martedì 26 gennaio 2010

Italia dall'Estero - Il Senato italiano approva la legge che concede l’amnistia a Berlusconi

Pubblico un articolo de El País del 20 gennaio 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Il Senato italiano approva la legge che concede l’amnistia a Berlusconi

L’opposizione in blocco protesta contro “la diciannovesima norma su misura in sedici anni”.- Il primo ministro paragona la giustizia a un plotone d’esecuzione

La destra italiana ha firmato mercoledì scorso la morte del neonato Partito dell’Amore, approvando in Senato la proposta di legge nota come “processo breve”. La norma, approvata in una settimana dal Popolo della Libertà e dalla Lega Nord e che deve passare all’esame della Camera dei Deputati, ha valore retroattivo e causerà, secondo la magistratura, la fine di decine di migliaia di processi in corso, fra cui quelli che sta affrontando Silvio Berlusconi, il caso Mills e il caso Mediaset.

Uscendo da una colazione di lavoro privata con ultraconservatore Camillo Ruini, il primo ministro ha espresso soddisfazione per il voto parlamentare e ha accusato l’opposizione di calunniarlo e di essere “intellettualmente disonesta”. “Non credo che la legge sia incostituzionale, l’Europa e la Costituzione esigono che i processi durino tempi certi e ragionevoli”.

Alla domanda se prevede di lasciarsi processare, Berlusconi ha replicato: ”Questi processi non sono problemi di Berlusconi, ma aggressioni al primo ministro. I miei avvocati mi hanno sconsigliato di presentarmi, mi troverei di fronte a un plotone d’esecuzione”.

La proposta di legge è stata approvata con grande clamore con 166 voti a favore e 130 contrari. Ci sono state grida, insulti, applausi e un senatore del PdL ha lanciato il volume che raccoglie la trascrizione degli emendamenti (tutti respinti dalla maggioranza) contro gli scranni dell’Italia dei Valori mentre il gruppo d’opposizione esibiva cartelli che recitavano “giustizia morta” o “Berlusconi lasciati processare”. Il presidente Renato Schifani, ha inviato i commessi a ritirare i cartelli ai parlamentari, ha dato inizio alla votazione e ha sospeso la sessione in tutta fretta.

I tre partiti d’opposizione hanno votato contro il testo, formato da cinque articoli, e che, secondo la contabilità del Partito Democratico, è la diciannovesima legge su misura fatta in sedici anni dai tre governi Berlusconi per ottenere l’immunità giudiziaria del magnate. La magistratura ha dichiarato in una nota che la riforma avrà “conseguenze devastanti per l’intero sistema giudiziario italiano”.

Il testo accorcerà i tempi della prescrizione nei processi relativi ai reati commessi prima del 2 maggio del 2006. I processi per reati puniti con un massimo di dieci anni di prigione dureranno sei anni per i tre gradi (tre anni il primo grado, due l’appello e uno la Cassazione). Per i processi con pene superiori a dieci anni, i termini saranno rispettivamente di quattro, due e un anno e mezzo (sette e mezzo in totale). I reati di mafia e terrorismo potranno essere giudicati in un massimo di quindici anni se coinvolgono un numero elevato di imputati.

Anna Finocchiaro, portavoce dei senatori del Partito Democratico, ha affermato che la legge “cambierà una giustizia lenta con una giustizia negata”, e rivolgendosi alla maggioranza ha esclamato: “Per diciannove volte avete usato il Parlamento, sprecando tempo e risorse pubbliche destinate all’interesse comune, per fini particolari; non avete avuto timore, a questo fine, di devastare l’ordinamento, non avete mai avuto senso di vergogna. La vostra iniziativa negherà la giustizia a migliaia di cittadini”.

Luigi Li Gotti dell’IDV, ha segnalato che la riforma “manda a morte 100.000 processi per salvare Berlusconi, i suoi affari e la sua responsabilità criminale”. L’Unione di Centro ha definito il progetto “un’amnistia incostituzionale”.

Dall’altro lato dell’emiciclo, Maurizio Gasparri, portavoce del PdL, ha accusato il centrosinistra di ipocrisia per aver abbandonato la sua tradizionale posizione garantista, e ha ricordato che in Italia vanno in prescrizione cinquecento processi ogni giorno. “Vogliamo che questi processi si celebrino, siamo noialtri che salviamo la giustizia e ne siamo orgogliosi”.

(Articolo originale di Miguel Mora)

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