giovedì 30 aprile 2009

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi nuovamente attaccato da sua moglie

Pubblico un articolo de Le Nouvel Observateur del 29 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi nuovamente attaccato da sua moglie

Veronica Lario critica il marito per il suo sotegno ad alcune candidate alle europee la cui qualità principale sarebbe la bellezza. Lo aveva già rimproverato per aver fatto complimenti in pubblico ad una giovane donna.

Veronica Lario, moglie del capo del Governo italiano Silvio Berlusconi, ha attaccato violentemente il marito per mezzo stampa mercoledì 29 aprile. Ha denunciato in una e-mail all’agenzia Ansa il sostegno del marito ad alcune candidate alle europee di giugno, la cui principale qualità sarebbe la bellezza.

“La presenza di belle donne in politica non è né un difetto né una qualità. Ma quello che viene fuori oggi (…) è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere, che offende la credibilità di tutte le donne e soprattutto di quelle che sono state sempre in prima linea per difendere i loro diritti” afferma Veronica Lario, in questa e-mail riportata mercoledì da tutti i giornali.

“Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e questo ci fa soffrire”, aggiunge Veronica Lario, che ha avuto tre figli da Silvio Berlusconi.

Berlusconi partecipa alla festa di compleanno di una ragazza.

“Qualcuno ha scritto che tutto questo (la candidature di belle donne) non è altro che un divertimento in più per l’imperatore” Silvio Berlusconi. “Condivido questa opinione, quello che emerge dai giornali non è altro che ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere”, scrive Veronica Lario.

Veronica Lario, che non appare quasi mai accanto al marito, lo aveva già rimproverato inviando una lettera aperta alla stampa per i complimenti rivolti in pubblico ad una bella donna.

Secondo “Repubblica” L’ex attrice di teatro ha inoltre criticato la presenza di Silvio Berlusconi domenica sera alla festa del diciottesimo compleanno di una ragazza.

“La cosa mi ha sorpreso molto, poiché non è mai venuto a nessun diciottesimo compleanno dei suoi figli pur essendo stato invitato”, ha osservato Veronica Lario.

(Articolo originale)

Italia dall'Estero - Marco Travaglio riceve il “Premio per la libertà di stampa”

Pubblico un articolo del Der Tagesspiegel del 29 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Marco Travaglio riceve il “Premio per la libertà di stampa”

I premi in onore della libertà di stampa normalmente vanno a giornalisti che operano in regimi non democratici o semi-democratici, piuttosto raramente a giornalisti di paesi fondatori dell’UE. Ma altrettanto fuori dal comune è l’uomo che martedì scorso è stato insignito del “Premio per la libertà di stampa” dall’Associazione dei Giornalisti Tedeschi.

Il giornalista italiano Marco Travaglio è temuto quasi ugualmente dalla destra e dalla sinistra. Si è inimicato il miliardario delle tv e presidente del consiglio Silvio Berlusconi facendo ricerche sulle origini oscure della sua ricchezza e continua ancora a infastidire gli uomini del suo entourage evidenziando i loro rapporti con la mafia. Ma si è fatto nemici anche a sinistra, quando ha pubblicato le intercettazioni telefoniche di alcuni dei suoi esponenti più in vista. E di recente il quotidiano di sinistra liberale “Repubblica” lo ha attaccato duramente. Il quarantaquattrenne torinese, che si considera liberale, ha iniziato la sua carriera nella stampa cattolica, è diventato il protetto del grande anziano del giornalismo italiano Indro Montanelli (di destra) e oggi cura delle rubriche su giornali nazionali e su internet. Si impegna costantemente per un giornalismo di precisione artigianale. Nel libro “La scomparsa dei fatti” ha documentato con dovizia di particolari il modo in cui nei media l’opinione e gli interessi sostituiscano sempre di più l’indagine. Un libro che meriterebbe di essere tradotto in tante lingue…

(Articolo originale)

mercoledì 29 aprile 2009

Italia dall'Estero - La moglie di Berlusconi critica la decisione di suo marito di candidare modelle per le Europee

Pubblico un articolo di El Mundo del 29 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La moglie di Berlusconi critica la decisione di suo marito di candidare modelle per le Europee

- La moglie del Cavaliere contesta la politica di suo marito

- Critica la candidatura alle elezioni di attici e presentatrici

La quasi sempre discreta e riservata sposa di Silvio Berlusconi, Veronica Lario, si è di nuovo arrabbiata. Il motivo: ancora una volta le avventure del suo signor marito, attualmente presidente del Governo italiano, con giovani signorine di bella presenza.

La Lario, convolata a seconde nozze con il Cavaliere e madre di tre dei suoi cinque figli, ha abbandonato il suo abituale distacco per manifestare il disappunto riguardo alle voci secondo cui il Popolo delle Libertà, partito capeggiato da suo marito, candiderà alle elezioni europee vallette e show girls che rimediano alla mancanza di esperienza politica con la gioventù el il fisico attraente.

“Qualcuno ha scritto che tutto questo si fa per il divertimento dell’imperatore. Lo condivido: ciò che salta fuori dai giornali è un’immondizia senza pudore” sentenzia l’attrice in risposta all’intervista sulla tanto spinosa questione alla quale l’aveva invitata l’agenzia italiana di informazione Ansa.

“Sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non siamo complici di questa situazione. Dobbiamo sopportarla e ci fa soffire”, puntualizza la moglie offesa, che un paio di anni fa esplose dopo che Berlusconi flirtò pubblicamente, durante il galà di un premio televisivo con due belle donne (tra cui l’ex modella Mara Carfagna, che in seguito sarebbe stata nominata Ministro delle Pari Opportuinità dal Cavaliere) . In quell’occasione Veronica Lario pretese dal marito che le chiedesse (di chiederle) pubblicamente scusa e Berlusconi non trovò (ebbe) miglior rimedio che farlo.

Ma il fatto che fra le candidate del Popolo della Libertà alle elezioni europee ci siano modelle e presentatrici televisive non è l’unica cosa ad aver irritato la first lady italiana. Veronica Lario non nasconde neanche la sua amarezza di fronte alle informazioni che assicurano che domenica notte Berlusconi, 72 anni, sia andato in una discoteca di Napoli per partecipare alla festa di una ragazza che celebrava i suoi 18 anni. Cosa penso? Mi ha sorpreso molto. Soprattutto perché non è mai venuto alla festa per il diciottesimo compleanno dei suoi figli, nonostante fosse stato invitato”, si lamenta l’ex attrice.

(Articolo originale di Irene Hdez. Velasco)

Italia dall'Estero - Berlusconi prepara attrici per il Parlamento Europeo

Pubblico un articolo dell'Algemeen Dagblad del 29 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi prepara attrici per il Parlamento Europeo

Roma - Il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini e Mario Mauro, candidato alla presidenza del Parlamento Europeo, hanno interpretato il ruolo di insegnante di una classe speciale negli ultimi giorni. Nel quartier generale del partito di Berlusconi Forza Italia, in tre giorni devono preparare trenta donne al ruolo di aspirante europarlamentare. Cinque di loro sono giá membri del Parlamento.

Le rimanenti 25 sono conosciute soprattutto come candidate al titolo di Miss Italia, attrici alle prime armi, soubrette e letterine [in italiano nel testo, ndt], le scarsamente vestite, comparse seminude che decorano i quiz ed i programmi di sport in tv. Tutte e trenta hanno in comune l’essere giovani, belle e disinvolte. Il premier gli ha promesso loro che almeno alcune saranno messe in lista per le Elezioni Europee.

Le giovani signore non sanno molto dell’Europa, ma ció non conta granché. Grazie alle sue reti televisive, Berlusconi sa che le forme sono piú importanti del contenuto, e che l’elettore italiano pertanto preferisce un musetto carino ad un discorso complicato sulla Costituzione Europea. Inoltre Berlusconi e i suoi hanno degli obblighi verso le future candidate.

La modella dei calendari Camilla Ferrante é stata in passato raccomandata da lui per un ruolo nell’emittente pubblica RAI, che alla fine non ottenne. E Angela Sozio, stella dai capelli rossi del Big Brother italiano, é stata fotografata un anno fa mano nella mano con Berlusconi nella sua villa in Sardegna. Questa prassi del resto non é nuova. Giá l’anno scorso, le elezioni parlamentari portarono alla camera e nel consiglio dei ministri un drappello di piacenti giovani donne.

Il fatto che l’Italia forse non manderá a Strasburgo i rappresentanti piú adatti, non ha molta importanza. In Italia il Parlamento Europeo é visto come un ampio parcheggio per politici e personalitá televisive disoccupate. Per sindaci e ministri é una buona seconda fonte di reddito. Qualche politico accusato di associazione mafiosa, come Francesco Musotto, membro dal 1999 al 2004, fece gradito uso dell’immunitá europarlamentare. Inoltre é una pacchia: gli europarlamentari italiani guadagnano piú di tutti gli altri (circa 20.000 euro al mese) e sono quelli che fanno di meno, cosí appare dagli accertamenti.

(Articolo originale di Aart Heering)

martedì 28 aprile 2009

Italia dall'Estero - «Pierino» a palazzo Chigi

Pubblico un articolo di ABC del 25 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

«Pierino» a palazzo Chigi

Silvio Berlusconi non passerà alla storia per le sue doti politiche… ma senza dubbio si è guadagnato di diritto l’entrata nel «guinness» come il primo ministro italiano più «spiritoso», nel bene e nel male

Raccomandare ai terremotati dell’Abruzzo di prendersi la loro sistemazione nelle tende come «un fine-settimana di in campeggio», o selezionare «showgirls» e belle ragazze da inserire nelle liste per le elezioni europee sono le ultime trovate del peculiare Silvio Berlusconi. Da quando «il Cavaliere» entrò in politica, nel 1994, la sua carriera è stata segnata da una sfilza di «boutades».

Cosa dire delle sue allusioni all’«abbronzatura di Obama» o a quei «giorni raggianti» in cui le Forze Aeree argentine lanciavano i desaparecidos della dittatura in mare, o quando annunciò il dogma che «chi non la pensa come me e non mi vota è un coglione», o il dettame che «i giornalisti di sinistra non capiscono il mio humor»…

Fa le corna nelle fotografie

Dalle sue prime apparizioni pubbliche, che fosse all’entrata di palazzo Chigi, sede del consiglio dei ministri, o in qualsiasi posto del mondo, si poteva già intuire chi era quel personaggio piccoletto e divertente. Non passava inosservato. Il suo scherzo preferito è fare le corna al capo di Stato o del Governo che gli si piazzi davanti nella foto di famiglia di un evento politico. Lo diverte fare il gesto della mitraglietta al giornalista che gli fa una domanda scomoda.

E la sua logorrea da don Giovanni. A 73 anni ha più capelli, meno rughe e un aspetto migliore di quando ne aveva 40. «Sono più alto di Napoleone», disse di sé stesso. Non è affatto strano, per uno che lancia raccomandazioni come questa: «Un motivo importante per investire in Italia è che abbiamo bellissime segretarie». Si vanta di circondarsi di ministre e collaboratrici graziose, ma compatì Zapatero quando annunciò il suo governo paritario: «Nove donne! Se l’è cercata! Ora dovrà tenerle a bada!».

La sua smania di notorietà gli ha causato qualche preoccupazione. Curiosamente, Veronica Lario, la sua «invisibile» sposa, non si fa vedere in televisione, né commenta le sparate di suo marito nei confronti del sesso opposto. Ma c’è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il 31 gennaio 2007, Veronica pubblicò una lettera sulla stampa in cui esigeva le scuse del capo del Governo – suo marito – per aver detto a una signora, durante una premiazione, che «se non fossi già sposato mi sposerei con te».

(Articolo originale di Verónica Becerril)

lunedì 27 aprile 2009

Carta canta - E se c'ero dormivo

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 27 aprile 2009:

E se c'ero dormivo

"Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato".
(Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà, Repubblica.it, 26 aprile 2009)

"Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge nasce dall'esigenza di attribuire a coloro che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale un riconoscimento analogo a quello attribuito ai combattenti della guerra 1914-1918 dalla legge 18 marzo 1968, n. 263. L'istituzione dell'"Ordine del Tricolore" deve essere considerata un atto dovuto, da parte del nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schierament o convinti della "bontà" della loro lotta per la rinascita della Patria. Non s'intende proponendo l'istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica di una feroce guerra civile sull'altare della memoria comune, ma riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d'Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e "imperiale" del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente; altri, maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono con la parte avversa, "liberatrice", pensando di contribuire a una rinascita democratica, non lontana, della loro Patria... Attribuiamo al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore; ad essi, dopo oltre sessanta anni dalla fine della guerra e nel sessantesimo anniversario della nostra Costituzione, il Parlamento italiano, per motivi di equità e di giustizia, deve tributare un riconoscimento analogo a quello concesso ai cavalieri di Vittorio Veneto. Questo sarà costituito da un'alta attribuzione onorifica, cioè l'appartenenza all'Ordine del Tricolore e anche da un miglioramento economico, doveroso per chi ha dato tanto per la propria Patria. In questo tempo di ristrettezze economiche ci appare indizio di grande civiltà pensare a chi ha combattuto e da anni attende una revisione migliorativa dei trattamenti pensionistici di guerra...".
(XVI Legislatura. Camera dei deputati. Proposta di legge N. 1360 d'iniziativa dei deputati BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA, HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI, MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, TORRISI, VALENTINI, VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA. Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra. Presentata il 23 giugno 2008. Stato iter: In corso di esame in Commissione).

Italia dall'Estero - La bellezza della democrazia: Silvio Berlusconi candida modelle al Parlamento Europeo

Pubblico un articolo del Times del 23 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La bellezza della democrazia: Silvio Berlusconi candida modelle al Parlamento Europeo

Silvio Berlusconi ha occhio per le ragazze carine con un passato nello showbusiness e ha portato alcune di loro in Parlamento e anche nel suo Governo, per ravvivare la politica.

Anche rispetto ai suoi standard, Berlusconi, il Presidente del Consiglio italiano, ha scelto una impressionante rosa di candidate per dare al suo partito un nuovo volto per le elezioni del Parlamento Europeo a giugno, incluse una protagonista del Grande Fratello e una concorrente di Miss Italia.

Nessuna di loro ha esperienza politica anche se Angela Sozio, 36 anni, ex concorrente dai capelli rosso fiamma del Grande Fratello, la versione italiana di Big Brother, due anni fa fu nei titoli dei giornali quando i paparazzi la fotografarono con altre showgirls mentre passeggiavano mano nella mano con Berlusconi, 72 anni, a Villa Certosa, la sua villa in Sardegna.

Le fotografie, che apparirono sulla popolare rivista Oggi con il titolo “L’Harem di Berlusconi”, mostravano alcune ragazze sedute sulle ginocchia del Presidente del Consiglio. Lui insistette che si stava comportando in modo ospitale mostrando alle ragazze la sua tenuta al mare mentre la moglie, la ex attrice Veronica Lario, era nella sua villa vicino a Milano.

I futuri politici includono anche Eleonora Gaggioli, un’attrice famosa per il suo ruolo nel dramma popolare in costume Elisa di Rivombrosa; Camilla Ferranti, apparsa in Incantesimo, una soap opera ambientata in una clinica di chirurgia plastica, e Barbara Matera, che partecipò alle eliminatorie di Miss Italia e proseguì fino a diventare un’annunciatrice sui canali della televisione di stato RAI.

Per prepararsi a Strasburgo, alle potenziali euro-parlamentari è stato fatto un corso accelerato da parte dei migliori politici italiani. Negli uffici principali del partito di centro-destra Popolo delle Libertà (PdL) hanno seguito un seminario su storia europea e fatti di attualità, Nato, Banca Centrale Europea e IMF tenuto da Franco Frattini, Ministro degli Esteri, Iganzio La Russa, Ministro della Difesa, e Berlusconi. Berlusconi ha detto alle ragazze: “Dovrete studiare e prepararvi su tutti i lavori delle istituzioni europee e internazionali.”

Alcune autorità del partito hanno affermato che la selezione finale da una breve lista di candidati dovrebbe essere fatta nei prossimi giorni, ma hanno aggiunto che le quattro vi figureranno sicuramente. Le elezioni europee in Italia si tengono secondo un sistema di rappresentanza proporzionale, con i partiti che presentano liste regionali di candidati. “Voglio facce giovani, nuove, per rinnovare l’immagine dell’Italia e del PdL in Europa” ha detto Berlusconi.

Ha affermato che un sondaggio lo ha dato al 73.5%, rendendolo il “più amato leader del mondo”, prima del Presidente brasiliano Lula da Silva (69.4%) e del Presidente Obama (59.9%), anche se non ha detto dove siano apparsi questi risultati. Questa settimana un sondaggio su La Repubblica ha dato al Presidente del Consiglio un tasso di popolarità personale del 56%, in aumento di 4 punti, e al suo Governo del 46%, in aumento di 2 punti.

Le ragazze seguiranno le orme di figure affascinanti come Mara Carfagna, la modella senza veli che è diventata Ministro delle Pari Opportunità. Questa politica di reclutamento ha portato il Presidente del Consiglio a navigare in turbolente acque matrimoniali, in passato. Due anni fa la moglie di Berlusconi pretese - e ottenne - scuse pubbliche quando lo sentì dire alla Carfagna durante una cerimonia di premiazione televisiva: “Andrei dappertutto con te, anche su un’isola deserta. Se non fossi già sposato, ti sposerei subito.”

La Carfagna, che si è laureata in legge a Salerno prima di lavorare nei varietà televisivi e di posare semi-nuda nei calendari, è entrata in Forza Italia, il partito politico di Berlusconi che ora fa parte del PdL, e fu nominata ministro quando il centro-destra vinse le elezioni lo scorso anno.

(Articolo originale di Richard Owen)

domenica 26 aprile 2009

Italia dall'Estero - Quando il sisma de L’Aquila rivela le debolezze dell’Italia

Pubblico un articolo di Le Monde del 21 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Quando il sisma de L’Aquila rivela le debolezze dell’Italia

Il terremoto de L’Aquila in Abruzzo (Italia), avvenuto prima dell’alba del 6 aprile, ha rivelato la grandezza e le debolezze dell’Italia. Iniziamo dalla prima: dei soccorsi efficace attraverso l’impressionante sistema della Protezione Civile e del suo milione di volontari; un movimento di solidarietà verso la popolazione che si è manifestato da parte delle più alte cariche dello Stato, della Chiesa, dalle personalità pubbliche e da cittadini ordinari.
Le debolezze sono, ahimè!, più comuni: sospetti d’arricchimento e forse di corruzione, come rivelano la cattiva qualità del cemento o il calcestruzzo non sufficientemente armato di alcuni recenti edifici crollati come castelli di carta; debolezza dello Stato, che ha respinto l’applicazione delle norme antisismiche sotto la pressione dei costruttori; incuria dei poteri pubblici, che non hanno preso in considerazione gli avvertimenti degli abitanti. In una riunione tra i più grandi esperti della Penisola, a L’Aquila, qualche giorno prima del dramma, si era concluso che era inutile allarmarsi.
Questo quadro provvisorio e incompleto – che non rispecchia l’Italia – fa di questa catastrofe un paradigma dei problemi ai quali il paese è confrontato. Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sembra aver compreso la potenza simbolica di questo dramma. Nel corso delle sue numerose visite a L’Aquila, ha promesso di fare di tutto – nonostante la crisi economica che colpisce il paese e il peso del debito pubblico che limita l’intervento dello Stato – affinché la città sia ricostruita, le decine di migliaia di senza tetto risistemati, le opere d’arte restaurate. Una promessa fatta sulle tombe delle 295 vittime del sisma.
Dietro questo impegno apparentemente sincero di Berlusconi si celano sicuramente delle mire elettorali. Secondo un’indagine Ipsos, apparsa sul Corriere della Sera del 19 aprile, la percentuale di fiducia degli italiani nel suo operato raggiunge il 48% e, se le elezioni politiche fossero organizzate oggi, il suo partito, il Popolo della libertà, raggiungerebbe circa il 50% dei voti.
Per ora, lo Stato si trova di fronte a tre sfide. La prima è la ricerca dei fondi per la ricostruzione– il ministro dell’Interno ha menzionato la cifra di 12 miliardi di euro. Il capo del governo ha escluso ogni tipo di tassa e preferisce parlare di “contributo”: potrà essere richiesto ai redditi più alti, ai giocatori del lotto, ai fumatori o a tutte queste tre categorie.
Ma l’Italia farebbe bene a riutilizzare una parte dei 16 miliardi che intende consacrare alla modernizzazione delle sue infrastrutture. La costruzione del ponte sullo stretto di Messina pare meno prioritario in un paese dove 5,5 milioni di abitazioni, di cui numerosi edifici pubblici, sono costruiti senza (il rispetto delle, N.d.T.) norme antisismiche.
Seconda sfida: tenere lontana la Mafia. Il flusso di denaro che sarà stanziato in Abruzzo fa temere un’infiltrazione del crimine organizzato nei futuri appalti per la ricostruzione de L’Aquila. L’autore del libro “Gomorra”, Roberto Saviano, ha lanciato l’allarme sul quotidiano La Repubblica. I giudici lo seguono a ruota e chiedono allo Stato ed ai poteri locali di dare prova di estrema vigilanza.
Terza sfida: la ricerca dei colpevoli e, se ci sono, la loro condanna. I primi elementi dell’inchiesta sul crollo della casa dello studente o dell’ospedale costruito meno di dieci anni fa dovrebbero condurre a delle indagini. Per Berlusconi, i giudici – mettendo alcune rovine sotto sequestro – ritardano il cantiere della ricostruzione. Il centro sinistra sospetta che (Berlusconi, N.d.T.) abbia intenzione di intralciare il lavoro della giustizia, del quale ha sempre voluto la rimessa in riga. Sabato 18 aprile, mentre il presidente del consiglio spiegava ai terremotati de L’Aquila che la ricostruzione aveva la priorità rispetto all’inchiesta, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricordava che i “danni erano stati aggravati dall’avidità e dal disprezzo delle regole”.
Berlusconi dovrà quindi fare molto di più che promettere di ospitare qualche rifugiato dell’Abruzzo nelle sue dimore. Ma questo leader estroso che spiazza i commentatori sembra aver trovato con questo dramma la dimensione che gli mancava. Ritrovando i suoi riflessi di costruttore, sembra voler condurre lui stesso il cantiere della ricostruzione, così come si è personalmente implicato nella risoluzione del problema dei rifiuti in Campania. Per fornire tutte le garanzie alla sua sincerità di facciata, dovrà sormontare l’odio per i giudici, slegarsi dai suoi potenti amici “del cemento” e disfarsi della sua volontà di sedurre con promesse impossibili da mantenere.
Mettendo in gioco la sua reputazione, è anche quella dello Stato italiano – la reputazione di inefficacia – che ha la possibilità di ripristinare. A 72 anni Berlusconi avrà la forza e la tenacità necessarie? In passato, lo Stato ha fatto prova del meglio così come del peggio: così, i danni provocati dal terremoto del Friuli, nel 1976, nel nord del paese, sono stati cancellati in quindici anni. Ma, più a sud, ventinove anni dopo il sisma dell’Irpinia (Basilicata), i lavori sono ancora in corso.

(Articolo originale di Philippe Ridet)

giovedì 23 aprile 2009

Italia dall'Estero - Giornalista critico in Italia accusato di “sciacallaggio”

Pubblico un articolo del TAZ del 16 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Giornalista critico in Italia accusato di “sciacallaggio”

Il giornalista televisivo Michele Santoro ha osato porre pubblicamente delle domande critiche in relazione al terremoto de L’ Aquila. Ora e’ messo alla gogna dai media di Berlusconi.

“I morti non lo fermano, nessuna emozione che potrebbe farlo smettere.” Il critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, schiuma di indignazione riguardo la trasmissione del celebre giornalista sul terremoto. Ora, dopo il disastro in Abruzzo che ha causato la morte di circa 300 persone, l’Italia ha il suo scandalo. Esso tuttavia non riguarda la questione delle ragioni per cui un terremoto di moderata intensita’ abbia pero’ causato cosi’ tante vittime o per le quali addirittura un moderno ospedale e una moderna casa dello studente siano potuti crollare.

Per Aldo Grasso è scandaloso solo Santoro. Nella sua trasmissione “Annozero” dello scorso giovedi’ su RAI 2, Santoro aveva posto alcune domande scomode. Ad esempio, perché la protezione civile non avesse alcun piano di emergenza per la provincia de L’Aquila nononstante in quella zona fossero stati ripetutamente registrati fenomeni sismici da tre mesi. O perché le avvertenze di uno scienziato per l’arrivo di una forte scossa siano state ignorate e additate di essere una sciocchezza.

Tali domande sono da considerarsi semplicemente illecite. Martedì dopo Pasqua, il quotidiano “Il Giornale” ha dedicato addirittura le prime sei pagine a questo “scandalo”. Titolo: “Santoro è ormai con le spalle al muro.” Il giornalista si deve sentir chiamare “cannibale”, “sciacallo”, uno che “vuole aumentare l’audience speculando sulle tragedie”.

Santoro aveva dimenticato una cosa: un terremoto in Italia è dopotutto anche un terremoto a Berlusconilandia. Santoro avrebbe solo dovuto vedere le notizie dei telegiornali sui tre canali della RAI controllati dalla maggioranza al governo e sui canali Mediaset appartenenti alla famiglia Berlusconi per capire quale tono si deve usare. Una catastrofe naturale ha colpito pesantemente la gente in Abruzzo, ingenti aiuti e molti volontari sono al lavoro, il governo, a partire dalla presenza pressoche’ quotidiana di Berlusconi in Abruzzo, è sul posto e dà il meglio di sé. Allo stesso modo vengono scritti gli articoli nella maggior parte dei quotidiani: mediaticamente l’Italia si è coalizzata per affrontare il duro colpo del destino.

“I Ministri al lavoro, in prima fila” scrive ad esempio “Il Giornale”. “Alfano, Zaia, La Russa, Tremonti, Bossi e Calderoli sono tra la gente al fine di coordinare le operazioni”. Vero è che circa i sei ministri in questione si sono recati sul luogo del disastro, un successo dal punto di vista mediatico, ma non hanno coordinato nulla. Invece, è considerato indecente se un reporter della squadra di Santoro scuote la testa per il fatto che, anche quattro giorni dopo il terremoto, al quartier generale delle operazioni di soccorso de L’Aquila non e’ stato ancora nominato un coordinatore delle varie unita’ di soccorso.

Questo è sputare nel piatto in cui mangia. Santoro avrebbe “gettato fango” sui vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile che si stanno sacrificando in servizio, e’ quanto affermano i critici. È vero il contrario: Anche Santoro non risparmia gli encomi e le lodi per le migliaia di soccorritori. Egli ha pero’ anche riportato dei fatti che danno fastidio alla volonta’ di dare un’ immagine di operazione di soccorso quasi perfetta. Cosi’ in molti paesi di montagna dove diverse persone hanno perso la casa, molti sono rimasti senzatetto per giorni, senza alcun aiuto ed hanno dovuto passare la notte nelle loro auto perché le tende non erano state montate.

I media italiani non ci trovano invece nulla di scandaloso quando Berlusconi, contro ogni evidenza emette a L’Aquila una prima sentenza sui costruttori che avevano messo in piedi dei palazzi di burro che sono poi crollati come dei castelli di carta. Tra le macerie, il Primo Ministro dice di non aver notato “nessuna carenza che possa derivare da comportamenti irresponsabili”. E cio’ viene ovviamente subito riportato dai media senza ulteriori commenti. Al momento, in Italia non sono consentite domande. Tutt’altro che scandaloso viene visto il giornalismo talora da lacrime che viene presentato da giorni. Come quando ad esempio, una reporter ha molto meschinamente chiesto ai piangenti familiari di un giovane, morto sotto le macerie: “Può darci anche un segnale di fiducia?” Solo questo segnale è auspicabile in ultima analisi. E nessuno ha accusato questa domanda macabra di sciacallaggio mediatico.

(Articolo originale di Michael Braun)

mercoledì 22 aprile 2009

Carta canta - La Casa delle Libertà

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 22 aprile 2009:

La Casa delle Libertà

"La Costituzione della Repubblica Italiana va riscritta. Essa è opera di uomini che la compilavano all'indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri. Per un'Italia sovrana, libera e degna, orientata ad essere protagonista delle sfide del Terzo Millennio, riscrivere la Costituzione, sulla base di questo programma, si rivela un compito indispensabile".
(art. 18 del programma di Gianluca Iannone, fondatore e portavoce della comunità di Casa Pound, gianlucaiannone.it)

"Una riforma della Carta costituzionale è necessaria perché è una legge fatta molti anni fa sotto l'influsso di una fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello".
(Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, tgcom.mediaset.it, 7 febbraio 2009).

lunedì 20 aprile 2009

Italia dall'Estero - “La mancanza di libertà di stampa in Italia è una questione europea”

Pubblico un articolo di El Pais del 19 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

“La mancanza di libertà di stampa in Italia è una questione europea”

Tabucchi denuncia il controllo dell’informazione da parte di Berlusconi

Antonio Tabucchi (Pisa, 1943) è “molto preoccupato per il clima di censura e per gli attacchi alla libertà di stampa” che vive il suo paese. Secondo l’autore di Sostiene Pereira, un “grande velo di silenzio minaccia di coprire tutto” in Italia, dato il “controllo crescente e grottesco dell’informazione esercitato dal Governo di Silvio Berlusconi”. Tabucchi chiede ai giornalisti italiani di ribellarsi e di denunciare la situazione al Consiglio Europeo, affinché questo “prenda provvedimenti urgenti”.

Il detonatore è stata la censura da parte della Commissione di Vigilanza della RAI, questa settimana, contro il programma Annozero, diretto da Michele Santoro. Il suo vignettista satirico, Vauro, ha disegnato una vignetta che mette in relazione il nuovo Piano Casa dell’Esecutivo con l’elevato rischio sismico del paese dopo il terremoto in Abruzzo ed è stato sospeso dal programma. Dopo le critiche lanciate da Berlusconi e da Gianfranco Fini, Santoro è stato obbligato a trasmettere una puntata riparatrice dal Direttore della RAI Mauro Masi, che aveva giudicato la prima “poco equilibrata”.

“Viviamo una situazione molto preoccupante”, dice Tabucchi al telefono da Lisbona. “Lei s’immagina Zapatero che censura un programma critico nei confronti del suo Governo? È un mondo alla rovescia. In Italia il primo ministro è proprietario dell’80% dei mezzi di informazione. La UE ha obbligato i paesi dell’Est ad abbandonare le loro leggi comuniste per entrare in Europa e poi permette all’ Italia che il primo ministro controlli la RAI, le televisioni private ed una parte dei giornali. Non è un problema italiano, è europeo. Più della curva delle banane”.

Tabucchi sostiene che la Federazione della Stampa Italiana debba denunciare la RAI al Consiglio d’Europa per abuso di potere. “Già nel 2001 Berlusconi cacciò vari professionisti della RAI con il cosiddetto editto bulgaro come se fossero stati suoi impiegati. Nessuno fece niente. Adesso ha minacciato da Vienna di voler attuare “azioni dure” contro i giornalisti, si riunisce a casa sua per nominare i nuovi direttori della RAI e censura i programmi più critici.

È intollerabile, l’informazione in Italia è malata e nessuno muove un dito. In nessun paese europeo succede una cosa del genere. Se un politico spagnolo controllasse per esempio La Vanguardia, El País e sei televisioni, potrebbe essere primo ministro?”.

Lo scrittore si sente “minacciato personalmente” e chiede alla stampa internazionale di presentarsi il 7 maggio a Pisa, dove comparirà di fronte al giudice per difendersi da una citazione a giudizio di Renato Schifani, presidente del Senato italiano. “Mi chiede 1.250.000 euro per un articolo apparso su L’Unità per presunti danni all’immagine” spiega. Schifani è la seconda carica dello Stato italiano, dopo il presidente della Repubblica, e non puó essere processato.

“Lui gode dell’immunità giudiziaria perché il Governo ha approvato una legge, il cosiddetto lodo Alfano, che impedisce di processare le quattro più alte cariche dello Stato. Ed io sono solo perché la denuncia non coinvolge L’Unità. È stata fatta così con lo scopo di intimidire senza che si noti molto, perché non si dica che è contro la Stampa, perché si sappia il meno possibile”.

(Articolo originale di Miguel Mora)

domenica 19 aprile 2009

Italia dall'Estero - Specchio specchio delle mie brame…

Pubblico un articolo di Le Monde del 13 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Specchio specchio delle mie brame…

Da un mese, Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio, rettifica tutte le informazioni presenti nei giornali stranieri ritenute offensive per l’Italia e gli Italiani. Il Times, che aveva ironizzato sulla proposta di Silvio Berlusconi il quale consigliava agli sfollati del terremoto di L’Aquila (Abruzzo) di “passare il week-end di Pasqua al mare” si è visto immediatamente richiamato da un comunicato ufficiale, mercoledì 8 aprile. “Se l’inviato speciale britannico fosse stato sul posto, avrebbe potuto verificare la reazione positiva degli sfollati alle parole di conforto (..), dette in tono amabile , per convincere le famiglie a lasciare le tende per recarsi in uno degli hotel della costa che sono messi a loro disposizione”.

Un altro quotidiano britannico, The Guardian, ha avuto a sua volta diritto a delle rimostranze ufficiali per aver scritto che la fusione di Alleanza Nazionale e Forza Italia significava dare vita ad una formazione “postfascista”. Il quotidiano spagnolo El Pais e il settimanle tedesco Der Spiegel, hanno ricevuto una lettera di biasimo dagli ambasciatori italiani in Spagna e Germania. Il primo, per aver scritto che Berlusconi era uno dei leader “più sinistri”, il secondo per aver pubblicato in prima pagina un titolo ritenuto sprezzante nei confronti dell’Italia: “Lo stivale che puzza”.

Suscettibile, Silvio Berlusconi? Si, ma non più degli italiani che rifiutano di riconoscersi allo specchio che porge loro la stampa straniera. Eppure, gli italiani non sono avari di autocritiche. Hanno anche inventato una parola per questo, l’autolesionismo (in italiano nel testo, N.d.T.), per evocare la loro propensione a vedersi come gli ultimi della classe, i negletti dell’Europa. Ma che qualcun’altro lo faccia al loro posto, e subito coloro che si dichiaravano come “abitanti di un paese dove nulla funziona”, inforcano il cavallo dell’orgoglio nazionale. L’attitudine piena di dignità offesa di Silvio Berlusconi che rifiuta l’aiuto della comunità internazionale dopo il dramma di L’Aquila ne è un’illustrazione.

Questa questione dell’identità dell’Italia com’è percepita all’estero è stata anche oggetto di un intervento durante un seminario destinato agli ambasciatori tenutosi a marzo. Invitati dalla Farnesina (il Ministero degli Affari Esteri italiano), il corrispondente del Wall Street Journal e quello di Le Monde sono stati pregati di spiegare come vedono l’Italia ed in che modo ne rendano conto. I due giornalisti si sono trovati concordi nel dire, in termini diplomatici come quelli usati dagli interlocutori, che almeno quattro ostacoli impedivano loro di elogiare quotidianamente la Penisola: la Mafia (e le sue declinazioni locali), l’inefficacia dell’amministrazione e dello Stato in generale, la politica xenofoba esaltata- e talvota messa in atto- dalla Lega Nord e le battute di cattivo gusto di Silvio Berlusconi.

“Noi saremo sempre gli italiani del passato” si è lamentato alcuni giorni fa il quotidiano Il Giornale (proprietà del fratello di Silvio Berlusconi) dopo l’uscita di un articolo sulla stampa straniera riguardante le violenze contro gli stranieri “le vittime dei pregiudizi. Il paese della pizza e del mandolino è diventato il paese dei razzisti”.

L’Istituto Ipsos ha presentato a Siena (Toscana), nel dicembre 2008, a seguito di un colloquio organizzato dalla fondazione Intercultura, un sondaggio qualitativo incentrato sulla percezione della penisola da parte di una dozzina di testate straniere, tra le quali Le Monde, realizzato tra giugno e settembre 2008. Secondo questo studio, solo i temi riguardanti la cultura e il patrimonio portano elogi. Per il resto, l’evocazione della ‘dolce vita’ provoca ‘ironia’. La crisi finanziaria e economica conduce a giudizi “spesso negativi”; l’azione del governo è interpretata con un approccio “critico e severo”. I più indulgenti? La stampa russa ed indiana. I più critici: i giornali francesi ed argentini. Il conclusione, Ipsos spiegava: “Come riuscire a far parlare delle cose belle e positive? Tale è la sfida per il futuro degli Italiani e dell’Italia”

Per la stampa, che preferisce i treni che arrivano in ritardo a quelli che arrivano puntuali, l’Italia è un paradiso. I giornalisti della Penisola, che sono anche una delle fonti di informazione dei corrispondenti stranieri, abbondano di storie di malversazione, di incuria, di corruzione, di crimini mafiosi. Silvio Berlusconi, che possiede più dell’80% del settore televisivo italiano come presidente di Mediaset e del Consiglio, tiene uguamente sott’occhio i giornali. Rimprovera loro di non vedere l’Italia tutta rose e fiori e si lamenta di essere maltrattato, reietto, malgiudicato: « sono tentato di prendere misure dure » nei confronti della stampa, ha dichiarato recentemente [link all'articolo].

Il terremoto di L’Aquila gli verrà in aiuto? I quotidiani italiani cominciano a lodare l’energia che ha profuso per rassicurare le vittime e supervisionare l’organizzazione senza errori nei salvataggi. Anche El Pais gli ha consacrato un editoriale lusinghiero. La buona notizia è stata immediatamente comunicata. Perchè questa ci ispiri?

(Articolo originale di Philippe Ridet)

Italia dall'Estero - Berlusconi è tentato di mandare al diavolo la stampa italiana

Pubblico un articolo de L'Express del 5 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi è tentato di mandare al diavolo la stampa italiana

Silvio Berlusconi è furioso con i giornalisti italiani, ai quali ha voglia di dire “andate al diavolo” perché lo dipingono come un gaffeur in occasione di tutti i suoi viaggi all’estero.

Questo attacco di collera del capo del Governo italiano, sabato sera a Praga nel corso del summit UE-USA, ha fatto seguito a svariati articoli sul suo comportamento in occasione del G20 di giovedì a Londra e durante il summit della Nato nel fine settimana.

“Quello che mi irrita maggiormente è che la stampa italiana mi boicotta. Viene voglia di dire ‘andate al diavolo’ “, ha dichiarato ai giornalisti nella capitale ceca.
Denunciando la “calunnia” e la “disinformazione”, ha aggiunto di essere tentato di rispondere a tali insinuazioni con misure “ferme e dirette”.

La stampa italiana ha approfittato del rimprovero irritato della regina Elisabetta II al leader italiano durante la “foto di famiglia” del G20 di mercoledì a Londra.
Secondo le agenzie di stampa italiane, la sovrana non ha apprezzato il comportamento del Cavaliere che, posto nelle ultime file del gruppo, tentava di attirare l’attenzione di Barack Obama.

Sabato, inoltre, Silvio Berlusconi non ha partecipato all’inizio delle cerimonie del summit della Nato e al passaggio simbolico fra le due rive del Reno perchè si è trattenuto al telefono col primo Ministro Turco, Recep Tayyip Erdogan.

(Articolo originale)

sabato 18 aprile 2009

Italia dall'Estero - La Rai punisce un vignettista per una satira sul terremoto

Pubblico un articolo de El Pais del 16 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Rai punisce un vignettista per una satira sul terremoto

Immediato riequilibrio dei servizi trasmessi dall’Abruzzo, e sospensione cautelativa del disegnatore Vauro Senesi, autore di una vignetta satirica che criticava il Piano Casa del Governo Berlusconi associandolo all’alto rischio sismico in Italia. Il dirigente della Rai ieri ha preso queste due decisioni contro Michele Santoro, conduttore del programma Annozero, uno dei pochi spazi critici dei tre canali pubblici.

L’opposizione del Partito Democratico ha qualificato l’atto una “censura inaccettabile”, mentre il vignettista ha ricordato le purghe di Stalin: “ Sono ancora a San Pietrobugo, e la notizia si commenta da sola”.

Le decisioni del direttore generale della RAI, Mauro Masi, arrivano dopo le critiche cadute su Annozero da parte del primo ministro, Silvio Berlusconi e del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, contro la trasmissione del giovedì, nella quale alcune vittime del terremoto dell’Aquila criticavano l’assenza di un piano di prevenzione della Protezione Civile e denunciavano la scarsa coordinazione degli interventi di emergenza nelle prime ore del sisma che ha ucciso 294 persone.

Vauro, il disegnatore satirico, è stato allontanato temporaneamente dal suo posto, e non potrà partecipare alla prossima trasmissione del programma. La sua vignetta, disegnata durante il programma, associava il potere letale del terremoto con il Piano Casa presentato recentemente dal Governo, che autorizza un aumento delle cubature del 20% nelle case delle famiglie e che nelle sue prime versioni non conteneva norme di prevenzione antisismica.

Riequilibrio informativo

Nel disegno si legge la scritta “Aumento delle cubature”, e un becchino sudato aggiunge: “Dei cimiteri”. Secondo Mauro Masi, la vignetta “è gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei morti”.

La RAI obbliga il programma ad “attivare i necessari e obbligatori riequilibri informativi” per correggere i servizi trasmessi dalla zona del terremoto, perché a suo giudizio hanno violato la dovuta equità. Masi assolve invece il dibattito che è seguito ai reportage, considerandolo equilibrato.

Uno dei sei consiglieri dell’opposizione della RAI, Nino Rizzo Nervo, ha paragonato il verdetto con un giudizio dell’Inquisizione. “Credevo che avessero nominato un direttore generale, non un Grande Inquisitore”.

(Articolo originale di Miguel Mora)

Italia dall'Estero - La Lega impone a Berlusconi la data del referendum elettorale

Pubblico un articolo de El Pais del 16 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La Lega impone a Berlusconi la data del referendum elettorale

Non coinciderà con le europee come chiedeva l’opposizione per risparmiare denaro e destinarlo alle vittime del terremoto

Secondo quanto annunciato giovedì dal primo ministro italiano Silvio Berlusconi, il referendum sulla riforma del sistema elettorale italiano si terrà il 21 giugno. La consultazione popolare, se approvata, darebbe al paese un sistema bipartitico e porrebbe fine a quello attualmente in vigore, popolarmente conosciuto come “porcata”. La riforma conta sull’aperta opposizione della Lega Nord, l’alleato che assicura una forte maggioranza parlamentare a Berlusconi e in cui, oltretutto, milita Roberto Calderoli, autore della legge elettorale in vigore, ideatore del termine porcino e oggi ministro per la Semplificazione Normativa.

L’opposizione di centrosinistra aveva chiesto al Governo di anticipare il referendum al 7 giugno in modo che coincidesse con le elezioni europee e amministrative, con l’idea di destinare il denaro risparmiato (calcolato in 400 milioni) alle vittime del terremoto in Abruzzo. Però la Lega ha nettamente rifiutato. Per un razionale calcolo politico, ritiene che votando separatamente sarà più difficile raggiungere il quorum necessario per l’approvazione del nuovo sistema, che la danneggia molto in quanto meno federalista.

L’imposizione della Lega al Governo di cui è parte, è stata netta e Berlusconi, accusato dal Partito Democratico e dall’ala del proprio partito diretta da Gianfranco Fini, non ha avuto altra scelta che renderla pubblica. Ha spiegato che il partito guidato da Umberto Bossi, “avrebbe fatto cadere il Governo” se avesse anticipato la data del referendum. Berlusconi ha deciso di rivelare al paese la minaccia dei suoi alleati durante una nuova visita alla zona colpita dal sisma, nel tentativo di minimizzare le critiche sul dispendio economico che duplicherà l’appuntamento elettorale.

“Abbiamo deciso di non perseguire a tutti i costi il sistema bipartitico che rappresenta una situazione favorevole e molto positiva per noi”, ha spiegato Berlusconi. “Mi spiace che altri interpretano come una debolezza del presidente del Consiglio e del Pdl quella di aver ceduto a una precisa richiesta di un partito della maggioranza che, ove non fosse stata accolta, avrebbe fatto cadere il governo. In un momento come questo sarebbe stata un’irresponsabilità”.

La notizia del patto tra il Pdl e la Lega ha irritato Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati, che ha giudicato la decisione “uno spreco di denaro”. Il Partito Democratico che sembra aver ritrovato la fermezza persa e che in questi giorni ha tappezzato le città italiane con ironici cartelli che recitano “Roma Ladrona, Milano Sprecona”, è stato conciso: “Vince Bossi”.

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ha lanciato durissime critiche al Governo. “Prima di parlare di un aumento di tasse per aiutare le vittime del terremoto mi piacerebbe vedere uno sforzo reale per ridurre le spese pubbliche improduttive. Spendere 400 milioni dei cittadini è inaccettabile”.

Berlusconi ha assicurato che ridurranno al minimo indispensabile lo spreco e ha affermato che la cifra è lontanissima da quella di cui si parla. “Bisogna scegliere, o una cosa o l’altra” ha concluso con l’espressione tesa.

(Articolo originale di Miguel Mora)

venerdì 17 aprile 2009

Striscione di italiani a Praga: scusaci per il nostro premier

E' questo il titolo di un trafiletto comparso sul sito Repubblica.it il 6 aprile 2009. Un episodio che è stato molto divertente e che condivido appieno, ma ovviamente è stato taciuto da tutti i telegiornali italiani!

Striscione di italiani a Praga: scusaci per il nostro premier

PRAGA - "Obama sorry 4 Berlusconi". Uno striscione con questo messaggio per il presidente degli Stati Uniti è comparso ieri improvvisamente nella piazza di Praga di fronte al Castello, dove Barack Obama stava parlando fra un tripudio di bandiere americane. Ed è stato mostrato dalle tv di tutto il mondo. Ad innalzarlo sono stati due studenti italiani, a Praga per l' Erasmus: Gianpiero S., 23 anni, e Antonio P., 24 anni. I due raccontano che hanno «rinunciato ad andare in discoteca» per preparare lo striscione.

giovedì 16 aprile 2009

Italia dall'Estero - Le case-containers dei “dimenticati” del sisma del 1997

Pubblico un articolo de Le Monde del 13 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Le case-containers dei “dimenticati” del sisma del 1997

Giove (Umbria) Inviato speciale

Il furgoncino entra scoppiettante nel villaggio di containers, vuoto per metà in questa mattinata di feste pasquali. Marino torna dalla spesa. Questo contadino di 73 anni, vive in una delle capanne del cantiere, istallate qui, a Giove, un paesino ad una ventina di chilometri da Assisi, dopo il sisma che colpì, nel 1997, la regione dell’Umbria.

All’epoca fu una buona cosa per lui e sua moglie. Dopo aver dovuto abbandonare come tanti altri la loro casa danneggiata ed aver passato diversi mesi sotto una tenda, Marino e sua moglie hanno trovato la soluzione ideale in questo container, coperto da un tetto che lo faceva sembrare una casetta, aspettando di rientrare in casa loro. Anche la loro figlia era venuta a vivere con loro insieme alla sua famiglia.

Poi, tre anni fa, sua moglie è morta e sua figlia se n’è andata altrove. Da quando vive solo, Marino è scoraggiato. “Se un giorno la mia casa sarà riparata, beh ci andrò, altrimenti, addio”, esclama unendo i gesti alle parole. L’anziano è divenuto fatalista a forza di vivere in questo container gelido in inverno e torrido in estate. Non ci si abitua a questa vita, a quest’età, per tutto questo tempo.

Sono soprattutto persone anziane come lui che sono restate a vivere in questo strano villaggio di lamiere. “Quelli che sono ancora vivi, poiché venticinque persone sono morte qui mentre erano in attesa di poter rientrare nelle loro case”, precisa Valentina Armillei, giovane responsabile di un comitato creato per sostenere questi “dimenticati del terremoto”.

Le abitazioni che hanno dovuto abbandonare sono di fronte ai container, lontane meno di un chilometro in linea d’aria. Le hanno osservate tutti i giorni, mentre la ricostruzione si impantanava nella burocrazia. In Umbria, era stato deciso di affidare agli abitanti stessi, attraverso un consorzio, e con gli aiuti dello Stato, la realizzazione dei lavori.

L’idea si è rivelata piuttosto azzeccata. Non a Giove. In paese, come spiega il sindaco, Giuseppe Mariucci, “non hanno avuto fortuna, perché sono incappati in un’impresa inadatta che è fallita quando non era che a un terzo dei lavori”. Da due anni, il comune ha ripreso le cose in mano e il sindaco assicura che tutto sarà terminato entro la fine di quest’estate.

Marino resta scettico. Gli occhi inchiodati alla televisione, è rapito dalle immagini del sisma in Abruzzo. Gli fanno rivivere la sua esperienza, ma anche le promesse non mantenute. “Anche a noi, ricorda sua nipote Antonella, la sola che gli faccia ancora visita, non cessavano di ripetere che tutto sarebbe stato risolto presto. Che belle parole all’epoca! Guardate dove siamo dodici anni dopo”. E con i senza tetto dell’Abruzzo, si rischia di ricordarsi ancora meno dei “dimenticati del terremoto” di Giove.

(Articolo originale di Salvatore Aloïse)

mercoledì 15 aprile 2009

Carta canta - Gasparrate

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 15 aprile 2009:

Gasparrate

"Di Pietro eviti gli insulti. Ne conosco la viltà. Da mesi gli chiedo un pubblico confronto sulle vicende della sua famiglia, ma è fuggito più volte in occasione di inviti tv perché ha paura di parlare degli affari di Mautone e del figlio Cristiano. È un uomo la cui storia è costellata di vicende oscure ed ambigue. Dalle Mercedes alle scatole piene di soldi, alle vicende dei lavori pubblici in Molise. Spiace che in un momento di coesione nazionale usi il suo linguaggio. Ma è tipico di un uomo che ignora onestà e congiuntivi. Noi conosciamo la sua storia, nei dettagli. E capiamo perché reagisce così".
(Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, 14 aprile 2009)

"Per noi Di Pietro è un mito".
(Maurizio Gasparri, An, 23 luglio 1994)

"Per noi Di Pietro è meglio di Mussolini".
(Maurizio Gasparri, An, 7 maggio 1994)

"Di Pietro? E' uno di quelli che può contribuire alla costruzione della Seconda Repubblica".
(Maurizio Gasparri, An, La Stampa, 4 ottobre 1994)

"Io spero in un miracolo: che Di Pietro venga con noi".
(Maurizio Gasparri, An, 10 ottobre 1995).

martedì 14 aprile 2009

Carta canta - Lacrime di Caimano

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 14 aprile 2009:

Lacrime di Caimano

"Berlusconi giura che tornerà, se necessario, 'ogni giorno' in Abruzzo. E lo farà perché lui è il presidente del Consiglio e sotto di lui c'è il dipartimento della Protezione civile. "Non vi abbandoneremo", ripete più e più volte, stringendo le mani degli sfollati, promettendo impegno a chi implora di non dimenticare questa tragedia. Ai bambini della tendopoli di San Demetrio chiede addirittura di convincere le mamme a portarli al mare, nell'attesa consiglia di proteggersi 'con la crema solare'. A trasportarli sulla costa abruzzese ci penseranno 'gli autobus' organizzati per l'occasione, tutto 'a spese dello Stato'...".
(Apcom, 7 aprile 2009)

"Berlusconi in lacrime: non vi abbandoneremo... E' stata una lunga notte quella del premier, arrivato in Molise alle dieci di sera e ripartito alle due del mattino, dopo aver visitato anche gli ospedali di Larino e Termoli: 'Su che ce la fate a uscire presto di qui, vi vedo in gamba', ha detto a quelli che stavano meglio".
(Corriere della Sera, San Giuliano di Puglia, 2 novembre 2002)

"San Giuliano, case nuove per 500 persone. Consegnati i prefabbricati di legno. Berlusconi: sono provvisori, entro sei mesi partirà la ricostruzione. Il premier ha ringraziato Corriere e Tg5 che hanno raccolto oltre 12 milioni di euro: 'Sono orgoglioso di quello che lo Stato e la Protezione civile hanno saputo fare'. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha risparmiato i complimenti, ieri pomeriggio, durante l'inaugurazione del villaggio provvisorio, in prefabbricati di legno, che accoglie 146 nuclei familiari rimasti senza casa dopo il terremoto del 31 ottobre. Appena messo piede a terra, all'eliporto del nuovo villaggio, ha incontrato il presidente della Rcs Editori, Cesare Romiti, il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, e Vito Oliva, in rappresentanza del Tg5. Berlusconi ha ringraziato calorosamente per la raccolta di fondi organizzata dalle due testate giornalistiche, 'Un aiuto subito terremoto del Molise': 'Con i 12 milioni di euro che avete messo a disposizione la Protezione civile ha potuto costruire il nuovo villaggio. Il governo ne ha aggiunti 5 e mezzo. Un grande successo nella collaborazione tra privato e pubblico'. Berlusconi, durante la visita del nuovo insediamento, si è assunto un preciso impegno: 'Queste case sono comode, ma sono comunque provvisorie. Entro 6 mesi inizierà la ricostruzione di San Giuliano. La valutazione sismica del terreno è stata completata, entro pochi mesi si deciderà quali case ricostruire e quali aree destinare al verde'...".
(Corriere della Sera, 29 marzo 2003)

"Gli abitanti ancora nei prefabbricati. Il comitato delle vittime: 'Sarà un autunno caldo'. San Giuliano senza rinascita. Due anni dopo il sisma ferme ricostruzione e perizia sulla strage. 'L'unica cosa positiva è che il villaggio provvisorio è fatto bene. Per il resto è stata la fiera delle promesse non mantenute. Quando è venuto Berlusconi, subito dopo il terremoto, ci ha detto che San Giuliano sarebbe stata ricostruita in due anni. Poi quando è tornato, a Natale del 2002, ha corretto: 'Due anni, dal momento in cui avremo in mano il progetto definitivo della ricostruzione'. Ma il presidente della regione Molise, Michele Iorio, nominato commissario per la ricostruzione, ha fatto approvare il progetto soltanto nel luglio scorso. Per di più in tutto questo tempo non sono state completate le demolizioni. Ci sono ancora 20 case da abbattere. In un anno nessuno ha fatto niente. Ci sono ancora da rimuovere le macerie delle demolizioni completate nel giugno del 2003. Ma le rimozioni, guarda caso, sono iniziate solo dieci giorni fa, quando è stata annunciata la visita del presidente del Consiglio'... Per quanto riguarda i tempi della ricostruzione, siamo allo scaricabarile. Luigi Barbieri, il nuovo sindaco di San Giuliano, eletto nel giugno scorso, elenca gli errori del suo predecessore e le responsabilità del presidente Iorio: 'Come commissario delegato, doveva predisporre il piano di ricostruzione d'intesa col comune. Ha nominato due tecnici che dovevano seguire il piano. Quando questi sono entrati in conflitto con i tecnici del comune e si sono dimessi, lui non li ha sostituiti'. Tranquillo il commissario delegato per la ricostruzione, Michele Iorio: 'Sono tempi che potrebbero apparire eccessivi - osserva - ma non credo di poter dire che ci sia stato un ritardo'...".
(Corriere della Sera, 30 ottobre 2004)

"San Giuliano, a tutti i soldi delle collette. La decisione contro il parere della Protezione civile. Assegnata anche un'una tantum di 1.000 euro ai parenti dei defunti negli ultimi 3 anni. Il sindaco distribuisce fondi. E chi non ha subìto danni li usa per auto e viaggi. Lunedì il terzo anniversario dal sisma. Nel 2007 la fine dei lavori di ricostruzione della scuola... 'Provo mortificazione e disgusto per tale obbrobriosa decisione...'. A Carmela Ferrante, che si sente morta ormai da tre anni, da quando il terremoto schiacciò la scuola di San Giuliano e la vita della sua bambina più grande, a Carmela l'unica parola che viene è quella: mortificata. Un'altra volta. 'Spartire i soldi in questo modo è irrispettoso. Che cosa resta della solidarietà che tutto il mondo ci ha dimostrato? Nulla. Un pugno di mosche. È un insulto. Un'offesa alla memoria di chi non c'è più. È umiliante che diano un contributo uguale per tutti. Offensivo per me che ho perso una figlia. Imbarazzante per chi non ha avuto neanche un danno'. Il 31 ottobre 2002 si mosse il mondo, su San Giuliano. La scuola crollata. I 27 bambini e le loro maestre sotto. Le tv dal Canada e dal Giappone. Le sottoscrizioni, le collette, i vaglia, gli sms. Australiani commossi che ritagliavano dai giornali la foto d'un terremotato molisano, graffettavano cento dollari e sulla busta scrivevano: 'Please, dateli a lui...'. Tre anni dopo, le lacrime sono finite e i soldi anche. Se li sono spartiti. Nessuno l'ammette, tutti lo sanno: chi s'è fatto la macchina bella e chi il parquet nelle case popolari mai lesionate; chi s'è regalato l'hi-fi e chi la vacanza alle Maldive... Gli ultimi due milioni e mezzo di euro, gli aiuti spediti dal mondo intero 'senza vincolo di destinazione', il sindaco Luigi Barbieri li ha divisi così: 2.250 euro a testa. Come i pacchi di Pupo. Un 'contributo simbolicò a chiunque. Vecchi e neonati. Ricchi e poveri. Single e famiglie numerose. E siccome i soldi avanzavano ancora, che cosa ci si è inventati? Un bonus ai morti. Ma mica a quelli del sisma: quelli che, pace all'anima loro, se ne sono andati anche un mese fa. Mille euro una tantum, a chiunque dal 2002 a oggi abbia avuto in famiglia un lutto qualsiasi, la nonna presa dal coccolone o lo zio malato. L'Enalotto del terremoto non ha ridato sorrisi. Tre anni dopo, San Giuliano è un paese distrutto. Non solo nei muri. Il marito di Carmela, che è poi l'ex sindaco Antonio Borrelli, a gennaio sarà processato per omicidio e disastro colposi, assieme a progettisti e costruttori della scuola: il suo bambino viene insultato in strada, 'figlio d'un assassino', i fiori sulla tomba della figlia morta li strappano e li buttano via. Sono cominciati i lavori di ricostruzione, i cantieri hanno l'ordine d'assumere i terremotati, 'abbiamo fatto mille solleciti - si stupisce Massimiliano Di Pietro Paolo, direttore degli appalti per la chiesa -, ma nessun operaio è della zona: qua litigano e basta'. L'ultima, è la lite sui soldi. Benedetti dal sindaco Barbieri, che ci ha fatto la campagna elettorale. Maledetti da qualcun altro... Il primo a non starci, e per iscritto, è il capo della Protezione civile Guido Bertolaso: quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (febbraio 2005) autorizzò il sindaco a utilizzare i 'fondi non vincolati', quando si capì che a San Giuliano quei soldi non li avrebbero impiegati in opere, Bertolaso (10 marzo 2005) suggerì d'evitare almeno il bonus ai morti di morte naturale. Il parroco, le vittime, il tecnico: voci inascoltate. A San Giuliano hanno acchiappato, poco e subito, e oggi sono sempre tutti lì, nel villaggio prefabbricato, fra rancori e rimpianti, ad aspettare una scuola nuova che ancora non c'è, le case nuove che non si vedono. Data fine lavori: 2007 (forse). Lunedì, terzo anniversario, si piangeranno i bambini morti. Il presidente Ciampi s'era inchinato alla loro memoria con 27 medaglie d'oro. Ma le onorificenze stanno ancora in un cassetto: tre anni dopo, al contrario dei soldi, nessuno ha fretta di consegnarle".
(Francesco Battistini, Corriere della sera, 28 ottobre 2005)

"New L'Aquila: una città tutta nuova in 24 mesi, al massimo in 28. La promessa di Silvio Berlusconi nel giorno del dramma abruzzese ha il fascino degli effetti speciali. Il presidente del Consiglio la chiama 'new town', termine britannico per indicare gli insediamenti satellite, ma che in italiano ha un grande modello concreto: Milano 2, la prima creatura del Cavaliere, l'inizio della sua epopea. Le frasi pronunciate dal premier a L'Aquila hanno però qualcosa di déjà vu: 'Entro due anni gli abitanti riavranno le case'. Ricordate? Era lo choc di San Giuliano, il paesino del Molise dove il 31 ottobre 2002 il terremoto si era accanito contro la scuola uccidendo 27 bambini e la loro insegnante. Tre giorni dopo la strage, il premier convocò una conferenza stampa: 'Mi sono intrattenuto con degli amici architetti per mettere a punto un'ipotesi di progetto per la costruzione di una nuova San Giuliano'. Anche allora il disegno era quello della new town, la città satellite: 'Un quartiere pieno di verde con la separazione completa delle automobili dai percorsi per i pedoni e per le biciclette. Un progetto che potrebbe portare in 24 mesi a consegnare agli abitanti di San Giuliano dei nuovi appartamenti funzionali, innovativi, costruiti secondo le nuove tecniche della domotica'. Non sembrava un'impresa difficile: nel paese colpito gli abitanti erano soltanto 1.163 e gli edifici poche centinaia. 'Vorrei in questa occasione dare risposte con dei tempi assolutamente contenuti e certi', ribadì il premier. E tutto il governo mostrava ottimismo, come sottolineò il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu davanti al Parlamento: 'Il presidente del Consiglio ha assicurato che entro 24 mesi il comune verrà riconsegnato alla completa e normale fruibilità degli abitanti'. Ma sette anni dopo, la ricostruzione di San Giuliano è ancora lontana dalla fine. E di domotica, ossia di edifici 'intelligenti' ad altissima tecnologia, non se n'è vista proprio. Persino per completare la nuova scuola - questo sì un istituto d'avanguardia, definito 'il più antisismico d'Italia' - di anni ce ne sono voluti quasi sei. Berlusconi ha fatto in tempo a finire il governo, lasciare la poltrona a Romano Prodi e tornare a Palazzo Chigi: è stato lui a presenziarne l'inaugurazione nello scorso settembre. Come è lontano quell'autunno del 2002 quando il premier volò a San Giuliano con il suo architetto di fiducia, quel Giancarlo Ragazzi che è stato uno dei progettisti di Milano 2 nel lontano 1970 e che dieci anni dopo aveva replicato l'opera con Milano 3...".
(Gianluca Di Feo, l'Espresso, 7 aprile 2009) .

venerdì 10 aprile 2009

Silenzio, per favore

Oggi è una giornata triste. Oggi è il giorno del lutto nazionale. Oggi non ci sono polemiche, se ne parlerà (ma badate che se ne deve parlare) da domani. Oggi è il giorno del silenzio per le vittime, ma non deve esserlo per i responsabili di quanto accaduto.
Silenzio, per favore.

giovedì 9 aprile 2009

Italia dall'Estero - La gaffe di Berlusconi: gli sfollati del terremoto dovrebbero prenderlo come “un weekend in campeggio”

Pubblico un articolo del Times del 8 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

La gaffe di Berlusconi: gli sfollati del terremoto dovrebbero prenderlo come “un weekend in campeggio”

A quanto pare, Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano, ha commesso una grave gaffe dichiarando ad una stazione televisiva tedesca che le 17000 persone rimaste senza casa dopo il terremoto in Abruzzo dovrebbero provare a considerare la situazione come un “weekend in campeggio”.

Durante un giro nei campi tenda allestiti per i sopravvissuti del disastro di lunedì, in cui sono morte almeno 250 persone, Berlusconi ha dichiarato ad un reporter di N-TV: “Hanno tutto quello di cui hanno bisogno, hanno cure mediche, cibo caldo… Naturalmente la loro sistemazione attuale è un po’ precaria, ma dovrebbero provare a prenderlo come un weekend in campeggio”.

La settimana scorsa, il 72enne Premier ha minacciato misure “dirette e dure” contro la stampa italiana per la copertura data alle sue buffonate durante il G20 a Londra, quando Berlusconi ha perso un servizio fotografico ufficiale e ha infastidito la regina durante un altro servizio, questa volta urlando per attirare l’attenzione di Barack Obama.

Ma le sue dichiarazioni alla stazione televisiva tedesca devono annoverarsi tra le meno diplomatiche di una lunga carriera che l’ha visto paragonare un membro tedesco del Parlamento Europeo ad una guardia di campo di concentramento e descrivere Obama, due giorni dopo l’elezione alla presidenza degli USA, come “giovane, bello e abbronzato”.

Berlusconi ha ricevuto lodi in Italia per la sua pronta reazione al terremoto in Abruzzo: ha immediatamente cancellato una visita ufficiale a Mosca, dichiarando lo stato di emergenza per sbloccare fondi regionali e ha visitato la regione per supervisionare lo sforzo dei soccorsi.

La maggior parte degli sfollati dopo il terremoto di lunedì ha passato la notte nei campi di tende che sono comparsi intorno a L’Aquila, capoluogo della regione Abruzzo. Ai residenti è stato proibito di dormire nelle proprie case per paura di altre scosse, mentre migliaia di altri stanno dormendo in macchina.

Allo stesso tempo forti scosse di assestamento hanno minacciato oggi, due giorni dopo il devastante terremoto, le ricerche sempre più disperate.

Le scosse hanno peggiorato una notte di miseria per più di 200 sopravvissuti senza casa, che non sono riusciti a trovare riparo nei campi predisposti intorno a L’Aquila. “Vergognatevi” ha urlato una donna verso una delle tendopoli. “La RAI (televisione di stato) dice che tutto è sotto controllo, mentre noi non riusciamo nemmeno ad avere una tenda”.

Almeno sette forti scosse hanno colpito la regione durante la notte, l’ultima intorno le 6:30 del mattino. Una nonna, accudendo la nipotina di tre mesi, ha dichiarato che sapeva che le scosse di assestamento non avrebbero potuto far loro del male nella tenda, ma ha aggiunto: “Fa sempre paura quando senti tremare la terra”.

Molti ospiti dell’albergo Federico II a L’Aquila, uno dei pochi ancora aperti nella città medievale entro le mura, hanno preferito passare la notte nella propria macchina dopo aver notato crepe lungo le pareti.

Berlusconi ha dichiarato ieri che la ricerca di sopravvissuti continuerà per “altre 48 ore finché non saremo certi” che nessuna persona viva sia sotto le macerie. Ha dichiarato che finora 150 persone sono state estratte vive dalle strutture crollate. Fra di loro la 98enne Maria D’Antuono, che e stata tirata fuori dalle macerie 30 ore dopo il terremoto dicendo ai soccorritori di essersi tenuta occupata lavorando all’uncinetto.

(Articolo originale di Philippe Naughton)

mercoledì 8 aprile 2009

Italia dall'Estero - Qualche giorno fa un geologo aveva preannunciato il disastro ed era stato accusato di procurato allarme

Pubblico un articolo de El Mundo del 6 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Qualche giorno fa un geologo aveva preannunciato il disastro ed era stato accusato di procurato allarme

Giampaolo Giuliani, tecnico e ricercatore del Laboratorio Nazionale di Fisica del Gran Sasso, lo aveva previsto.

Un forte sisma avrebbe scosso la zona de L’Aquila nei giorni a venire. Nonostante preannunciasse forti scosse, nessuno gli ha dato retta ed è stato inoltre accusato di procurato allarme.
Si sarebbe potuta evitare la tragedia se gli avessero dato ascolto?

Questa è la domanda che si pongono molti italiani dopo la morte di almeno 27 persone (articolo pubblicato alle 9.56, N.d.T.) in seguito al forte sisma di quasi 6 gradi di magnitudo che questa mattina ha scosso il centro Italia.
Grazie ad un sistema chiamato “Gamma Tracer” che utilizza nel suo laboratorio, Giuliani, qualche giorno fa, aveva preannunciato una serie di scosse nella zona che presagivano l’arrivo di un terremoto più forte.

Le sue dichiarazioni in un programma televisivo, hanno creato allarmismo tra gli abitanti delle zone limitrofe tra i quali prendeva corpo la paura della reale possibilità che avvenisse ciò che alla fine purtroppo è accaduto.

La sua previsione è stata quindi considerata allarmista e in pochi ne hanno tenuto conto nonostante anche il Centro Nazionale Terremoti avesse registrato i movimenti tellurici.

Anche il capo della Protezione Civile, responsabile del soccorso durante il terremoto, ha dato dell’imbecille a Giuliani il quale è tornato a ripetere che questa catastrofe si sarebbe potuta evitare.

La tesi di Giuliani si basa sull’analisi di un gas radioattivo, il Radon. Quando le faglie vengono attivate questo gas fuoriesce raggiungendo la superficie. È per questo che è riuscito a prevedere esattamente il luogo in cui il terremoto sarebbe avvenuto.

(Articolo originale)

Italia dall'Estero - L’Italia zittì lo scienziato che aveva previsto il terremoto

Pubblico un articolo della Reuters del 6 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

L’Italia zittì lo scienziato che aveva previsto il terremoto

ROMA - Uno scienziato italiano aveva previsto un grande terremoto intorno a L’Aquila settimane prima del disastro che lunedì ha colpito la città, uccidendo più di 90 persone, ma fu denunciato alle autorità con l’accusa di diffondere il panico tra la popolazione.

Il governo lunedì ha ribadito che gli avvertimenti del sismologo Giacchino Giuliani non avevano basi scientifiche.

Le prime scosse nella regione furono avvertite a metà gennaio e sono continuate ad intervalli regolari, causando un allarme crescente nella città medievale a circa 100 chilometri ad est di Roma.

Dopo che Giuliani, dell’Istituto nazionale di Astrofisica, aveva annunciato che stava per arrivare un grande terremoto, dei furgoni con altoparlanti erano circolati per la città un mese fa dicendo ai residenti di lasciare le loro case e scatenando la rabbia del sindaco.

Giuliani, che aveva basato la sua previsione sulle concentrazioni di gas radon nelle aree sismicamente attive, fu denunciato alla polizia per “procurato allarme” e fu costretto a togliere le notizie delle sue scoperte da Internet.

Dopo che i mezzi di comunicazione hanno domandato se il governo ha protetto in modo opportuno la papolazione alla luce di questi avvertimenti, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa è parso sulla difensiva.

Ha detto che ora è il momento di concentrarsi sui soccorsi e che “possiamo discutere in un secondo momento sulla prevedibilità dei terremoti”.

A L’Aquila, la Protezione Civile italiana aveva indetto il 31 marzo una riunione della Commissione Grandi Rischi, radunando scienziati incaricati di valutare questi rischi, per rassicurare i cittadini.

“Le scosse avvertite dalla popolazione sono parte di una sequenza tipica… (che è) assolutamente normale in un’area sismica come quella che circonda L’Aquila” ha detto la Protezione Civile in un comunicato alla vigilia della riunione. Aggiungeva che l’agenzia non vedeva ragioni di allarme, ma che in ogni caso stava procedendo con “continui monitoraggi ed attenzione”.

Il capo dell’agenzia, Guido Bertolaso, si è riferito a quella riunione nella conferenza congiunta di lunedì con Berlusconi.

La Commissione Grandi Rischi concludeva che non c’era motivo di prevedere un terremoto più intenso delle scosse precedenti, ha affermato. “Non è possibile prevedere un terremoto, secondo il parere della comunità scientifica internazionale”.

Enzo Boschi, il capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, ha detto che il vero problema per l’Italia è la persistente incapacità di prendere precauzioni adeguate nonostante una storia di tragici terremoti. “Ci sono i terremoti, ma poi dimentichiamo e non facciamo niente. Non è nella nostra cultura prendere precauzioni o costruire edifici in modo adeguato nelle aree in cui ci possono esserci forti terremoti” ha detto.

(Articolo originale di Gavin Jones)

sabato 4 aprile 2009

Italia dall'Estero - Un disegno di legge contro i diritti

Pubblico un articolo di Nature del 2 aprile 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Un disegno di legge contro i diritti

Il Senato italiano ha approvato un disegno di legge che ignora la volontà dei pazienti e la Costituzione stessa del Paese.

Editoriale

Il 26 marzo il Senato italiano ha approvato un disegno di legge che darebbe ai medici del Paese il diritto di ignorare il testamento biologico di coloro che sono in uno stato vegetativo permanente, per provare a tenere in vita i pazienti grazie alla nutrizione artificiale.

La misura ha causato intense polemiche. Molti Paesi possiedono leggi o codici stabiliti per le procedure mediche, che proteggono la volontà espressa da un individuo di rifiutare trattamenti qualora diventi gravemente inabile ed incapace di comunicare. Nella maggior parte degli stati USA, per esempio, un medico deve negoziare con i parenti attraverso un comitato etico, se crede che un paziente incapace di comunicare possa trarre beneficio da ulteriori trattamenti. Invece il disegno di legge italiano, ora in discussione in Parlamento, consente espressamente ai medici di ignorare tali testamenti biologici. Esso afferma inoltre che la nutrizione artificiale - che richiede l’impianto di un tubo per l’alimentazione nello stomaco - non sia considerata un intervento clinico.

Curiosamente, la legge proposta si applica solo ai pazienti in coma profondo e prolungato, noto come stato vegetativo persistente, e non a quelli con altre malattie inabilitanti in modo simile. Questo perché il disegno di legge è stata incitato dalla recente ed ampiamente pubblicizzata morte di Eluana Englaro, che ha passato 17 anni in stato vegetativo in seguito ad un incidente automobilistico avuto all’età di 21 anni. Il padre, sostenendo che sua figlia avesse espresso il desiderio di essere lasciata morire qualora avesse perso la capacità di intendere e volere, aveva insistito con i medici riluttanti affinché le sospendessero l’alimentazione artificiale. Alla fine, ha intrapreso un’azione legale, avendo la meglio in un tribunale dopo l’altro nella battaglia contro gli appelli dei medici. A febbraio, ha ottenuto finalmente che la figlia venisse trasferita in un ospedale disposto a rimuovere il tubo dell’alimentazione. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha emanato un decreto di urgenza per bloccare il processo, ma il Presidente della Repubblica si è rifiutato di firmarlo. La crisi costituzionale è stata evitata quando la Englaro è morta il 9 febbraio.

I sondaggi hanno evidenziato che la larga maggioranza di italiani non appoggiano l’idea che il testamento biologico possa essere ignorato. Ma le società scientifiche più importanti sono rimaste in silenzio. La Federazione dei Medici Italiani ha pubblicato solamente una mite dichiarazione in seguito al voto del Senato, suggerendo che avrebbe dovuta essere stata consultata a riguardo.

Nel corso di una vicenda così tragica come quella della Englaro, un sentimento alimentato dai media non è certo una buona base per fare leggi. La Costituzione italiana afferma che nessuno può essere costretto a sottoporsi ad un trattamento medico senza il suo consenso. La camera dei Deputati deve ora assicurare che il disegno di legge venga permeato dal giusto livello di complessità scientifica e legale e che risponda a tale disposizione costituzionale. La discussione avrà bisogno di considerare il richiesto maggiore coinvolgimento della comunità medica e le disposizioni dovrebbero essere fatte tenendo conto delle obiezioni di coscienza di chi si prende cura dei pazienti. Ma un medico la cui coscienza impedisca di rimuovere personalmente un tubo per l’alimentazione non dovrebbe certo avere l’ultima parola sulla vita o la morte di un paziente la cui volonta è stata espressa chiaramente.

(Articolo originale)

giovedì 2 aprile 2009

Italia dall'Estero - Sono più pallido di Barack Obama, è l’ennesima gaffe di Silvio Berlusconi

Pubblico un articolo del Guardian del 30 marzo 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Sono più pallido di Barack Obama, è l’ennesima gaffe di Silvio Berlusconi

Non soddisfatto di aver già definito Barack Obama “abbronzato”, Silvio Berlusconi oggi è tornato sull’argomento, dichiarando ad un giornalista di essere più pallido del Presidente USA.

In seguito al commento di un giornalista, secondo il quale la risposta alla crisi economica globale aveva in qualche modo accostato Berlusconi ad Obama, il Presidente del Consiglio italiano, rinomato per la perfetta e perenne abbronzatura, ha ribattuto: “Sono anche più pallido, perché è da molto tempo che non mi metto al sole”. E ha aggiunto: “Lui poi è più bello, giovane e alto”.

La sua replica fa eco al commento che lo mise nei pasticci lo scorso novembre quando a Mosca dichiarò scherzosamente che Dmitri Medvedev non avrebbe avuto difficoltà ad andare d’accordo con la sua nuova controparte americana perché Obama, come il Presidente russo, è “bello, giovane e abbronzato”. Il settantaduenne imprenditore dei media e politico conservatore replicò ai rimproveri in merito ai suoi commenti dicendo che i suoi critici non avevano senso dell’umorismo.

La sua ultima gaffe è arrivata proprio nel bel mezzo delle critiche subite nel suo stesso paese per altre due “battute” trovate offensive da alcuni compatrioti.

L’opposizione, già indignata per il suo uso del voto di fiducia per forzare l’approvazione di leggi senza un vero dibattito, si è indignata quando Berlusconi ha dichiarato che i membri del Parlamento sono lì “per fare numero”. Era stato anche criticato in precedenza dai sindacati per aver dichiarato che le persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi internazionale dell’economia dovrebbero “trovarsi qualcosa da fare”. Berlusconi ha aggiunto inoltre che, se fosse accaduto a lui di venire licenziato, certamente non se ne starebbe “a girarsi i pollici”.

(Articolo originale di John Hooper)

Italia dall'Estero - Italia: l’ombra del fascismo

Pubblico un articolo del Guardian del 30 marzo 2009 (traduzione da Italia dall'Estero):

Italia: l’ombra del fascismo

Editoriale

L’obiettivo principale di Silvio Berlusconi nella veste di Presidente del Consiglio sembra palesemente e spudoratamente ovvio. Sin da quando è entrato con prepotenza nel vuoto politico creatosi nel 1993, simultaneamente a destra con gli scandali di corruzione e a sinistra con la scomparsa del comunismo italiano, Berlusconi ha usato la propria carriera e potere politico per proteggere se stesso e il proprio impero mediatico dalla legge.

Durante il più lungo dei suoi tre mandati come Presidente del Consiglio, Berlusconi non solo è riuscito a consolidare la propria posizione di per sé già forte nell’industria italiana delle telecomunicazioni, di cui possiede attualmente circa la metà, ma è anche riuscito a fare approvare alcune leggi che gli garantiscono l’immunità giudiziaria. Quando la precedente legge è stata poi dichiarata incostituzionale, il neo-eletto Berlusconi l’ha ripresentata sotto nuove spoglie l’anno scorso ed è riuscito a farla approvare.

Il successo di Berlusconi è dovuto in parte alla sua audacia, ma soprattutto alla crescente debolezza dei suoi avversari. La sinistra italiana, in particolare, non è riuscita ad organizzare un’opposizione efficace. Eppure l’ultima mossa di Berlusconi, messa a punto ieri, che consiste nell’ingresso di Alleanza Nazionale - partito che nasce direttamente dalla tradizione fascista di Benito Mussolinidi - nella sua nuova formazione, il Popolo delle Libertà, potrebbe lasciare un segno più profondo nella vita pubblica italiana di qualsiasi altra azione fatta in passato dal magnate populista.

A differenza della Germania postbellica, l’Italia del dopoguerra non ha mai fatto i conti con la propria eredità fascista. Il risultato è che mentre in Germania il neofascismo non è mai riaffiorato seriamente, in Italia ci sono stati importanti segni di continuità, tra cui leggi e funzionari ereditati dall’era Mussolini e la rifondazione postbellica del rinominato partito fascista, a dispetto di una cultura pubblica in principio anti-fascista. Queste continuità stanno diventando più forti proprio ora. È un giorno di vergogna per l’Italia.

Alleanza Nazionale, tuttavia, ha fatto molta strada negli ultimi 60 anni. Il suo capo, Gianfranco Fini, ha abbandonato le vecchie ideologie politiche e ha diretto il partito verso il centro. Ha lavorato per più di 15 anni come alleato di Berlusconi. Parla della necessità del dialogo con l’Islam, denuncia l’antisemitismo e sostiene l’idea di un’Italia multietnica, posizioni che difficilmente si conciliano con quelle di Berlusconi, noto per le sue campagne populiste contro i rom e gli immigrati e propenso ad un razzismo leggero.

Nonostante le sue lontane origini liberali, l’Italia moderna è storicamente un paese di destra. Eppure, è sconvolgente pensare che tra i 20 capi mondiali che si incontreranno questa settimana al vertice sull’economia a Londra ci sarà un capo di Stato che ha ricostruito oggi la propria base politica sulle fondamenta gettate dai fascisti e che afferma che è probabile che come risultato la destra resterà al potere per generazioni.

(Articolo originale)