domenica 24 gennaio 2010

Italia dall'Estero - Dieci anni dopo, l’Italia è ancora divisa su Craxi

Pubblico un articolo dell'Independent del 20 gennaio 2010 (traduzione da Italia dall'Estero):

Dieci anni dopo, l’Italia è ancora divisa su Craxi

L’establishment tenta di riabilitare la memoria del mentore di Berlusconi caduto in disgrazia

In fase di evidente riabilitazione, l’establishment politico italiano si è riunito ieri per celebrare Bettino Craxi, leader dell’ex Partito Socialista, a 10 anni esatti dalla sua morte in esilio, condannato e considerato dai più causa della dilagante corruzione nella politica italiana.

Craxi fu accusato di corruzione per milioni di euro nell’ambito di quello che divenne poi famoso con il nome di scandalo di Mani Pulite. La fonte della tangente più consistente, del valore superiore ai 10 milioni di euro, fu la All Iberian, azienda fondata dal suo intimo amico e protetto, Silvio Berlusconi.

La difesa impassibile di Craxi: “Così fan tutti” non convinse il pubblico che gli lanciò monetine il giorno in cui lasciò l’hotel a Roma, trattamento tradizionalmente riservato ai ladri. Caduto in disgrazia, Craxi si rifugiò nella sua villa in Tunisia per evitare la reclusione. Accusato e condannato a 25 anni in contumacia, morì in esilio il 19 gennaio 2000.

Ma ora, per la gioia di molti, tra cui Berlusconi – nonostante il disgusto di tanti altri – la riablitazione di Craxi procede a spron battuto. Letizia Moratti, sindaco di destra di Milano, Ministro dell’Istruzione nel precedente governo Berlusconi, ha annunciato che gli verrà intitolata una via della città. E durante una cerimonia al Senato, Berlusconi e alcuni suoi ministri si sono uniti ai parenti di Craxi per celebrarne la vita. Biasimando il trattamento subito, un politico di lungo corso alleato di Berlusconi, ha dichiarato: “per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico”.

Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ex comunista, si è mostrato in linea con il nuovo atteggiamento, sottolineando che Craxi ha lasciato “un segno indelebile” nella politica italiana.

Ma Antonio Di Pietro, il magistrato divenuto politico all’opposizione, che interrogò Craxi nel dicembre del 1994, ha espresso parole di condanna senza mezzi termini. “In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e distorta”, ha dichiarato. “Verso di lui ci fu una durezza senza eguali? Certo, perché Craxi non ebbe eguali nel suo atteggiamento, nel commettere crimini e nel lasciarli commettere.”

Felice Belisario, membro dell’Italia dei Valori di Di Pietro ha affermato: “È davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale”. Alcuni manifestanti hanno sfilato con cartelli sui quali i volti dei due leader si fondevano sopra la scritta “Berluscraxi”.

L’inchiesta per corruzione di Mani Pulite iniziò nel febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa, un socio di Craxi a lui molto vicino sorpreso mentre intascava una tangente, prima di coinvolgere il mondo della politica e degli affari. Gli inquirenti scoprirono una fitta rete di corruzione e il Partito Demoscristiano e quello Socialista vennero travolti dalla disapprovazione generale. In due anni, vennero indagati 321 deputati, otto ex deputati e circa 5.000 imprenditori vennero accusati di corruzione in seguito alla sospensione dell’immunità parlamentare – che Berlusconi sta ora tentando di ripristinare.

Benché Craxi fosse diventato l’emblema della corruzione, la reputazione di leader vigoroso e determinato continua ad adombrare i suoi reati in certi ambienti. Si guadagnò la nomea di uomo forte d’Europa quando nel 1995 negò al Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, di estradare i dirottatori arabi dell’Achille Lauro per farli processare in America.

Berlusconi, nella sua prima apparizione ufficiale dopo l’aggressione di dicembre, ha reso omaggio ieri in Senato al vecchio amico, facendo riflettere ancora una volta sulla natura del loro rapporto. Craxi fu un benefattore per Berlusconi, quando quest’ultimo era ancora un promettente magnate televisivo: fu padrino di due dei suoi figli e modificò la legge così da permettere a Berlusconi di rompere il monopolio televisivo e creare la prima rete commerciale italiana a metà degli anni ‘80.

I processi, che portarono alla fuga di Craxi dalla giustizia, avrebbero dovuto epurare la politica italiana dalla corruzione, ma dopo 17 anni solo pochi potrebbero affermare di esserci riusciti. Luca di Montezemolo, Presidente di Ferrari e Fiat, ha dichiarato recentemente che nulla è cambiato davvero dagli scandali dei primi anni ‘90.

Bettino Craxi: socialista latitante

*Nasce a Milano nel 1934, figlio di un avvocato.

*Nel 1983 fu il primo socialista ad essere eletto Presidente del Consiglio italiano. Rimase in carica fino al 1987, divenendo così il premier più a lungo in carica dal dopoguerra italiano, un record superato solo dall’amico Silvio Berlusconi nel 2005.

*Durante il rapimento, nel 1978, dell’ex Presidente del Consiglio Aldo Moro, Craxi fu l’unico deputato importante che chiese di parlare con le Brigate Rosse che lo avevano sequestrato. Non venne avviata nessuna negoziazione e Moro venne assassinato dai suoi rapitori.

*Durante la Presidenza del Consiglio, Craxi proclamò con orgoglio che il prodotto interno lordo italiano aveva superato quello del Regno Unito.

*Il “Decreto Berlusconi” del 1984 fu il più grande favore nei confronti del giovane imprenditore televisivo, ruppe il monopolio televisivo della RAI, dando a Berlusconi la possibilità di avviare una rete privata concorrente.

*Mentre lo scandalo di tangentopoli si diffondeva a macchia d’olio, Craxi si dimise da Segretario del Partito Socialista e volò in Tunisia, dove rimase fino alla morte avvenuta sette anni dopo.

(Articolo originale di Michael Day)

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