martedì 27 ottobre 2009

C'è il corrotto ma non (ancora) il corruttore

Riporto il flash che è comparso poco fa sul sito di Repubblica:

Mills condannato in Appello, confermata la corruzione

MILANO - La seconda sezione della Corte d'Appello di Milano, dopo 4 ore di camera di consiglio, ha confermato la condanna a quattro anni e sei mesi nei confronti dell'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari.

Il legale è stato condannato perchè, secondo la sentenza di primo grado, avrebbe ricevuto 600mila dollari da Silvio Berlusconi per essere un testimone reticente in due processi nei quali era imputato il presidente del Consiglio, quello su "All Iberian" e quello sulle tangenti ad uomini della Guardia di finanza.


Anche la Corte d'Appello ha confermato il reato, con un po' di dignità (se ne ha) Mr B. se ne dovrebbe andare ora più che mai. Hammamet non è poi così lontana.

giovedì 22 ottobre 2009

Italia dall'Estero - La fabbrica di buone notizie di Berlusconi

Pubblico un articolo del Guardian del 13 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La fabbrica di buone notizie di Berlusconi

Nel 1937 il dittatore Benito Mussolini creò il MinCulPop – il Ministero per la Cultura Popolare – un ufficio governativo di propaganda, col chiaro scopo di controllare i media e di diffondere la versione ufficiale dei fatti.

Il MinCulPop aveva il compito di selezionare le notizie che potevano essere diffuse a livello nazionale e di inviare gli articoli e i comunicati alle sale stampa e alle stazioni radiofoniche. Era il modo che aveva il Duce per imporre una visione positiva del Paese, nascondendo i fatti veri. Mussolini era convinto che tutte le notizie cattive dovevano essere evitate e che l’Italia doveva essere dipinta come una nazione florida e felice. La parola propaganda era accuratamente evitata, così come le notizie che potessero mettere in cattiva luce l’Italia. Nulla di strano per una dittatura fascista.

Settantadue anni dopo la fondazione del MinCulPop, l’Italia ne ha lanciato la versione moderna. Presentato come un corpo speciale dedito al miglioramento dell’immagine del Paese, questo nuovo ufficio governativo avrà la responsabilità di diffondere buone notizie sull’Italia. Il governo afferma che è necessario per ragioni commerciali. L’Italia deve contrastare gli incessanti attacchi negativi partiti dai media di tutto il mondo nei confronti di Silvio Berlusconi e i suoi politici poiché essi danneggiano gli affari dell’Italia. Il turismo è in affanno in seguito ai numerosi attacchi della stampa e bisogna reagire velocemente per fare in modo che gli stranieri non scelgano destinazioni alternative all’Italia per le loro vacanze.

Essendo un questione di turismo, è toccato al Ministro per il turismo Michela Vittoria Brambilla fare la presentazione della nuova taskforce, alla quale parteciperà un gruppo di giovani giornalisti e esperti in comunicazione i quali avranno due compiti: monitorare la stampa estera ovunque nel mondo, “dal Giappone al Perù”, e “tempestare le sale stampa di notizie veritiere e positive”. È questa la veste della nuova unità anti-denigrazione – la quale potrebbe essere definita un po’ maliziosamente un dipartimento di propaganda – che inizierà a operare dal mese prossimo.

E anche se effettivamente sembra propaganda, il Ministro per il turismo ci rassicura che non è così. “Noi racconteremo i fatti. Potremmo evidenziare alcune iniziative del governo, nel caso fosse appropriato. Ma, soprattutto, racconteremo al mondo l’Italia generosa, vera e audace – l’Italia degli imprenditori, dell’arte, degli eventi culturali e dei nostri prodotti”. Ha aggiunto che ci sarà una sezione apposita all’interno della taskforce dedita alla fornitura di articoli per la stampa, di materiale per internet e di contenuti video.

Questa iniziativa non stupisce dopo le recenti critiche rivolte dal Presidente del Consiglio alla stampa estera, la quale, secondo lui, agisce contro l’Italia danneggiando non solo lui, ma anche tutto il Paese. E non sorprende che Berlusconi voglia contrattaccare le critiche che oramai vengono da quasi ogni angolo del pianeta.

Il Presidente del Consiglio ha ribadito il suo punto di vista durante l’assemblea degli industriali di Monza e Brianza: “Chi getta discreto sull’Italia lo getta anche sui prodotti e sulle imprese italiane.. Gli imprenditori dovrebbero ribellarsi a questo modo di agire anti-italiano”. La Brambilla si è limitata a dare forma alle idee di Berlusconi. Le sale stampa all’estero devono essere sommerse da storie italiane di successo, escludendo ogni riferimento a eventuali cattive notizie o critiche. Ma non preoccupatevi – questo non ha nulla a che fare con la propaganda. Non sembra per nulla la riedizione del MinCulPop. Si tratta soltanto di un modo per promuovere il turismo.

(Articolo originale di Manuela Mesco)

giovedì 15 ottobre 2009

Italia dall'Estero - Italia, membro UE

Pubblico un articolo del Volkskrant del 9 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Italia, membro UE

Editoriale

L’Unione Europea è più di un mercato comune. È anche un’alleanza di stati democratici, una comunità di valori. Nuovi stati membri vengono ammessi solo se rispondono ai requisiti europei nel campo della democrazia e dello stato di diritto.

È legittimo chiedersi quante possibilità di essere ammessa avrebbe oggi l’Italia se presentasse domanda di ammissione all’Unione Europea. A prima vista è una domanda inopportuna da rivolgere ad un Paese che, insieme al Benelux, alla Germania e alla Francia, fa parte del gruppo fondatore dell’Europa. Chi però ha una visione d’insieme degli sviluppi in Italia, non può far altro che concludere che il Paese, sotto la guida del premier Silvio Berlusconi, inizia a mostrare sempre maggiori tratti da ‘democrazia pilotata’.

In assenza di una opposizione efficace, in effetti solo il potere giudiziario riesce ancora a opporre qualche resistenza alla fame di potere del premier/imprenditore. Questa è stata la ragione che l’anno scorso ha spinto Berlusconi a far approvare dal parlamento una legge che gli garantisse l’immunità penale, come anche al presidente e ai due presidenti del parlamento. Mercoledì la Corte Costituzionale ha stabilito che questa legge è anticostituzionale. La Costituzione sancisce che tutti sono uguali davanti alla legge, quindi non possono essere fatte eccezioni per le alte cariche.

La reazione di Berlusconi, ai cui occhi l’ “assurda” sentenza prova che la Corte Costituzionale è un organo nelle mani della sinistra, non avrà sorpreso nessuno, ma non per questo è meno allarmante. Il capo di governo italiano ha già in passato dato prova di nutrire una concezione discutibile della divisione dei poteri.

L’atteggiamento sprezzante di Berlusconi non può nascondere il fatto che la sentenza sia stata un brutto colpo per lui.

L’Europa non può più mantenere il silenzio su Berlusconi.

La bocciatura della legge sull’immunità apre la strada alla messa sotto processo del premier per vari vecchi casi di corruzione che riguardano i suoi interessi imprenditoriali. Inoltre, la sentenza arriva in un momento in cui il premier è gia alle strette a causa delle sue scappatelle amorose. E, meno di una settimana fa, centinaia di migliaia di italiani hanno manifestato contro i tentativi di Berlusconi di imbavagliare la stampa.

In un altro paese membro dell’UE tutto ciò sarebbe stato sufficiente a costringere il premier a dimettersi, ma Berlusconi può ancora contare su un grande numero di sostenitori nel proprio paese. È l’espressione degli equilibri polarizzati dell’ Italia, dove senza dubbio aumenteranno le tensioni conseguenti alla sentenza e offriranno al premier una scusa per interessarsi ancora meno degli affari di Stato e salvaguardare ancora più la propria posizione.

In fondo, il problema non è Berlusconi, ma il sistema politico allo sbando del quale egli è il prodotto. L’opposizione italiana non può chiamarsi fuori causa, avendo spianato la strada al ritorno di Berlusconi con le sue croniche divisioni interne. Nel frattempo, le azioni di quest’ultimo non possono lasciare insensibili gli altri stati dell’UE. L’ Europa non può predicare la democrazia verso l’esterno, e allo stesso tempo continuare a tollerare che a casa propria ci si faccia gioco dei principi fondamentali dello stato di diritto.

(Articolo originale)

mercoledì 14 ottobre 2009

Italia dall'Estero - La Dolce Berlusconi

Pubblico un articolo del Washington Post del 13 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Dolce Berlusconi

Silvio Berlusconi è stato accusato di corruzione, evasione fiscale e sovversione della stampa . Sua moglie lo ha lasciato per via delle sue frequentazioni con prostitute e delle orge che organizza nella sua villa in Sardegna. Fa battute imbarazzanti (e le ripete, come nel caso dell’”abbronzatura” del Presidente Obama) e periodicamente sparisce per sottoporsi all’ennesimo intervento di chirurgia plastica. E’ in guerra con il sistema giudiziario italiano, con quasi tutti i giornalisti che non lavorano per lui e con la Chiesa Cattolica. La scorsa settimana la Corte Costituzionale ha revocato la sua immunità, per cui gli italiani si possono aspettare una nuova serie di avvisi di garanzia e scandali.

Ma la cosa più interessante del Presidente del Consiglio italiano è la seguente: gli italiani continuano a votarlo. La logora coalizione di cui è a capo – Il Popolo della Libertà – ha ottenuto una vittoria decisiva alle elezioni del 2008 e ha schiacciato l’opposizione durante le elezioni europee del giugno 2009. Che siate o meno d’accordo con le dichiarazioni di sua figlia, che dice che “verrà ricordato dai libri di storia come il leader più duraturo ed amato della storia della Repubblica” – non potete negare che sia stato lui la forza dominante nella politica italiana fin da quando divenne presidente del consiglio nel 1994. Ma perché?

Le risposte sembrano essere molteplici, alcune sono legate alla strana situazione di impasse che, in primo luogo, l’ha portato al potere. All’inizio degli anni ‘90 , il sistema politico italiano fu sconvolto da una serie di inchieste giudiziarie sulla profonda corruzione che permeava l’intera classe politica italiana. Come risultato, tutti i maggiori partiti politici e tutti i principali esponenti sparirono da un giorno all’altro, a volte letteralmente: Bettino Craxi, guida del Partito Socialista per quasi 20 anni, scappò in Tunisia per sfuggire all’arresto, per poi morire lì, in esilio.

Berlusconi si è infilato nel vuoto che si era creato, promettendo di affrontare questioni che nessun altro aveva osato avvicinare – specialmente l’immigrazione di massa dal Nord Africa – e di trattare problemi che nessun altro era stato in grado di risolvere, come il complicato sistema fiscale e la famosa burocrazia. Ma se si guarda indietro è ovvio che Berlusconi (che di fatto ha realizzato ben poche delle riforme promesse) ha anche creato la controrivoluzione: aveva fatto carriera nel vecchio sistema – come molti altri – e, una volta al potere, ha concluso l’epurazione iniziata dai giudici.

Gli italiani, mi ha raccontato Beppe Severgnini, “avevano paura del loro stesso coraggio”. Erano inoltre spaventati dal caos e in un paese che ha avuto, in media, un governo diverso ogni anno negli ultimi 60 anni, Berlusconi, una figura familiare da anni, è divenuto simbolo di una certa stabilità. La sinistra italiana è disorganizzata, il centro-destra è paralizzato e molte persone hanno preferito un male che conoscono già.

Naturalmente Berlusconi ha una marcia in più che nessun altro ha: la televisione popolare. Possiede e controlla tre canali principali e svariati canali digitali. Controlla di fatto la televisione di stato, in quanto Presidente del Consiglio. Ci sono giornali, riviste e talk-show trasmessi in tarda serata che lo criticano, ma non raggiungono lo stesso numero di persone. Proprio come il suo amico Vladimir Putin, Primo Ministro russo, non cerca di influenzare tutti i mezzi di comunicazione, ma solo quelli che raggiungono il maggior numero di elettori.

Tutto ciò può non essere determinante per una vittoria elettorale, ma di sicuro aiuta. Questa situazione ha fatto in modo che l’Italia diventasse il centro del più grande movimento per la libertà di stampa dopo l’ex Unione Sovietica.
Ma alla fine questa dominazione non può essere l’unica spiegazione a tutti i suoi voti. Ci deve essere qualcosa di attraente nello stesso Berlusconi. Severgnini lo ha definito uno “specchio” dell’Italia moderna, e puoi vederlo: un arricchito (come quasi tutti in Italia), sfacciato nel sbandierarlo (ricordate la villa in Sardegna); un amante delle donne e del calcio (possiede l’ A.C. Milan); leale con gli amici (al punto di proteggerli dalla legge); che chiaramente se la spassa a tutte quelle feste e sul suo yacht. Berlusconi rappresenta una caricatura dell’ideale di vita italiano.

E proprio perché lui è una caricatura, riesce a cavarsela in situazioni dove altri non riuscirebbero. Puoi vedere gli italiani che si intrattengono con le storielle di Berlusconi e poi si fanno grasse risate.
Tra l’altro, con Berlusconi come Presidente del Consiglio, non c’è bisogno di essere seri. Non ti devi preoccupare di geopolitica o dello stato del pianeta, di povertà o di stati falliti. Puoi startene a casa, rimanere sul leggero e discutere dell’ultimo scandalo legale. E forse, anche questo fa parte dell’attrattiva esarcitata da Berlusconi.

(Articolo originale di Anne Applebaum)

Italia dall'Estero - Berlusconi non deve portare l’Italia a fondo con sé

Pubblico un articolo della Reuters del 9 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi non deve portare l’Italia a fondo con sé

Parigi – Silvio Berlusconi sembra determinato a portare le istituzioni italiane a fondo con sé mentre annega in una palude di processi e scandali. Ma i suoi alleati politici non dovrebbero legare irrevocabilmente il proprio destino al suo.

Quando la Corte costituzionale italiana ha sentenziato questa settimana che il Presidente del Consiglio non è al di sopra della legge, invalidando uno statuto fatto a misura che gli garantiva l’immunità dalla persecuzione, la reazione di Berlusconi è stata quella di attaccare i membri della stessa Corte e il presidente Giorgio Napolitano e definirli sinistroidi prevenuti nei suoi confronti.

Berlusconi si trova di fronte a due processi, uno per presunta corruzione in cui il legale britannico David Mills è stato condannato per aver accettato una tangente da lui. Nell’altro, è accusato di evasione fiscale. Ha negato tutte le malefatte e descritto i casi come delle “vere farse”.

Queste sono le parole di un uomo che è stato eletto per sostenere la Costituzione e il corso della legge. Eppure, tutte e tre le volte in cui, negli ultimi 15 anni, Berlusconi è salito al potere, ha speso il suo primo anno (se non di più) a mettere in atto una legislazione al proprio servizio per garantirsi l’immunità, decriminalizzare le frodi fiscali e cambiare lo statuto delle limitazioni. I suoi interessi personali e imprenditoriali hanno avuto la precedenza sul governo dell’Italia, che ha disperatamente bisogno di riforme.

Ora è chiaro che se dovesse rimanere in carica, i prossimi anni verranno spesi a combattere battaglie legali dentro e fuori i tribunali, citando quotidiani che osano mettere in questione la sua morale e lottando per soffocare gli scandali che coinvolgono la sua vita sessuale. E qui scompare qualsiasi prospettiva di smuovere l’economia sclerotica italiana, già debole prima della crisi finanziaria e, secondo le previsioni per quest’anno, prossima a una contrazione del 5%.

Berlusconi ha chiarito di non avere intenzione di andarsene volontariamente o senza chiasso. Ma i suoi alleati politici dovrebbero cominciare a considerare se il magnate dei media miliardario stia diventando un peso piuttosto che un vantaggio per il loro stesso futuro.

Finchè si è trattato di affrontare una dura sfida di una sinistra unita, il populista carismatico è stato un vitale accaparratore di voti e finanziere della destra italiana. E’ stato anche il solo politico che ha saputo domare la radicale Lega Nord, contraria all’immigrazione, e tenerla in una coalizione al governo. Ma con la sinistra ora divisa, senza leader e allo sbaraglio, le ragioni per aggrapparsi a lui sono molto più deboli.

Per certo, Berlusconi resta sorprendentemente popolare nonostante i suoi problemi legali e la richiesta di divorzio della moglie causata dalla sua contestata relazione con una minorenne, come anche le rivelazioni secondo le quali avrebbe intrattenuto prostitute nella sua residenza ufficiale. Eppure ha gravemente sminuito il profilo internazionale dell’Italia e i suoi guai personali e legali ora minacciano di danneggiare anche le sue prospettive economiche.

Ambiziosi politici conservatori come il presidente della Camera Gianfranco Fini devono soppesare i rischi di regicidio con il pericolo di venire trascinati a fondo da Berlusconi. Per il bene dell’Italia dovrebbero essere audaci e rapidi.

(Articolo originale di Paul Taylor)

lunedì 12 ottobre 2009

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi e la legge

Pubblico un articolo del New York Times del 9 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi e la legge

Editoriale

Mercoledì è stata una brutta giornata per il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma una giornata positiva per la democrazia italiana. Queste sono le uniche due cose subito chiare dopo che la più alta corte del Paese ha annullato una scandalosa legge fatta approvare dopo le elezioni dello scorso anno, che ha garantito a Berlusconi l’immunità dalle condanne finché in carica.

La Corte Costituzionale ha impugnato il principio democratico fondamentale secondo cui nessuno, per quanto ricco o potente, può elevarsi al di sopra della legge, anche se un Parlamento compiacente legifera l’immunità. Dove quelle accuse porteranno ora e se renderanno impossibile per Berlusconi portare a termine i rimanenti tre anni e mezzo del suo mandato restano, per ora, domande senza risposte.

Berlusconi ha speso la propria carriera politica dichiarando che il sistema giudiziario è faziosamente di sinistra e che i magistrati indipendenti italiani portano avanti vendette politiche contro di lui. Se da una parte il sistema giudiziario italiano è lento e lungi dall’essere perfetto, le corti sono la parte meno screditata del governo italiano. E dopo la sentenza di mercoledì spiccano più di prima.

La decisione della Corte riesuma tre casi pendenti contro Berlusconi. In uno, un avvocato britannico è stato accusato di aver accettato 600 000 dollari per fornire falsa testimonianza e difendere così Berlusconi in due processi per corruzione. In un altro caso, il Presidente del Consiglio, che è anche uno degli uomini più ricchi d’Italia, è accusato di frode fiscale in connessione con l’espansione del suo impero mediatico privato. Nel terzo caso, il più debole, è accusato di aver tentato di corrompere dei membri del Parlamento perché si unissero alla sua più forte coalizione.

I legali di Berlusconi si sono lamentati del fatto che il bisogno di difendersi in Corte ora costituirà per lui una distrazione importante dalle proprie responsabilità. Ma finora sembra che sia stato più preoccupato a spendere energie a difendere la propria controversa vita personale piuttosto che ad affrontare i problemi incombenti dell’Italia, inclusi anni di crescita inferiore alla media, corruzione dilagante, deficit e debito pubblico tra i più alti d’Europa.

L’Italia non può permettersi ulteriori anni di deriva e può permettersi ancora meno di avere il corso della legge dirottato a proteggere un solo uomo.

Non ci sono ovvi successori tra la litigiosa coalizione di centro-destra di Berlusconi, e tantomeno in un fratturato e demoralizzato centro-sinistra, incapace di unirsi intorno ad alcuna visione, leader o programma politico.

Non è una soluzione accettabile per l’Italia o per l’Europa. L’era di Berlusconi è durata fin troppo, con un numero troppo piccolo di realizzazioni positive. E’ tempo per entrambe le coalizioni di sviluppare una nuova generazione di leader più costruttivi e competenti da porre di fronte all’elettorato.

(Articolo originale)

sabato 10 ottobre 2009

Italia dall'Estero - Gotico italiano

Pubblico un articolo del Times dell'8 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Gotico italiano

La sentenza della Corte Costituzionale italiana che cancella la legge che garantiva l’immunità giudiziaria a Silvio Berlusconi e alle principali cariche dello stato è un colpo mortale all’ormai assediato Presidente del Consiglio. La strada è ora sgombra per il Tribunale di Milano, che può riavanzare contro di lui l’accusa di aver corrotto David Mills, il suo ex avvocato fiscalista britannico, perché testimoniasse il falso in due processi negli anni ‘90. Berlusconi è ora un imputato che deve rispondere ad accuse di tipo penale, portando così disonore alla sua carica e al suo Paese.

Come suo solito, Berlusconi ha immediatamente annunciato che non si dimetterà, poichè la sentenza è stata motivata da ragioni politiche. Cercherà sicuramente di eludere la sentenza della corte, magari chiedendo nuove elezioni e cercando di far invalidare il suo processo.

In ogni caso non potrà più contare sulla legge che aveva fatto approvare dal parlamento lo scorso anno, poche settimane dopo essere salito al potere, che garantiva l’immunità giudiziaria ai detentori delle quattro più alte cariche dello stato (Presidente del Consiglio, Presidente della Repubblica e i presidenti delle due camere del Parlamento). Questa legge, così palesemente dettata da interessi personali, aveva fatto inorridire molti italiani. Il suo unico scopo era quello di districare il settantatreenne Presidente del Consiglio dalla miriade di accuse di corruzione che lo perseguitavano già dai tempi in cui era il più importante imperatore mediatico italiano. Le accuse includono evasione fiscale, falso in bilancio e finanziamenti illeciti ai partiti. Alcune sentenze erano state inizialmente a suo sfavore e questa legge sull’immunità era stato un tentativo di fermare ogni ulteriore azione giudiziaria.

Poche cose avrebbero potuto dimostrare il disprezzo che Berlusconi ha per la legge in modo più chiaro della dichiarazione orwelliana fatta alla Corte dal suo avvocato. Secondo costui, il Presidente del Consiglio non andrebbe considerato “primus inter pares” bensì “primus super pares”. In modo ancora più ridicolo, un altro dei suoi legali ha insistito che “la legge è uguale per tutti, ma non lo è necessariamente nella sua applicazione”. La Corte non ha però dato molto peso a tali argomentazioni, dichiarando che la legge sull’immunità viola il principio secondo il quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. È stata poi dichiarata illegittima poiché approvata come una legge ordinaria invece che come una modifica costituzionale.

Berlusconi potrà rimanere in carica solo se il suo partito e i suoi alleati lo sosterranno. Ma sarebbe assurdo da parte loro. La disgregazione e la litigiosità dell’attuale sinistra hanno convinto molti elettori che, data la necessità di un governo forte per uscire dall’attuale recessione, non esista alternativa a Berlusconi. Egli può quindi ritenere di essere ancora abbastanza popolare, ma questa è la classica illusione di un uomo che si è convinto con la sua stessa propaganda, in larga parte condotta dai giornali e dalle stazioni televisive che lui stesso possiede.

Quello che non è inoltre riuscito a capire è l’inquietudine crescente per la sua vicinanza a Vladimir Putin e Muammar Gheddafi ed il ridicolo che si è gettato addosso con le sue buffonate sessuali. Molti italiani hanno assistito alle rivelazioni sulle prostitute con un atteggiamento di divertita indulgenza, ma il danno inflitto alla reputazione del suo paese, ben rappresentato dal rifiuto da parte di Michelle Obama di accettare un suo abbraccio, ha un solo significato: la sua popolarità è in declino.

Berlusconi ha interpretato questo gesto esattamente come ha accolto il verdetto della Corte Costituzionale: un complotto contro di lui da parte dei suoi nemici politici. Ma le cose non stanno così. Questo gesto è stato infatti espressione di una grave preoccupazione sull’onestà di un uomo a capo del governo di un’importante democrazia occidentale.

Se il caso del tribunale di Milano verrà riaperto, Berlusconi dovrà, da cittadino comune, presentarsi in tribunale, dove potrà esercitare il diritto di ogni cittadino a difendersi dalle accuse, rimanendo innocente fino a prova contraria. Ad ogni modo, la causa sarà una grossa distrazione dal suo lavoro di Presidente del Consiglio. Ha cercato di vivere al di sopra della legge: sarà la legge, adesso, a consumarlo. È giunta l’ora che Berlusconi la smetta di anteporre i suoi interessi personali a quelli del paese. E’ giunta l’ora che si dimetta.

(Articolo originale)

Italia dall'Estero - La Corte Costituzionale cancella l’immunità di Berlusconi

Pubblico un articolo del De Volkskrant dell'8 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Corte Costituzionale cancella l’immunità di Berlusconi

Roma – Il premier italiano Silvio Berlusconi non è immune di fronte alla legge. Questo ha deciso mercoledì la Corte Costituzionale italiana.

I quindici giudici si sono espressi su una legge che era stata approvata, lo scorso maggio, dal parlamento nel tentativo di evitare a Berlusconi la condanna in un caso di corruzione del 1991. Questa legge, il Lodo Alfano, garantiva l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato: il premier, il presidente e i due presidenti delle camere. Illegalmente; la sua introduzione non ha seguito la giusta procedura, così hanno deciso i giudici dopo due giorni di consiglio.

Duro colpo
La sentenza è un duro colpo per Berlusconi. Il premier di centro-destra ha definito la Corte, in una reazione di ieri sera, “uno strumento della sinistra”. Ad inizio settimana aveva dichiarato che avrebbe potuto occuparsi meno delle questioni di governo se la legge fosse stata cancellata. Avrebbe cioè perso troppo tempo in questioni processuali.

Berlusconi prova già da anni a sottrarsi ai tentativi di giudizio. Ora che il Lodo Alfano è stato eliminato Berlusconi può essere subito perseguito per il suo coinvolgimento nella corruzione di un giudice da parte della Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi. Inoltre il 73enne premier/imprenditore può essere di nuovo citato in giudizio in un processo per l’utilizzo di prestanome che dovevano garantirgli il controllo di canali televisivi in Spagna e in Italia.

Stabilità
La sentenza della corte può avere conseguenze per la stabilità del governo italiano e del clima politico in Italia. Alcuni politici di destra hanno minacciato, i giorni scorsi, di volere elezioni anticipate se la Corte avesse respinto la legge e hanno invocato manifestazioni di massa “in sostegno di Berlusconi”.

Secondo l’avvocato di Berlusconi, Gaetano Pecorella, la sentenza non ha conseguenze per la sua politica. “La sentenza non significa che Berlusconi verrà condannato. Si tratta solamente della riapertura dei processi”.
La Corte Costituzionale ha procurato a Berlusconi la seconda sconfitta nel giro di una settimana. Sabato scorso è stato deciso che il suo impero dovrà pagare 750 milioni di euro per il controllo del gruppo editoriale Mondadori.

(Articolo originale di Linda Otter)

venerdì 9 ottobre 2009

Italia dall'Estero - Analisi: cosa ne sarà adesso di Silvio Berlusconi?

Pubblico un articolo del Times dell'8 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Analisi: cosa ne sarà adesso di Silvio Berlusconi?

Mentre attendeva la sentenza decisiva di ieri, Silvio Berlusconi si è comportato come se niente fosse. Ha discusso di Medio Oriente con Mahmoud Abbas, il Presidente palestinese, e secondo i collaboratori era di “ottimo umore”. Ma la situazione è ben lungi dall’essere normale e il verdetto precipita l’Italia nel caos politico. Per il Presidente del Consiglio italiano e i suoi nemici si aprono diversi scenari.

Berlusconi va avanti senza considerare la sentenza

Un’opzione difficile. Alcuni processi contro di lui sono stati congelati quando lo scorso anno ha varato la legge che gli concedeva l’immunità parlamentare e gli inquirenti senza dubbio li riapriranno.

Si accusa Berlusconi di aver versato a David Mills, ex consulente fiscale britannico ed ex marito di Tessa Jowell, una tangente di 600 000 dollari per testimoniare il falso nei processi per corruzione negli anni ‘90. Mills è stato condannato a 4 anni e mezzo a marzo per aver commesso il reato. L’appello inizierà a Milano venerdì prossimo e la difesa di Mills ha chiesto a Berlusconi di comparire come testimone. Ora è probabile, invece, che il Presidente del Consiglio italiano si ritrovi imputato nel processo.

Ci sono altre indagini che possono sfociare in processi, tra cui un presunto tentativo di convincere senatori di centro-sinistra a disertare lo scricchiolante governo di Romano Prodi due anni fa. Per non parlare delle accuse sui presunti legami con la mafia.

Il Presidente rassegna le dimissioni e chiede elezioni anticipate

Il suo portavoce ha dichiarato che non lo farà, ma può esserne tentato. La sua popolarità è scesa nel corso dell’ultimo anno dal 63% al 47% a causa degli scandali sessuali e del divorzio pubblico, ma la coalizione di centro-destra non ha perso il vantaggio nei sondaggi.

Berlusconi potrebbe dimettersi a favore di un governo tecnico e potrebbe indire le elezioni insieme alle regionali che si terranno a marzo. Se vincesse, potrebbe reintrodurre la legge sull’immunità.

Accade un golpe interno al partito, contro di lui

I nemici di Berlusconi all’interno della sua coalizione potrebbero sostenere che la sentenza della Consulta è l’ultima goccia dopo mesi di rivelazioni imbarazzanti e dannose. L’ovvio leader di una rivolta interna è Gianfranco Fini, l’ex neofascista, ora conservatore e co-fondatore del Popolo delle Libertà al governo.

Ieri Fini si è unito a Luca Cordero di Montezemolo, capo della FIAT, in occasione del lancio di un nuovo comitato di esperti. Ha negato le voci secondo cui potrebbe formare una grande coalizione o un governo di emergenza con imprenditori, come di Montezemolo, ed elementi di sinistra. Ma potrebbe arrivare il momento di Fini, se non immediatamente, nei prossimi mesi, mano a mano che si deteriora la posizione di Berlusconi.

Il premier si ritira

Improbabile, dato che si considera come l’ammirato, addirittura adorato, salvatore dell’Italia. Ma in passato ha minacciato di gettare la spugna per l’inarrestabile valanga di accuse e rivelazioni.

Se i problemi legali si accumulano o se gli si prospetta la prigione, potrebbe anche essere tentato di andare in esilio, come fece il suo mentore Bettino Craxi, un altro discreditato Presidente del Consiglio, nel 1994, l’anno in cui Berlusconi entrò in politica. Craxi morì in esilio in Tunisia.

(Articolo originale di Richard Owen)

giovedì 8 ottobre 2009

Italia dall'Estero - La Corte annulla la legge sull’immunità di Berlusconi

Pubblico un articolo della CNN del 7 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Corte annulla la legge sull’immunità di Berlusconi

Roma, Italia – La Corte Costituzionale ha bocciato una legge che avrebbe difeso il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da possibili procedimenti.

Berlusconi rimane un leader popolare tra gli italiani con un consenso che supera il 50%.

L’estroso Presidente del Consiglio aveva fatto approvare la legge dopo essere tornato al potere nel 2008, ma le autorità della città di Milano hanno portato la questione di fronte alla Corte Costituzionale.

La decisione può potenzialmente portare il miliardario Presidente del Consiglio a rispondere ad accuse di corruzione, clientelismo e frode fiscale, ma è poco probabile che il verdetto in sé lo costringa a dare le dimissioni.

Berlusconi, 73 anni, è accusato di aver pagato 600 000 dollari all’avvocato inglese David Mills per fornire falsa testimonianza durante i processi degli anni ‘90. Entrambi negano le accuse. Il Presidente del Consiglio non è nuovo a processi ed investigazioni. Da quando è entrato in politica nel 1994 è stato indagato 17 volte con accuse che comprendono corruzione, falsa testimonianza e frode.

Berlusconi accusa la magistratura di condurre una caccia alle streghe contro di lui e fa notare che non è stato mai giudicato colpevole.

I critici tuttavia dicono che il Presidente del Consiglio ha usato la propria posizione per modificare le leggi ed evitare i processi. La decisione di mercoledì [7 ottobre 2009, N.d.T.] blocca proprio una di queste leggi.

“È una decisione politica, ma (…) Berlusconi, il governo e la maggioranza continueranno a governare come il popolo italiano gli ha chiesto di fare con il proprio voto in ogni occasione dall’aprile del 2008 ” ha dichiarato il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, in un comunicato apparso sul sito internet del partito di Berlusconi, Il Popolo della Libertà.

Berlusconi ha detto ai giornalisti: “Noi andiamo avanti. Abbiamo governato senza il lodo prima e continueremo a farlo. Grazie a Dio c’è Silvio perché altrimenti gli italiani sarebbero nelle mani di questa sinistra. Noi andiamo avanti. Andrò ai processi che li colpiscono e svelerò le loro vite. Viva l’Italia e viva Berlusconi.”

Il leader dell’opposizione Lanfranco Tenaglia, nel frattempo, ha dichiarato in un comunicato sul sito del Partito Democratico: “Giustizia è stata fatta. La Corte Costituzionale si conferma come un’isola della ragione. … Come abbiamo detto dall’inizio, la legge alfano è una legge ingiusta ed illegittima che è stata finalmente cancellata con una chiara decisione nel merito.”

La legge era stata scritta per proteggere dai processi il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e i Presidenti di Camera e Senato. La Corte Costituzionale ha trovato che la legge viola l’articolo 3 della Costituzione, che richiede che tutti gli italiani siano uguali di fronte alla legge, e l’articolo 138, per il quale le leggi devo essere consistenti con la Costituzione, ha dichiarato l’ufficio stampa della Corte in un comunicato.

I 15 giudici della Corte potrebbero rivelare maggiori dettagli a proposito dell’iter decisionale in futuro, ma non è obbligatorio che lo facciano. L’udienza della Corte sulla legge è durata poco meno di due ore mertedì con tre avvocati a rappresentare il caso di Berlusconi e uno per le autorità milanesi. L’argomentazione si è concentrata sulla domanda se ogni italiano sia incluso nella clausola di uguglianza davanti alla legge, e le autorità di Milano sostengono che lo è.

Uno degli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha detto che il Presidente del Consiglio è un caso speciale, secondo quanto riportato i media italiani.

Nonostante gli scandali che lo circondano, Berlusconi rimane popolare con un consenso costantemente sopra il 50%. La sua vita privata è stata sotto i riflettori da quando la moglie Veronica Lario ha chiesto il divorzio a Milano in maggio dopo 19 anni di matrimonio.

La separazione è arrivata dopo la notizia che Berlusconi avrebbe partecipato alla festa di compleanno di una diciottenne con la quale nega di aver avuto rapporti inappropriati.

Ed il giornale El Pais ha pubblicato quelle che dicono essere le foto di un party un po’ spinto nella villa di Berlusconi in Sardegna, tra cui una che mostra una donna discintamente vestita.

(Articolo originale di Hada Messia)

Italia dall'Estero - La Corte Costituzionale italiana dichiara illegittima la legge sull’immunità che protegge Berlusconi

Pubblico un articolo di Le Monde del 7 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Corte Costituzionale italiana dichiara illegittima la legge sull’immunità che protegge Berlusconi

La Corte Costituzionale italiana, mercoledì 7 ottobre, ha dichiarato illegittima la legge sull’immunità che proteggeva Silvio Berlusconi dopo il suo ritorno al potere, nel 2008. Questa decisione può far riavviare le procedure giudiziarie contro il capo del governo italiano.

Secondo i media italiani, la decisione sarebbe stata presa con una maggioranza di nove giudici su quindici. Secondo Philippe Ridet, corrispondente di Le Monde in Italia, l’invalidazione della legge Alfano, coerente sul piano costituzionale, costituisce quantomeno una sorpresa sul piano politico:

“La decisione della Corte Costituzionale non è una sorpresa sul piano giuridico perché una legge precedente che aveva cercato negli stessi termini di evitare alle più alte cariche dello Stato di essere perseguite sul piano giudiziario era stata respinta nel 2004. Quindi i giudici si sono basati sulla decisione presa nel 2004 per respingere la nuova legge, chiamata legge Alfano. Invece, ciò che è più sorprendente sul piano politico sono le forti pressioni che sono state esercitate sui giudici. Ancora oggi Umberto Bossi ha minacciato di portare la gente in piazza nel caso in cui la decisione non fosse stata quella che lui si aspettava. Tutte queste dichiarazioni per invitare alla prudenza, o meglio per portare la Corte Costituzionale verso la prudenza politica. Ma evidentemente la Corte non si è basata su giochi politici ma esclusivamente sul diritto.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

“I magistrati hanno giudicato che sarebbe stato necessario fare ricorso ad una legge costituzionale e non a una legge ordinaria per concedere l’immunità penale alle quattro più alte cariche dello Stato italiano. La Corte Costituzionale ha allo stesso modo ritenuto che la legge Alfano, dal nome del ministro della Giustizia che l’aveva promulgata nel 2008, violi il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

La decisione della Corte Costituzionale ha come effetto immediato il riavvio di due processi contro Silvio Berlusconi. Il primo per corruzione di testimone nel caso Mills, dal nome di un avvocato inglese condannato nel 2008 a quattro anni e sei mesi di reclusione per falsa testimonianza. Mills aveva ricevuto 600 000 dollari (408 000 euro). In quel caso i giudici, nelle loro motivazioni, avevano individuato Berlusconi come il “corruttore”. Il secondo riguarda la sovrafatturazione dei diritti televisivi da parte del gruppo Mediaset, che gli appartiene.”

BERLUSCONI NON SI DIMETTERA’

Ma le conseguenze più immediate saranno di ordine politico. In Italia, i manovratori hanno già cominciato a ribaltare la sorte del presidente del Consiglio, racconta Philippe Ridet:

“E poi, le conseguenze politiche, che sono le più importanti per Italia perché ora si pone la questione se Berlusconi possa o meno continuare a governare l’Italia. Perché ne va dell’immagine dell’Italia, dello stato stesso dell’Italia come grande potenza democratica: può mantenere la sua carica e il suo ruolo quando sarà convocato ogni settimana per degli interrogatori? Vedremo. Lui non ha nessuna intenzione di dimettersi, ha già dichiarato che nonostante tutti andrà fino in fondo. Ci sono forti pressioni da parte dell’opposizione e forse anche a livello internazionale che potrebbero avere conseguenze. Sembra che la classe politica italiana stia già sognando il “dopo-Berlusconi”, tanto che questo pomeriggio a Roma, nel momento stesso in cui la Corte stava dibattendo per decidere quale sorte riservare a Berlusconi, ha avuto luogo un primo incontro che vedeva allo stesso tavolo Luca Cordero di Montezemolo, patron di Fiat e Ferrari, Gianfranco Fini, il presidente della Camera, un esponente del centrosinistra e uno della Chiesa. Dunque possiamo vedere come quelli che chiamano in Italia i poteri forti siano già alla ricerca di un’alternativa.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

Immediatamente dopo la decisione della Corte Costituzionale, il portavoce del Cavaliere ha reagito denunciando una “sentenza politica”. “Il presidente Berlusconi, il Governo e la maggioranza continueranno a governare come hanno chiesto gli Italiani attraverso il loro voto in ogni occasione da aprile 2008″, ha aggiunto.

“Andremo avanti, non ci piegheremo” ha rincarato la dose Umberto Bossi, il leader della Lega Nord. Principale alleato di Berlusconi in seno alla sua coalizione di centro destra, ha affermato che il Cavaliere “non vuole assolutamente elezioni anticipate. L’ho visto deciso a combattere”. In effetti, Silvio Berlusconi ha rapidamente denunciato la decisione della Corte Costituzionale giudicando che sia “di sinistra”.

Pier Luigi Bersani, uno dei capofila dell’opposizione di sinistra, ha affermato che Berlusconi ora dovrà rimettersi alla giustizia “continuando a fare il suo mestiere”. La Corte ha, secondo lui, in sostanza ritenuto che “Berlusconi e gli altri alti funzionari sono cittadini come gli altri e devono sottomettersi alle decisioni della giustizia”. L’ex-giudice anticorruzione Antonio Di Pietro, bestia nera di Berlusconi, è andato oltre, dichiarando che il capo del governo deve “dimettersi dalla sua carica”.

(Articolo originale di Le Monde & AFP & Reuters)

Italia dall'Estero - Berlusconi perde il suo scudo giudiziario

Pubblico un articolo de Le Figaro del 7 ottobre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi perde il suo scudo giudiziario

La corte costituzionale, riportando il presidente del Consiglio al rango di semplice cittadino, lo espone a dei processi.

Grave risvolto per Silvio Berlusconi: mercoledì sera, al termine del secondo giono di delibera, la corte costituzionale, con nove voti contro sei, ha decretato incostituzionale lo scudo giudiziario di cui beneficiava durante il suo mandato. L’istanza suprema della magistratura dichiara che solo una legge costituzionale approvata con i due terzi del Parlamento avrebbe potuto esentare le quattro più alte cariche dello Stato (oltre al presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica ed i presidenti delle due camere del Parlamento) da processi giudiziari nell’esercizio delle loro funzioni. (sic)

La legge di luglio 2008, denominata “lodo Alfano”, dal nome del Guardasigilli, Angelo Alfano, era stata approvata a maggioranza semplice, contro l’opposizione dichiarata della sinistra. I giudici hanno dichiarato che questa legge violava il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, frase scritta sui muri dei tribunali italiani.

Questa sentenza potrebbe modificare fortemente l’avvenire politico di Silvio Berlusconi ed il proseguio della legislatura. Prima che la sentenza venisse resa pubblica, il presidente del Consiglio ostentava la sua determinazione a governare anche in caso di giudizio sfavorevole della consulta.

[Berlusconi, N.d.T.] dovrà ora trovare qualche espediente per non sottoporsi alla sequela di processi che non mancheranno di aprirsi. “Dovrò sottrarre del tempo al paese per difendermi nei tribunali”, aveva dichiarato.

Si sa che Silvio Berlusconi aborra l’idea di un ritorno alle urne, ritorno dal quale potrebbe tuttavia uscire nuovamente vincitore. “Il capo del governo non darà le dimissioni”, ha immediatamente dichiarato il portavoce di Silvio Berlusconi. Ha giudicato il verdetto come “politico”. “Riforme, non elezioni anticipate”, hanno detto nuovamente in coro i suoi alleati, Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Secondo un sondaggio Ipsos pubblicato lunedì, il suo governo avrebbe perfino guadagnato due punti di gradimento in questi ultimi giorni: 55.9% invece del 54.1%.

“Danni irreparabili”

Per il quotidiano La Stampa, quasi il 69% degli italiani hanno fiducia nelle capacità di Berlusconi e nella sua competenza al governo: “È l’unica persona che sia in grado di portare avanti dei progetti per l’Italia”, riporta il quotidiano torinese. Il Corriere della Sera dichiara che Silvio Berlusconi “può contare su di una maggiornaza ampia e coesa”.

La corte costituzionale, composta da quindici magistrati (quattordici uomini ed una donna), è rimasta riunita senza interruzione da martedì mattina. Non ha accettato l’argomentazione formulata il 16 settembre dall’avvocatura generale dello Stato, che aveva messo in guardia contro dei “danni irreparabili”, che potevano arrivare “fino alla dimissione del primo ministro”, in caso di abrogazione del lodo. [L'avvocatura, N.d.T.] giudicava tale legge “non soltanto legittima, ma necessaria” per proteggere un presidente del Consiglio da una “esposizione mediatica eccessiva”. Tesi ripresa ieri durante la seduta dagli avvocati di Silvio Berlusconi. Per Niccolò Ghedini “se la legge è uguale per tutti, la sua applicazione non lo è” di fronte ad un presidente del Consiglio “vittima” di ciò che lui chiama un “accanimento giudiziario”.

(Articolo originale di Richard Heuzé)

giovedì 1 ottobre 2009

Italia dall'Estero - Berlusconi, quello piccolo

Pubblico un articolo de L'Express del 16 settembre 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi, quello piccolo

Quale ruolo gioca Paolo, il fratello minore di Silvio, a capo del quotidiano di famiglia? Anche a lui piacciono le belle donne e il suo nome è stato immischiato nella cronaca giudiziaria.

All’ombra del fratello maggiore, c’è sempre stato quello piccolo: Berluschino, come lo chiamano. Paolo B. non ha mai sopportato questo nomignolo, lui che è nato tredici anni dopo Silvio e non ha mai disdegnato di fungere, in tempi bui, da parafulmine.

In questi giorni all’estero si scopre questo fratello sconosciuto, da quando il quotidiano di famiglia Il Giornale ha scatenato, in maniera inedita e poco pulita, un attacco pungente alla Chiesa, indignata dopo la telenovela estiva dei piaceri carnali di Silvio. Paolo è, infatti, il proprietario de Il Giornale. Ma lo è davvero?

Non è stato lui, ma Silvio che ha nominato nel ruolo di direttore della redazione, quest’estate, il polemista Vittorio Feltri, per lanciare la sua guerra totale contro la stampa, contro la Chiesa, contro tutti. Silvio aveva venduto il giornale a suo fratello nel 1992, al fine di sfuggire alla legge Mammì, che vietava ad un proprietario di canali televisivi di controllare, oltre a quelli, dei giornali…

“Alla redazione, nessuno sapeva che l’editore era Paolo Berlusconi e nessuno si è mai reso conto della sua presenza!” testimoniava, prima della sua morte, il grande giornalista Indro Montanelli, che nel 1994, durante l’ingresso di Berlusconi in politica, preferì lasciare Il Giornale, che aveva diretto per vent’anni.

Ed è a Montanelli che Paolo aveva confessato un giorno l’impietosa trama del suo destino. Al ritorno da una visita a sua madre, malata, aveva incrociato la custode del palazzo, che gli aveva gridato:”Ah, signor Paolo! Come sta la madre di suo fratello?” E Paolo a confessare: “È stato lì che mi sono reso conto di non contare per niente!”

Alla soglia dei suoi sessant’anni dunque, Paolo, che non parla con la stampa e ha rifiutato di ricevere L’Express, non è mai stato alla ribalta. Si sa che ama le belle donne e il Milan. E che per anni ha preso i colpi al posto del fratello maggiore. Allora, Paolo lo spaventapasseri di Silvio? “Nemmeno, perché Silvio e Paolo sono, in qualche modo, la stessa persona”, osserva Peter Gomez, giornalista all’Espresso. “Più di una volta, quando il gruppo Fininvest di Sivlio si è trovato nel mirino dei giudici, Paolo era in prima linea. Indagato a più riprese, una volta assolto e altre tre condannato per corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti, ha riconosciuto di aver corrotto alcuni membri della Democrazia Cristiana per l’equivalente di 75.000 euro in mazzette, nello scandalo della discarica di Cerro Maggiore”.

Un affare che gli costerà molto più caro: nel 2002, in seguito ad una transazione versa la somma di 50 milioni di euro per sfuggire alla prigione. Paolo ha anche fatto parlare di sè durante l’affare Solari: aveva comprato in Cina uno stock di decoder che successivamente ha fatto passare per prodotti italiani. Essendo Silvio il presidente del Consiglio, ottiene anche aiuti dallo Stato, che sovvenziona in quel momento il passaggio dalla televisione analogica al digitale terrestre. Un bel conflitto di interessi per i Berlusconi! Se ci fosse solo questo…

Perché Paolo sarebbe anche stato vittima di un’estorsione combinata dal suo socio, che è sfuggito ad un tentativo di rapimento di Cosa Nostra, ordinato da sua moglie. Con i fratelli Berlusconi, il rocambolesco non è mai lontano.

Biografia: Paolo Berlusconi

1949 Nasce a Milano.

1978 Amministratore delegato del gruppo Fininvest.

1992 Silvio gli vende Il Giornale. Paolo prende anche il controllo del settore immobiliare ed edile di Fininvest.

1994 Tenta di coprire il fratello in un affare di corruzione.

1998 Assolto in primo grado.

2002 Condannato per corruzione.

(Articolo originale di Vanja Luksic e Delphine Saubaber)