venerdì 12 novembre 2010

Italia dall'Estero - Caveat imperator

Pubblico un articolo del Financial Times del 3 novembre 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Caveat imperator

Silvio Berlusconi potrebbe sopravvivere all’ultimo clamoroso scandalo che ha travolto la propria presidenza. Ma anche se ce la facesse, sarebbe comunque impossibile non giungere alla conclusione che il sistema di cui è presidente sta marcendo dall’interno. La cosiddetta Seconda Repubblica italiana, nata nel 1992, quando gli scandali di Tangentopoli spazzarono via una generazione di politici corrotti, diede la possibilità all’Italia di rimodellare il sistema politico affinché fosse al servizio dei cittadini, anziché dei partiti politici. Quando il governo italiano passa da una delle crisi personali di Berlusconi all’altra, è chiaro che questo esperimento lungo 18 anni è fallito.

La promessa del 1992 ha ceduto il passo alla paralisi. L’impasse dei politici italiani è da tempo il principale ostacolo al successo economico: è stata questa la ragione per cui i leader del Paese non sono riusciti a cogliere l’opportunità di una riforma economica offerta dall’adozione dell’Euro.

La paralisi ha raggiunto l’apoteosi con Berlusconi. Gli ci sono voluti cinque mesi per sostituire il Ministro per l’Industria , che si era dimesso a maggio in seguito ad uno scandalo riguardante dei beni immobili. Questo non solo scatenò l’ira delle imprese, ma congelò alcune importanti decisioni riguardanti il nucleare in Italia.

La riforma del lentissimo sistema giudiziario è stata dirottata a causa dei tentativi di Berlusconi di liberarsi dei suoi sgradevoli processi. La commistione tra interesse pubblico e privato è esattamente ciò che la catarsi post-1992 avrebbe dovuto rimuovere.

A livello internazionale, la frammentarietà della sua politica interna ha fatto sì che l’Italia venisse lasciata al margine. In concreto, il rapporto Lamassoure, che ha ridotto la rappresentanza italiana al Parlamento Europeo, fu approvato in assenza di delegati italiani, impegnati a domare l’incendio di problemi interni al Paese.

Data la sua modesta influenza a Bruxelles, l’Italia stenta a determinarne le linee politiche. L’orientamento dell’eurozona è guidato dall’asse Francia-Germania, e quello dell’Unione Europea da quelle due nazioni più il Regno Unito. Oltreoceano è la stessa storia. Barack Obama ha ancora meno tempo per l’Italia di quanto ne avesse George W. Bush, nonostante l’impegno di Roma in Afghanistan.

La frattura nella coalizione che ha permesso a Berlusconi di governare in Italia per sette degli ultimi nove anni è un’opportunità per l’Italia di muoversi verso una nuova direzione. È giunto il momento per tutti di riflettere su come rianimare la politica ormai moribonda del loro Paese. Non c’è una cura semplice per questo malessere. Ci vuole una leadership politica, che scarseggia miseramente. Questo deve cambiare. Ma la premessa per un qualsiasi rinnovamento politico è chiara: Berlusconi dev’essere rimpiazzato.

(Articolo originale)

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