martedì 8 febbraio 2011

Italia dall'Estero - Rubygate: Berlusconi Urbi et Orgie

Pubblico un articolo de L'express del 26 gennaio 2011 (traduzione da Italia dall'Estero):

Rubygate: Berlusconi Urbi et Orgie

Le scappatelle del presidente del Consiglio fanno notizia all’estero. Il Vaticano si indigna, ma la società italiana, lei, non si scompone.

Anche il Papa, la settimana scorsa, ha dovuto abbassarsi a parlarne. Il suo portavoce, cardinale Bertone, in genere molto cauto, si è detto preoccupato per le “vicende italiane”, cioè le avventure sessuali di Silvio Berlusconi che riempiono i giornali della penisola e divertono tutto il mondo. Il Vaticano, quindi, richiama alla “moralità” colui che viene presentato ormai solo come un satrapo di una casa d’appuntamenti, e lo invita a “riscoprire le sue radici spirituali”. Sarà lunga.

Era ormai da un paio di mesi che non si sentiva più parlare dei festini del cavaliere. L’ultima era stata la vicenda del “collier di diamanti” regalato a Noemi per i suoi 18 anni. Ma poi, ci sono state Patrizia, Arisleida, Barbara, Eleonora, Concetta…
Solo nomi femminili, e reggiseni da maggiorate. Una schiera di seduttrici che, secondo la procura, non vedono l’ora di arrivare, alloggiate nelle residenze di Milano 2, quartiere costruito dal Cavaliere e “assoldate” da due suoi fedelissimi, per essere affidate a Nicole Minetti, la sua igienista dentale promossa consigliere regionale della Lombardia.
Tutte queste belle ragazze, che venivano chiamate, “Amore” o “Tesorino”, ancheggiavano tutte profumate, in mutandine o divisa da infermiera, davanti al “Sultano” ed ai suoi invitati, prima di rendergli onore e di ricevere, in cambio del disturbo, una busta piena di banconote da 500 euro.

E arrivò Ruby, alias Karima el-Mahroug

Fan del calcio, Berlusconi lo era anche di Ruby. Ed è lei, in realtà Karima el-Mahroug, che l’ha screditato, rivelando quelle serate “bunga-bunga” (olé-olé) nella villa di Arcore regno del piacere presidenziale. Aveva meno di 18 anni al momento dei fatti, anche se ne dimostrava di più, da qui le accuse, del tutto nuove per un presidente del Consiglio, di “prostituzione minorile”.
Per far sì che quei guastafeste della polizia la rilasciassero, Berlusconi aveva inizialmente spiegato loro, che si trattava della “nipote di Mubarak”, il presidente egiziano. “Si, ed io sono la regina Nefertiti”, ha ribattuto ironicamente una p.m. di Milano. La battuta non sarebbe che l’ennesimo episodio di avventure a metà strada tra il Satyricon su megaschermo ed un film di second’ordine se ne esistessero oggi, alla procura, 389 pagine di atti ed intercettazioni telefoniche vietate ai minori di 16 anni.

Al centro di tutte queste finezze, una giovane partecipante riferisce, in uno sprazzo di lucidità, un interrogativo che tutti si pongono: a forza di passare le sue notti “a toccare il culo alle ragazze davanti a tutti, mi chiedo come faccia il giorno dopo a lavorare”.
L’Europa è sbalordita, il debito pubblico italiano ha raggiunto il 118% del PIL, i giovani sono disperati e Silvio ama le donne. Almeno con lui, non ci si annoia mai nel grande cabaret che governa l’Italia da 15 anni, mescolando con noncuranza l’esibizione del privato e la bassa concezione della donna e della politica, entrambe comprabili.

Ragazze incoraggiate dai loro genitori

“Il potere è l’afrodisiaco supremo”, scriveva Henry Kissinger. Il cavaliere, uomo che si è fatto da sè, allampadato, seduto sul trono soffice fatto di sogni ed illusioni, ha saputo farne uso con talento. E si scopre oggi che i genitori delle signorine di Arcore non erano gli ultimi ad incoraggiare la propria prole a far parte dello squadrone volante: “Una marea di ragazze ti è passata davanti … ma svegliati !”, ha detto al telefono il padre di una di loro.
Duemila italiane, indignate, hanno firmato una petizione per spiegare a Berlusconi, che grida al complotto, che tutte le donne del paese non sono delle puttane. A parte ciò, il “sexgate” non cambia nulla, per il momento, per quanto riguarda il voto. Secondo un recente sondaggio, la metà del paese (49%) pensa che il presidente debba dare le dimissioni, l’altra metà (il 45%), no. Perchè?

(Articolo originale di Delphine Saubaber)

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