giovedì 3 febbraio 2011

Italia dall'Estero - Il festaiolo

Pubblico un articolo dell'Economist del 20 gennaio 2011 (traduzione da Italia dall'Estero):

Il festaiolo

CETTO LA QUALUNQUE è un irrimediabilmente corrotto e volgare imprenditore della Calabria, la punta d’Italia oppressa dai mafiosi. E’ appena tornato da un periodo di latitanza per candidarsi a sindaco della sua cittadina nativa, Marina di Sopra, afflitta dai proiettili e sinistramente gemellata con Weimar. A differenza di Martin Luther King, sostiene “ho un sogno… ma mi piace o pilu” [termine dialettale per indicare il sesso femminile]. Il Signor La Qualunque, personaggio centrale del nuovo film”Qualunquemente” è una invenzione . Ma questa settimana, improvvisamente, è sembrato terribilmente reale.

Il 17 gennaio scorso la procura di Milano ha presentato al Parlamento un dossier su dichiarazioni, relazioni e trascrizioni delle intercettazioni che hanno dipinto uno scenario tanto eccezionalmente squallido come lo è solo nelle tanto pubblicizzate commedie. Non mancano le orge organizzate presso la casa del Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi, che vedono coinvolte più di 20 donne seminude, e una sala per le sessioni note ai partecipanti come “Bunga Bunga”, attrezzata per la lap dance, con un guardaroba completo di divise striminizite da infermiere e poliziotte.

Il fascicolo riassume un’ inchiesta che rappresenta forse la minaccia finora più grande per Berlusconi e il suo governo conservatore, in carica da tre anni. Il 14 gennaio il Presidente del Consiglio ha appreso di essere stato messo formalmente sotto inchiesta, sospettato di due reati: di aver pagato in cambio di sesso con una prostituta minorenne nonché abuso di potere, per aver cercato di nascondere la vicenda. La presunta prostituta è Karima el-Mahroug (nota come Ruby), in fuga dal Marocco. Secondo il dossier, inviato a Roma perché gli investigatori hanno bisogno del consenso parlamentare per svolgere ricerche cruciali d’ufficio, la sig.ra el-Mahroug è stata ospite della villa di Berlusconi vicino Milano otto volte nel 2010. Quando lo scorso maggio fu condotta in una stazione di polizia con l’accusa di furto, venne consegnata ad un socio del Presidente del Consiglio, a seguito di una chiamata dal suo ufficio. Gli investigatori credono di avere abbastanza prove per accusare Berlusconi, senza udienza pre-processuale. Poteva anche essere sul banco degli imputati da maggio.

La soluzione a questa crisi che si potrebbe suggerire nella maggior parte degli altri paesi è stata categoricamente esclusa dal Presidente del Consiglio il 18 gennaio. “Rassegnare le dimissioni?”, ha chiesto i giornalisti, “siete matti?” Ancora una volta sembra determinato a non affrontare le critiche che avrebbero convinto personaggi pubblici più normali al ritiro, magari in un monastero. Questo è il settimo scandalo sessuale in cui è stato coinvolto personalmente Berlusconi. Ma, come dimostrato dai precedenti, i meccanismi che guidano i politici altrove in realtà non si applicano in Italia, o almeno non per Berlusconi.

La maggior parte dei leader politici degli altri paesi sono convinti, dai loro stessi seguaci e “per il bene del partito” ad andarsene prima che tutte le accuse arrivino in tribunale. Ma da quando, nel 2005, una legge elettorale introdotta dal precedente governo Berlusconi, ha reso i parlamentari italiani interamente dipendenti per la rielezione dal loro leader, che decide dove collocare i candidati delle liste di partito, questo tipo di ribellioni sono quasi impossibili da organizzare. Ciò è particolarmente vero nel Popolo della Libertà (PdL), movimento fondato dal Presidente del Consiglio, molti dei cui deputati devono la loro carriera politica a Berlusconi.

Dopo essere sopravvissuto, lo scorso anno, a due mozioni di sfiducia da parte dell’opposizione, la vulnerabilità principale del premier sembra più dovuta alla diserzione degli alleati della Lega Nord nel PdL. Finora sono rimasti leali, anche se una parte della missione originaria della Lega era ripulire la vita pubblica. Ma il governo è ormai così frenato dal poter garantire le riforme fiscali che il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, le reclamizza come prezzo del continuo supporto. A meno che non ritiri il sostegno, l’unica via che potrebbe rovesciare il Presidente del Consiglio sembra essere quella dei tribunali. E questo è un percorso potenzialmente tortuoso, scandito da uscite laterali dalle quali Berlusconi potrebbe di nuovo fuggire facilmente.

Per cominciare, i suoi avvocati sostengono che la Procura di Milano non ha diritto di indagare su fatti contestati, poiché la villa di Berlusconi è al di fuori dei confini giurisdizionali della città (così come la casa del funzionario di polizia che rispose alla telefonata dal suo ufficio e portò alla liberazione della sig.ra el-Mahroug’s). Hanno anche notato che l’onorevole Berlusconi e la sua giovane amica hanno entrambi negato di avere avuto sesso e dicono che non c’è una prova inconfutabile che mostri il contrario, per non parlare dell’eventuale pagamento. I resoconti sulle sessioni di “Bunga Bunga” includono molte presunte oscenità, ma non si parla concretamente di sesso.

L’accusa che il Presidente del Consiglio abbia abusato del suo potere può essere più facile da dimostrare e comporta un massimo della pena più pesante (12 anni contro tre per aver fatto sesso con una giovane prostituta). Ma gli avvocati di Berlusconi potrebbero ribattere che una accusa del genere richiederebbe la sentenza di un tribunale speciale e l’approvazione della Camera dei Deputati.

Restano due grossi questioni dovuti a questa situazione incerta. Uno è che il governo, che non ha potuto fare molto negli ultimi due anni a causa del suo leader più volte distratto dai problemi che egli stesso ha creato, resterà inerte per i mesi a venire, incurante dei problemi economici dell’Italia. Il secondo rischio, forse maggiore, che è stato suggerito da Berlusconi questa settimana, è che egli potrebbe chiedere un nuovo mandato per annientare l’indipendenza del potere giudiziario in un’elezione che potrebbe minacciare le fondamenta, vecchie di 150 anni, del suo paese. Povera Italia.

(Articolo originale)

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