ogni settimana per degli interrogatori? Vedremo. Lui non ha nessuna intenzione di dimettersi, ha già dichiarato che nonostante tutti andrà fino in fondo. Ci sono forti pressioni da parte dell’opposizione e forse anche a livello internazionale che potrebbero avere conseguenze. Sembra che la classe politica italiana stia già sognando il “dopo-Berlusconi”, tanto che questo pomeriggio a Roma, nel momento stesso in cui la Corte stava dibattendo per decidere quale sorte riservare a Berlusconi, ha avuto luogo un primo incontro che vedeva allo stesso tavolo Luca Cordero di Montezemolo, patron di Fiat e Ferrari, Gianfranco Fini, il presidente della Camera, un esponente del centrosinistra e uno della Chiesa. Dunque possiamo vedere come quelli che chiamano in Italia i poteri forti siano già alla ricerca di un’alternativa.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

Immediatamente dopo la decisione della Corte Costituzionale, il portavoce del Cavaliere ha reagito denunciando una “sentenza politica”. “Il presidente Berlusconi, il Governo e la maggioranza continueranno a governare come hanno chiesto gli Italiani attraverso il loro voto in ogni occasione da aprile 2008″, ha aggiunto.

“Andremo avanti, non ci piegheremo” ha rincarato la dose Umberto Bossi, il leader della Lega Nord. Principale alleato di Berlusconi in seno alla sua coalizione di centro destra, ha affermato che il Cavaliere “non vuole assolutamente elezioni anticipate. L’ho visto deciso a combattere”. In effetti, Silvio Berlusconi ha rapidamente denunciato la decisione della Corte Costituzionale giudicando che sia “di sinistra”.

Pier Luigi Bersani, uno dei capofila dell’opposizione di sinistra, ha affermato che Berlusconi ora dovrà rimettersi alla giustizia “continuando a fare il suo mestiere”. La Corte ha, secondo lui, in sostanza ritenuto che “Berlusconi e gli altri alti funzionari sono cittadini come gli altri e devono sottomettersi alle decisioni della giustizia”. L’ex-giudice anticorruzione Antonio Di Pietro, bestia nera di Berlusconi, è andato oltre, dichiarando che il capo del governo deve “dimettersi dalla sua carica”.

(Articolo originale di Le Monde & AFP & Reuters)

Nessun commento: