sabato 19 marzo 2011

Italia dall'Estero - In appello senza prospettive

Pubblico un articolo del Sueddeutsche Zeitung del 11 marzo 2011 (traduzione da Italia dall'Estero):

In appello senza prospettive

Il premier Silvio Berlusconi mette in moto una discussa riforma della giustizia tesa a limitare i diritti di giudici e pubblici ministeri

Roma – Il caso Ruby non accenna a chiudersi e resta sulle prime pagine dei giornali. Secondo indiscrezioni pare che due italiani abbiano offerto una cospicua somma di denaro ad una impiegata dell’anagrafe perche´ falsificasse la data di nascita della prostituta Ruby. Ruby, ancora minorenne, avrebbe infatti preso parte, dietro pagamento, a delle feste private del presidente del consiglio italiano. All’inizio di aprile Silvio Berlusconi dovra´ comparire davanti ai giudici proprio per questi contatti: i reati di cui lo si accusa sono prostituzione minorile e abuso di ufficio. Proprio in questo periodo Berlusconi porta avanti un progetto di riforma della giustizia che mira a limitare i poteri dei giudici.

Il giornale Il Fatto Quotidiano ha riportato la notizia di due italiani e un marocchino che il 7 febbraio sarebbero stati a Fkih Ben Salah, luogo in cui nel 1992 sarebbe nata Ruby, sotto il nome di Karima El M. L’impiegata dell’anagrafe avrebbe riferito di aver ricevuto dai tre un’offerta di denaro molto ingente, peraltro rifiutata, affinche´ anticipasse al 1990 l’anno di nascita di Ruby. Gli avvocati del premier precisano che Berlusconi non avrebbe nessuna implicazione in questa vicenda e che sarebbe piuttosto da chiarire la fondatezza di tali notizie. Se una cosa del genere dovesse risultare vera, avrebbe conseguenze molto gravi per Berlusconi. Il Giornale, quotidiano del gruppo di Berlusconi, affermava nei giorni scorsi che il Premier avrebbe riferito in ambienti privati di avere “prove che la registrazione di Ruby all’anagrafe marocchina e’ avvenuta solo due anni dopo la sua nascita. E che questa prova sara’ stata portata ai giudici”.

Questo non e´ l’unico processo per il quale Berlusconi e´ imputato e ha comunicato di volersi mettere a disposizione della giustizia tutti i lunedi’ spiegando agli italiani come stanno veramente le cose. A Milano sono in corso altri tre processi: la settimana scorsa e´ stato riavviato il “processo Mediaset” per corruzione e frode fiscale. Venerdi´ il tribunale ha fissato per il 23 marzo la prossima udienza del “processo Mills” nel quale Berlusconi e´ accusato di aver corrotto l’avvocato inglese David Mills inducendolo a testimoniare il falso. Un terzo processo, per frode fiscale, deve essere ancora aperto.

Di recente il presidente del consiglio italiano ha annunciato una radicale riforma della giustizia. Per poter entrare in vigore occorre che entrambe le camere la accettino. Opposizione e rappresentanti dei giudici la criticano aspramente perche´ ridurrebbe ampiamente l’indipendenza dellla magistratura. Questa riforma e´ un tema ricorrente del governo e ripetuti sono stati finora i tentativi di portare avanti questo progetto. Costante l’accusa che viene mossa a Berlusconi di voler cambiare le leggi a proprio vantaggio. Berlusconi respinge quest’accusa. “La riforma che abbiamo deciso rinnovera´ tutto il sistema giudiziario. Questa riforma la volevo gia´ quando entrai in politica nel 1994″ – dice Berlusconi. Sulla necessita´ di riformare la politica sono d’accordo praticamente tutti i partiti, anche l’ordine dei giudici ANM e´ del medesimo parere. Sul come pero´ questo debba avvenire, ci sono divergenze. Il problema principale sono i tempi estremamente lunghi della giustizia italiana. I procedimenti penali durano mediamente otto anni. Chi intenta una causa civile deve mettersi nell’ordine di idee che il processo non verra´ aperto se non due o tre anni piu´ tardi. Il primo grado dei processi civili dura di media tre anni.

Questa riforma prevede che un’assoluzione in primo grado non possa essere impugnata in appello dall’avvocatura dello stato. In caso di errori grossolani i magistrati devono poter essere giudicati e rispondere dei propri errori. Le carriere dei giudici e dei pubblici ministeri devono essere separate, cosi´ come quelle dei rispetivi organi di controllo. Secondo il presidente dell’ordine dei giudici Luca Palamara, questa riforma sotterrerebbe l’autonomia dei giudici.

(Articolo originale)

Nessun commento: