giovedì 17 febbraio 2011

Italia dall'Estero - La legge e Berlusconi

Pubblico un articolo del Guardian del 12 febbraio 2011 (traduzione da Italia dall'Estero):

La legge e Berlusconi

Editoriale.

Basta è una parola che si sente molto spesso in Italia, ma mai, pare, in correlazione con il suo Presidente del Consiglio. Per quanto oltraggiose o poco sagge siano state le azioni di Silvio Berlusconi, gli Italiani non hanno mai detto di averne abbastanza, o almeno, in numero sufficiente o con sufficiente convinzione.

La svolta potrebbe esserci stata questa settimana, dopo che la procura di Milano ha presentato la richiesta di processo in relazione alle accuse di sfruttamento della prostituzione. Si aspetta la decisione del giudice a inizio settimana prossima sulla leggittimità della richiesta e, se accordata, Berlusconi potrebbe essere processato già ad aprile.

Apparentemente Berlusconi è già stato messo all’angolo giudiziario tante volte in passato. E’ stato in tribunale così tante volte che il numero esatto è materia di dibattito, ma il rapporto fra lui e la legge in passato è assomigliata a quella fra un’agile volpe e un goffo cacciatore. La fa sempre franca, anche quando viene giudicato colpevole.

Di solito ci riusciva prolungando i tempi processuali fino a decorrenza dei termini di prescrizione. Quando la legge non poteva venirgli in soccorso l’ha cambiata, e di recente ci ha riprovato nuovamente. Il suo controllo delle televisioni, in un paese dove solo il 10% della popolazione compra un giornale, gli ha permesso di seppellire i problemi per la maggior parte del tempo. Anche ora, gli sviluppi della vicenda che in altri paesi sarebbero in cima alle scalette dei telegiornali sono misteriosamente piazzati a metà o addirittura più in basso.

Ma questa volta non gli sarà facile scamparla. La vicenda in questione – il suo presunto pagamento di una diciassettenne per prestazioni sessuali – è avvenuta all’inizio dello scorso anno, troppo presto affinchè il reato cada in prescrizione.

Sarebbe sbagliato pronunciarsi su questa specifica accusa, ma è sempre stato fuori discussione che Berlusconi ha avuto troppo a che fare con troppe giovani donne di un certo tipo. Il movimento del Popolo della Libertà può essere chiamato party [partito in inglese, N.d.T.] in più di un senso. Ciò che è accaduto può essere stato illegale o meno, ma è di certo disgustoso. E’ di certo anche una grande distrazione dagli impegni governativi in un periodo in cui l’Italia versa in grave situazione economica e i problemi sociali domandano una particolare attenzione.

Nel frattempo, gli italiani sembrano essere piombati in uno stato di cinica rassegnazione sia per i difetti del loro leader sia per il degrado della politica. Sebbene la maggioranza delle persone ora pensi che l’onorevole Berlusconi debba dimettersi, lui è ancora al suo posto, sostenendo che la sua reputazione viene infangata e che i magistrati di sinistra lo perseguitano. Afferma che tutto questo danneggia l’Italia, e di certo è vero, ma non nel senso che egli dà alla frase. Adesso, Berlusconi potrà infliggere un danno ancora più grosso al paese forzandolo alle urne sulla questione del chi debba scegliere il comando politico di un paese: gli elettori o la magistratura.

(Articolo originale)

Nessun commento: