martedì 25 novembre 2008

Italia dall'Estero - Punizione e vendetta

Pubblico un articolo del Guardian del 24 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Punizione e vendetta

L’estratto che segue è preso da una intervista fatta pochi giorni fa all’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e pubblicata sul Quotidiano Nazionale.

La domanda chiedeva cosa avrebbe dovuto fare Roberto Maroni, l’attuale ministro degli Interni (a capo anche della polizia), in relazione alle manifestazioni di studenti ed insegnanti dei giorni scorsi, contro i tagli alle scuole e alle università annunciati dal governo.

“Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. Dovrebbe ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrebbe sovrastare quello di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero massacrare senza pietà i manifestanti, e mandarli tutti all’ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non i vecchi professori, certo, ma le giovani maestre.”

Gli studiosi di Storia politica italiana troveranno affascinante l’intervista perché fa luce sulla linea politica di Cossiga, e in particolar modo sulle sue attività tra il 1976 e il 1978, quando anche lui era Ministro degli Interni e a capo della polizia. Nel 1977, una manifestazione del Partito Radicale fu presa d’assaltato da alcune persone armate che hanno sparato alcuni colpi provocando la morte di Giorgiana Masi, una ragazza di 20 anni.

Cossiga non seppe, o forse non volle, spiegare cosa accadde quel giorno. O meglio, non fu in grado di chiarire se gli aggressori fossero parte delle forze di polizia. Un anno più tardi si dimise, a seguito della lentezza delle indagini per liberare Aldo Moro rapito (e poi ucciso) dalle Brigate Rosse.

Questi fatti non sembrarono danneggiare Cossiga, la cui carriera politica vide una rapida rinascita. Nel 1979 divenne Presidente del Consiglio, nel 1983 Presidente del Senato (la seconda carica politica dello Stato italiano) e nel 1985 Presidente della Repubblica italiana.

Di qui l’interesse per l’intervista rilasciata pochi giorni fa, che fa luce su uno dei periodi più oscuri della storia italiana chiamato “strategia della tensione”, cominciata nel 1969 a Milano con la bomba fatta esplodere alla Banca Nazionale dell’Agricoltura (per mano di estremisti di destra ma di cui furono incolpati gli anarchici) fino ai fatti del G8 di Genova nel Luglio del 2001, in cui il misterioso gruppo di destra dei “black-blok” mise a ferro e fuoco la città tanto da scatenare la reazione violenta della polizia su migliaia di manifestanti contrari alla globalizzazione.

Le autorità italiane ci diranno senz’altro che le parole di Cossiga sono il risultato della sua malattia (si vocifera che abbia l’Alzheimer). Per me sono tragiche. Credo che Cossiga sia perseguitato dalle Erinni, le dee.

Ora che la verità è stata finalmente detta, verrà accusato di essere un pazzo. Si tratta della stessa sorte che è toccata a Moro, le cui lettere scritte durante la prigionia furono bollate dallo stesso Cossiga come scritte da un uomo in preda al delirio. Credo che tutto questo si chiami però Nemesi: si tratta di un’altra divinità, è in effetti la dea che restituisce al mondo l’ordine morale.

(Articolo originale di Roberto Mancini)

sabato 22 novembre 2008

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi non vuole più che la RAI si prenda gioco di lui

Pubblico un articolo di Le Monde del 21 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi non vuole più che la RAI si prenda gioco di lui

La televisione pubblica italiana da una falsa immagine della realtà? A questo domanda, Silvio Berlusconi ha già risposto sì. Egli le critica, in questi tempi di crisi, di “diffondere l’angoscia e il pessimismo” quando “essa dovrebbe collaborare affinchè le cose migliorino”. “Io farò tutto il possibile affinchè le televisioni non siano un fattore d’ansia”, ha spiegato qualche giorno fa.

Il suo amico e cofondatore di Forza Italia, il senatore Marcello dell’Utri, si è permesso anche lui questo commento: “In televisione, ci sono dei conduttori che hanno delle facce un po’ gotiche, un po’ grigie. Il direttore dovrebbe dare prova di un maggiore spirito di finezza.” “La RAI non è una proprietà di Berlusconi”, ha ricordato l’associazione dei giornalisti della televisione pubblica.

Ma ciò che più di tutto irrita il presidente del Consiglio, sono le trasmissioni di dibattiti o di satira politica, molto numerose in Italia. “Ogni giorno, su tutti i canali ci si prende gioco di me. Questa abitudine diventa insopportabile. Deve finire”, ha dichiarato. “Non andremo mai più in televisione per farci insultare”, ha detto ai suoi ministri. Una ukaze poco rispettata. Compreso da lui.

Martedì 18 Novembre. Mentre la trasmissione di dibatto politico “Ballarò” su Rai3 volgeva al termine , il presidente del Consiglio si è autoinvitato al telefono per sfidare uno dei suoi avversari, Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei valori (IDV), che l’aveva accusato in precedenza di essere “un corruttore politico”: “Che vada davanti ai magistrati per denunciarmi, altrimenti, sarò io che lo denuncerò per calunnia.”

Intrusione? Una in più. In passato, Berlusconi era già intervenuto in diverse occasioni in maniera improvvisa in trasmissioni dove non era stato invitato. Pressione politica? E’ anche un mezzo, per lui che possiede un impero televisivo (Mediaset), di dimostrare che lui è alla Rai come a casa sua.

Questi segni di nervosismo intervengono in un momento in cui Berlusconi deve far fronte alla contestazione nelle strade e ad una grave crisi economica. Nonostante la sua popolarità si mantenga attorno al 60%, il presidente del Consiglio ha perso alcuni punti durante le manifestazioni studentesche dell’inizio di novembre contro la riforma dell’educazione del ministro dell’istruzione pubblica, Mariastella Gelmini.

“CAMPO DI BATTAGLIA”

Inoltre, la prospettiva di una lunga crisi accompagnata dal rischio di un ritorno all’”antipolitica” lo preoccupa. Essere l’obiettivo degli imitatori e dei fantasisti non è il miglior mezzo di divenire un giorno - questo è il suo sogno - presidente della Repubblica, una delle figure più rispettate della Penisola. Tutto questo spiega la sua nuova offensiva contro la televisione pubblica e questo tentativo di controllo della sua immagine e della presentazione del suo operato. “La televisione ridiventa il campo di battaglia della politica”, scrive il politologo Ilvo Diamanti sul quotidiano La Repubblica.

Per ora, non si tratta che di pressioni e di minacce. In passato, Berlusconi ha mostrato di saper andare oltre e più forte. Nel 2002, aveva chiesto - e ottenuto - la testa di due giornalisti, tra cui il rispettatissimo Enzo Biagi. Delle intercettazioni telefoniche hanno rivelato che tra il 2001 e il 2006 dei collaboratori di Mediaset erano stati alla testa della Rai per pilotare le strategie dei programmi dei canali pubblici. Obiettivo: orientare l’informazione a favore di Berlusconi.

Questi attacchi contro i canali pubblici intervengono in un momento di grande incertezza a proposito della scelta del futuro presidente della commissione parlamentare di sorveglianza della Rai, un posto che deve ritornare all’opposizione e che aprirà la strada ai futuri cambiamenti nella direzione dei canali. Dal mese di luglio, i partiti di sinistra non hanno raggiunto l’accordo su un nome. Berlusconi ha dato via libera affinchè i membri di destra della commissione votassero un candidato di sinistra che non era appoggiato dalla sua parte polititca. Il presidente del Consiglio, non dispiaciuto di seminare zizzania nell’opposizione, si è, ovviamente, difeso dagli interventi in questa questione.

(Articolo originale di Philippe Ridet)

venerdì 21 novembre 2008

Carta canta - Viva Villari

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 21 novembre 2008:

Viva Villari

"Prendo atto della votazione. Ma non assumerò decisioni in contrasto con quello che deciderà il mio partito".
(Riccardo Villari, Pd, appena eletto presidente della Vigilanza Rai dal Pdl, 13 novembre 2008)

"Mi ha telefonato ora il senatore Villari per comunicarmi che andrà dai presidenti di Camera e Senato per dimettersi".
(Walter Veltroni, segretario Pd, 13 novembre 2008)

"Intendo svolgere un ruolo di garanzia e ricostruire il dialogo tra centrodestra e centrosinistra per far convergere i loro voti su un nome condiviso. Dopodiché rassegnerò le dimissioni".
(Riccardo Villari, 14 novembre 2008)

"Non ho dubbi: Riccardo Villari si dimetterà".
(Massimo D'Alema, 14 novembre 2008)

"Non chiedetemi cosa andrò a dire a Veltroni: vorrei parlare il meno possibile per tutelarmi. La mia linea è sempre quella che ho già detto. È chiaro che sto lavorando a una soluzione più avanzata".
(Riccardo Villari, 15 novembre 2008)

"Incontrerò Veltroni e gli dirò che, appena raggiunta una soluzione condivisa, assumerò le decisioni conseguenti".
(Riccardo Villari prima dell'incontro con Veltroni, 17 novembre 2008)

"Con Veltroni c'era stata qualche divergenza, ma ora ci siamo parlati con grande franchezza. Il Pd resta la mia casa, non ci penso nemmeno ad andarmene".
(Riccardo Villari dopo l'incontro con Veltroni, 17 novembre 2008)

"Sto subendo pressioni inaudite".
(Riccardo Villari dopo l'accordo Pd-Pdl su Sergio Zavoli, 18 novembre 2008)

"Se mi dimetto? Per favore, non turbiamo il mio incontro istituzionale con il presidente Fini".
(Riccardo Villari, 19 novembre 2008)

"Nessuno mi ha detto niente su Zavoli. Io non mi dimetto, sono i partiti che devono fare un passo indietro. Ora serve un atto di coraggio da parte di tutti".
(Riccardo Villari, 21 novembre 2008).

mercoledì 19 novembre 2008

Carta canta - Balle a Ballarò

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 19 novembre 2008:

Balle a Ballarò

"Di Pietro? Sì che mi piacerebbe averlo con me, come ministro".
(Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo Show, 22 febbraio 1994)

"E' in corso a Roma, secondo quanto ha appreso l'Ansa, un incontro tra il presidente del Consiglio incaricato Silvio Berlusconi e il giudice Antonio Di Pietro".
(Ansa, 7 maggio 1994, ore 14.53)

"'Ho fatto presente che non potrò accettare il pur prestigioso incarico di ministro'. Lo ha affermato il giudice Antonio Di Pietro conversando con i giornalisti al termine dell'incontro con Silvio Berlusconi. 'Ho avuto l'onore di incontrare il presidente del Consiglio incaricato - ha fra l'altro detto Di Pietro - al quale ho confermato che in questo momento ritengo doveroso rimanere al fianco dei colleghi della Procura di Milano per portare a compimento il lavoro iniziato. Coerentemente ho fatto presente che non potrò accettare l'incarico di ministro dell'Interno... All'on. Berlusconi ho formulato i miei auguri affinché possa svolgere questo lavoro con serenità e possa conseguire i risultati sperati nell'interesse del Paese'. Di Pietro ha infine reso noto che stava per rientrare alla Procura di Milano".
(Ansa, 7 maggio 1994, ore 15.37)

"Avevo una rosa, ora è caduto un petalo e mi restano le spine".
(Silvio Berlusconi, dopo il no di Di Pietro, 7 maggio 1994)

"Eh, se Di Pietro avesse dato retta a me e fosse entrato nel mio governo...".
(Silvio Berlusconi, dopo le dimissioni di Di Pietro dal pool Mani Pulite, 7 dicembre 1994)

"Non ho mai offerto a Di Pietro il ministero dell'Interno. Di Pietro mi fa orrore perché sbatteva in galera gli innocenti".
(Silvio Berlusconi, 10 aprile 2008)

"E' vero che nel 1994 ho chiesto di incontare Di Pietro perché volevo fargli fare il ministro. Ma allora non sapevo che da magistrato aveva messo in prigione tante persone innocenti. Quando l'ho saputo ho subito cambiato idea".
(Silvio Berlusconi, Ballarò, Rai3, 18 novembre 2008. Per la cronaca, le uniche persone arrestate su richiesta di Di Pietro dopo l'incontro con Berlusconi del 7 maggio 1994 erano alcuni imprenditori e finanzieri per l'inchiesta sulle tangenti alla Guiardia di Finanza, conclusasi con una raffica di condanne e patteggiamenti. Di Pietro si dimise dal pool Mani Pulite il 6 dicembre di quell'anno).

lunedì 17 novembre 2008

Carta canta - Parole sante

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 17 novembre 2008:

Parole sante

"I fannulloni spesso stanno a sinistra".
(Renato Brunetta, Forza Italia, ministro della Funzione Pubblica, all'assemblea dei Circoli del Buon Governo fondati da Marcello Dell'Utri, Repubblica.it, 16 novembre 2008)

"Questo Governo sembra essere un governo di sinistra per come ha a cuore i bisogni della gente".
(Mariastella Gelmini, Forza Italia, ministro dell'Istruzione, alla fondazione Magna Carta, Repubblica.it, 18 ottobre 2008)

"Io sono di sinistra".
(Renato Brunetta, Forza Italia, ministro della Funzione Pubblica, 16 novembre 2008).

domenica 16 novembre 2008

Italia dall'Estero - Berlusconi infiamma il clima sociale

Pubblico un articolo di Liberation del 15 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Berlusconi infiamma il clima sociale

Manifestazioni a valanga, facoltà in sciopero, interruzione del lavoro… è la fine della luna di miele.

Alla chiamata di Walter Veltroni, leader dell’opposizione di centro sinistra, hanno risposto diverse centinaia di migliaia di italiani, il 25 ottobre, nelle strade di Roma per protestare contro la politica governativa di Silvio Berlusconi. Venerdì, gran parte del mondo universitario ha indetto uno sciopero coronato in un grande corteo che ha riunito 500.000 persone, secondo gli organizzatori (100.000 secondo la polizia). Fra queste due date: il moltiplicarsi degli scioperi talvolta selvaggi, i trasporti pubblici bloccati, i collegamenti della compagnia Alitalia soppressi, gli scontri fra studenti, polizia e alcuni gruppi di estrema destra, eancora i sindacati a volte scavalcati dalla loro base. Sono attese altre manifestazioni e uno sciopero generale è previsto per il 12 dicembre per iniziativa della CGIL, la principale confederazione sindacale transalpina con più di 5 milioni di iscritti.

Riforma. Da quando l’economia italiana è entrata in recessione (il tasso di crescita previsto per il 2008 è del – 0,3%), il governo di Berlusconi deve affrontare un clima sociale veramente difficile, e i lusinghieri sondaggi dei quali il presidente del Consiglio recentemente ancora si vantava cominciano a mostrare delle crepe. Dal suo ritorno al potere nella primavera scorsa, la percentuale di consenso del capo del governo è per la prima volta in calo, e perde quattro punti in un mese (dal 62 al 58%). “L’idillio con il paese è finito” assicura Massimo D’Alema, l’ex presidente del Consiglio e membro del Partito Democratico (PD).

L’inversione di tendenza è iniziata in seguito alla riforma dell’istruzione, presentata dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che dovrebbe tradursi in un soppressione di 87.000 posti di lavoro. Immediatamente, i licei e le università sono stati occupati. Ieri, le decine di migliaia di studenti che manifestavano denunciavano tagli ai fondi dell’università dell’ordine di 1,4 miliardi di euro in 5 anni.

Non tutti i sindacati tuttavia hanno aderito alla mobilitazione. La CISL, il secondo sindacato del paese, di ispirazione democristiana ha in effetti preferito rinunciare a scendere in piazza in seguito ad un parziale marcia-indietro del ministro. Ma per le altre organizzazioni sindacali e per la maggioranza degli studenti, la cura resta indigesta. “Siamo d’accordo sulla riforma, ma non sui tagli” ripetevano ieri i manifestanti. “Coloro che non hanno partecipato al corteo hanno avuto torto” ha commentato, polemico, Guglielmo Epifani, segretario della CGIL. “Ogni volta che Silvio Berlusconi tenta di isolarci, non riesce ad ottenere nulla”.

Il capo del Governo spinge chiaramente per una divisione del fronte sindacale. Avrebbe anche ricevuto di nascosto il 6 novembre Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, i leader delle altre due grandi confederazioni sindacali (CISL e UIL) nella sua residenza romana, in presenza di diversi ministri e della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. I sindacalisti smentiscono, malgrado alcuni testimoni li abbiano riconosciuti.

“Fatto grave”. L’esclusione della CGIL ha provocato le ire di Guglielmo Epifani, portando alla proclamazione di uno sciopero generale per il 12 dicembre. “E’ un fatto grave e senza precedenti”, ha denunciato preparandosi a mobilitare le sue truppe, come il suo predecessore Sergio Cofferati che, nel 2002, aveva portato in piazza tre milioni di persone e fatto tornare indietro Berlusconi sulla sua riforma delle norme sul licenziamento e sul suo tentativo di negoziare soltanto con le confederazioni “moderate”.

Tornato al potere in posizione di forza, il Cavaliere tenta di nuovo di giocare la carta della divisione, dato tanto più che il Patito Democratico, nato lo scorso anno riunendo gli ex comunisti e gli ex democristiani, suddivide il suo sostegno fra le tre organizzazioni sindacali. Ma in una situazione economica estremamente difficile, questa strategia berlusconiana rischia di provocare un deterioramento ulteriore del clima sociale. Per l’ex ministro dell’Industra e astro nascente del PD, Pier Luigi Bersani, questo comportamento è “irresponsabile”.

(Articolo originale di Eric Jozsef)

venerdì 14 novembre 2008

Italia dall'Estero - Sconcerto dopo l’assoluzione degli agenti per l’attacco ai manifestanti del G8 di Genova

Pubblico un articolo del Guardian del 14 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Sconcerto dopo l’assoluzione degli agenti per l’attacco ai manifestanti del G8 di Genova

Gli ufficiali di grado minore sono stati condannati, ma non andranno in carcere.
Il pestaggio selvaggio aveva mandato in coma alcune vittime inermi.

C’era sconcerto al tribunale di Genova la notte scorsa, dopo l’assoluzione da ogni capo d’imputazione degli alti ufficiali della polizia italiana accusati di aver progettato un attacco selvaggio ai manifestanti indifesi durante il G8 che si è tenuto nella città sette anni fa.

L’area riservata al pubblico è esplosa urlando “vergogna, vergogna” mentre il giudice che presiedeva la corte leggeva il verdetto. La madre di una delle vittime si è arrampicata su una barriera divisoria urlando: “Avremo la nostra vendetta”.

Enrica Bartesaghi, leader di un gruppo di pressione formato da parenti delle vittime, ha dichiarato al Guardian: “Mia figlia è stata picchiata così brutalmente da dover essere ricoverata in ospedale. Riceverà 5.000€. Purtroppo il nostro non è più un paese civile. La sentenza è un insulto (per lei).”

I tre giudici hanno inflitto pene detentive fino a quattro anni per alcuni dei comandanti operativi. Ma nessuno di loro andrà effettivamente in galera, poiché tali pene decadranno nei primi periodi dell’anno prossimo grazie alla legge sulla prescrizione.

Nessuno degli ufficiali che ha partecipato alle violenze era presente al processo. Avevano tutti il volto coperto e nessuno mostrava nome e numero di matricola durante l’incursione. Solo uno è stato identificato.

Tra gli assolti c’è Giovanni Luperi, che da quel giorno è stato messo a capo dell’equivalente italiano dell’MI5, e due dei più alti ufficiali italiani, Francesco Gratteri e Gilberto Calderozzi. Molti alti ufficiali della polizia coinvolti nel processo sono stati filmati mentre restavano fermi appena fuori dall’edificio in cui stavano avvenendo i pestaggi.

Almeno 30 persone sono state ricoverate in ospedale dopo l’incursione, molte delle quali sono entrate in coma. In seguito agli avvenimenti, un giudice italiano ha decretato che nessuno di coloro che si trovava nella scuola Armand Diaz aveva preso parte agli episodi di violenza e vandalismo che hanno caratterizzato la protesta no-global a Genova.

Un comunicato pubblicato da alcune vittime accusò la polizia italiana di aver agito “al di fuori dell’ordine democratico”. Diceva inoltre: “Tutto cio è possibile perché sanno di godere della totale impunità e questa sentenza ne è la conferma.”

Mark Covell, residente a Reading, uno dei cinque inglesi feriti durante l’attacco, ha dichiarato: “Le prove erano schiaccianti. Non c’è giustizia qui. Mi spiace per l’Italia.”

Le prove fornite dall’accusa mostrano che la polizia ha introdotto due bottiglie molotov nella scuola, cercando cosí di far passare gli occupanti come violenti sovversivi. Soltanto i due ufficiali di grado minore che introdussero nell’edificio le molotov sono stati incriminati, ma la loro sentenza e la loro pena è già decaduta grazie alla legge sulla prescrizione.

Le scene appassionate della notte scorsa giungono dopo un periodo di lotte legali durate quattro anni. Le udienze preliminari per tre dei casi più violenti avvenuti durante il G8 sono iniziate nel 2004. La prima si è conclusa a dicembre dell’anno scorso, quando 24 manifestanti sono stati incriminati per danni alla proprietà privata e vandalismo. Sono stati condannati a pene detentive tra i 5 e gli 11 anni.

A luglio, 15 persone tra ufficiali della polizia e medici che erano in servizio in un centro di detenzione vicino Genova sono state condannate per aver maltrattato brutalmente dei detenuti, compresi molti provenienti dalla scuola Diaz. La corte ha avuto modo di ascoltare testimonianze di minacce di stupro e maltrattamenti sadici, nonche racconti di detenuti obbligati ad abbaiare come cani e cantare motivi razzisti contro gli ebrei.

I colpevoli di queste violenze hanno ricevuto sentenze fino a 5 anni di galera. Ma, di nuovo, nessuno di loro andrà in prigione. Le sentenze, insieme alle condanne, verranno cancellate quando la legge sulla prescrizione entrerà in vigore l’anno prossimo.

Antefatti

Almeno 150 ufficiali della polizia hanno assalito la scuola Armando Diaz nella notte del 21 luglio 2001, dopo tre giorni di violenze a Genova che hanno lasciato più di 200 persone ferite e un manifestante ucciso. Gli alti ufficiali della polizia hanno in seguito sostenuto che la scuola era occupata da un gruppo di violenti Black Bloc. Se questo è stato quanto detto agli agenti operativi, si spiegherebbe la brutalità adoperata nei confronti dei manifestanti. L’inglese Nicola Doherty è stata colpita così duramente al braccio con cui stava cercando di difendersi da riportare la frattura del polso. L’attacco ha mandato 28 delle 93 persone arrestate in ospedale - di cui tre in codice rosso. Mark Covell, volontario del network Indymedia, è rimasto in coma per 14 giorni. Ha riportato la frattura di otto costole, un polmone perforato e 10 denti caduti o rotti.

(Articolo originale di John Hooper)

giovedì 13 novembre 2008

I sacrifici dei politici

In questo periodo di crisi mondiale, i nostri politici chiedono a tutti i cittadini sacrifici effettuando tagli indiscriminati da tutte le parti, anche dove non sarebbe cosa buona, istruzione in testa. Non è bene effettuare tagli indiscriminati all'istruzione perché non è così che si risolvono i problemi dell'università, per esempio. Non dico che riformare l'università (ma con una riforma che si possa chiamare tale) sia sbagliato, anzi, è evidente che ci sono degli sprechi: vedi per esempio quei corsi di laurea con 2 o 3 studenti o le sedi distaccate in piccoli comuni che non servono praticamente a nessuno. Per non parlare poi dell'infallibile Ministro Brunetta, lui sì che sa come punire i "fannulloni" della pubblica amministrazione. Con un piccolo dettaglio, la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici lavora, lavora duramente. E se per disgrazia (perchè ora funziona così) si dovessero ammalare, non si possono permettere di andare in malattia per il semplice motivo che i loro stipendi verranno decurtati significativamente.
Loro invece, i nostri cari politici, per il loro assenteismo, mica sono puniti! Anzi...
Quando poi si tratta di risparmiare, loro che chiedono sacrifici, mica li fanno: oggi l'On. Di Pietro, oltre a denunciare l'ennesimo colpo di mano della maggioranza di Berlusconi sulla nomina della presidenza della vigilanza RAI, durante la dichiarazione di voto dell'Italia dei Valori alla legge finanziaria 2009, ha detto:

"...Anche questa legge finanziaria 2009 viene votata con il trucco. Lo dico non tanto al Presidente del Consiglio, che non c'è, ma a chi ci ascolta. In molti casi, in questi giorni la maggioranza necessaria in Aula non c'era, in quanto molti parlamentari dello schieramento politico del Presidente del Consiglio hanno fatto come fa lui tutti giorni: non erano nemmeno presenti in Aula.
Eppure questi signori risultano aver votato, autentici imbroglioni che fanno questo per ottenere la diaria senza averne diritto, ed ancor più imbroglioni quei loro complici che hanno votato e votano tutti i giorni anche al loro posto, stravolgendo ed umiliando così, per trenta denari, il risultato democratico del voto parlamentare.
Sa, signor Presidente del Consiglio che non c'è, anche per queste ragioni il bilancio dello Stato va a rotoli, come va a rotoli se accade quel che è successo ieri, quando è stato bocciato da tutta l'Assemblea, ad eccezione di Italia dei Valori che l'ha proposto, il nostro emendamento alla legge finanziaria che si prefiggeva di abolire il doppio rimborso elettorale ai partiti. Quella legge varata dalla sua maggioranza parlamentare, signor Presidente del Consiglio, con il concorso, purtroppo, di buona parte dell'opposizione, permette ai partiti di ottenere il rimborso elettorale per tutta la legislatura, anche se nel frattempo il Parlamento viene sciolto, come è avvenuto per il Governo Prodi, così che oggi ogni partito prende, ogni anno, due volte lo stesso rimborso elettorale, quello per la legislatura interrotta e quello per la nuova legislatura. Stiamo parlando di 300 milioni di euro - lo dico a chi ci ascolta - da qui al 2011: altro che bazzecole, come quei minimi aumenti che sono stati negati, con questa legge finanziaria, ai pensionati al minimo ed ai morti di fame!
Signor Presidente del Consiglio, se proprio aveva bisogno di soldi, invece di prenderli all'amministrazione della giustizia, come ha fatto, perché non li ha stornati dalla famigerata «legge mancia» che proprio lei e la sua maggioranza, nell'altra legislatura, avete emanato per una miriade di piccoli interventi di natura clientelare, sollecitati da questo o quel parlamentare per il proprio feudo elettorale? Anche in questo caso noi dell'Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento a questa legge finanziaria per recuperare circa 70 milioni di euro, ed anche in questo caso è stato bocciato. Sa, questi soldi potevano servire per comprare un po' di computer per i tribunali o per mettere un po' di benzina alle volanti e alle macchine dei carabinieri.
Insomma, signor Presidente del Consiglio che non c'è, questa legge finanziaria che lei ci ha proposto è proprio un imbroglio, ed è anche un sopruso, anzi il solito sopruso, perché ancora una volta ci è stata somministrata una pietanza bella e pronta senza alcuna possibilità, per il Parlamento, di modificarla.
A dire il vero, c'era poco da modificare in questa legge finanziaria: non ha previsto nulla per il rilancio dell'economia reale e per i bisogni dei più deboli, ha disposto solo un'infinità di proroghe di provvedimenti già presi, soprattutto dal precedente Governo. Dimenticavo, qualcosa con questa legge finanziaria è stata fatta: si è dimenticato totalmente di finanziare le infrastrutture e si sono ridotti ulteriormente gli investimenti, soprattutto quelli per l'agricoltura e per la tutela dell'ambiente..."
(tratto dal resoconto stenografico della dichiarazione di voto dell'Italia dei Valori alla legge finanziaria 2009)


In due parole: a noi i tagli, a loro i rimborsi.

mercoledì 12 novembre 2008

Italia dall'Estero - Ragazze ragazze ragazze

Pubblico un articolo del New Yorker del 3 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Ragazze ragazze ragazze

Il settantaduenne Presidente del Consiglio italiano non è nuovo agli scandali. Essendo sopravissuto ad addirittura diciassette processi penali senza essere definitivamente condannato, ha abituato il pubblico italiano a sentimenti di shock o indignazione. Lo scorso gennaio, l’ufficio del procuratore di Napoli ha citato Berlusconi e stilato un rapporto che contiene estratti di più di un migliaio di intercettazioni telefoniche che raffigurano la TV di stato italiana, la RAI, come un “sofà” privato che Berlusconi ha utilizzato per favorire aspiranti attrici (che lui chiama “le mie fanciulle” [in italiano nel testo, N.d.T.]) e per provare a far cadere il precedente governo. Il rapporto tuttavia non ha avuto alcun impatto. Nelle elezioni tenutesi in primavera, Berlusconi è tornato trionfalmente al potere con la sua coalizione di centrodestra chiamata Popolo della libertà, dopo meno di due anni passati all’opposizione.

Ma all’inizio dell’estate, quando i magistrati napoletani hanno rivelato l’esistenza di altre centinaia di intercettazioni di natura strettamente personale, di cui avevano richiesto la distruzione, la fabbrica del gossip italiana ha iniziato ad agitarsi. Dimentichiamoci dell’abuso di potere e dei possibili comportamenti illegali: dateci il sesso! Le cronache della stampa hanno speculato sul fatto che i nastri contenessero commenti piccanti che coinvolgevano Berlusconi e tre membri femminili del governo. Le chiacchiere a proposito delle scappatelle del Presidente del consiglio sono spesso politicamente “variopinte”: i critici di Berlusconi parlano di un senile settantenne schiavo di pompe al pene e iniezioni misteriose; i sostenitori invece amano dipingerlo come un instancabile Don Giovanni, capace di soddisfare due-tre donne alla volta.

Durante la campagna elettorale, Brelusconi ha alimentato i pettegolezzi su quanto fossero state più belle le donne del suo partito rispetto a quelle degli avversari del centro-sinistra. Riferendosi a Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e suo partner principale all’interno della coalizione, ha così raccontato della loro decisione di candidare almeno il 30% di donne: “è già in atto una corsa per analizzare il passato mio e di Gianfranco e dire che sono state tutte nostre fidanzate”. Ed è andato avanti: “Siamo come dei supereroi in questo senso, sia chiaro, ma tutti abbiamo i nostri limiti”. In ogni caso, Berlusconi ha installato nel parlamento, e addirittura nel governo, un certo numero di “attricette” che si sono guadagnate la fama all’interno del suo impero televisivo.

Antonio Di Pietro, un ex-magistrato che guida uno dei principali partiti dell’opposizione, ha chiamato pubblicamente Berlusconi “un magnaccia”, un termine colorito che sta per protettore [pimp nell’originale, letteralmente pappone, N.d.T.], a causa del tempo che passa in cerca di lavoro per delle “showgirl” invece che occuparsi di problemi di governo. Quest’estate, durante una manifestazione, la popolare comica italiana Sabina Guzzanti disse a proposito di una delle donne ministro nominate da Berlusconi, Mara Carfagna, una ex-concorrente di Miss Italia che ha lavorato anche come showgirl nelle televisioni di Berlusconi prima di accedere in parlamento: “Non puoi nominare qualcuno Ministro delle Pari Opportunità solo perché ti ha succhiato l’uccello!” (La Carfagna ha denunciato la Guzzanti per diffamazione e ha rapidamente negato qualsiasi relazione sessuale con Berlusconi.) Vittorio Feltri, direttore del giornale di destra Libero, ha fornito una lettura opposta. “Non sarei preoccupato se fossi Berlusconi” ha detto. “Anche Mussolini aveva le sue donne. Abbiamo bisogno di un Presidente del consiglio, non di un monaco trappista”.

Berlusconi parla apertamente di sesso e fa veramente poco per nascondere il fatto che si sia sottoposto ad un lifting facciale e ad un trapianto di capelli. Nella sua politica mescola forme arcaico – monarchiche con moderni elementi di controllo dei media. Il quotidiano di Milano, Il Corriere della Sera, recentemente lo ha citato, per metà lamentandosi e per metà vantandosi, sul fatto che sia trattato come un re il cui tocco regale possiede poteri taumaturgici. “Le donne incinte mi chiedono di mettere loro una mano sulla pancia, altre invece di metterle sui loro occhi perchè hanno problemi di vista”, ha detto Berlusconi. “Alcuni, pensate, sulla loro testa perché stanno diventando calvi. Ma in questi casi tutto quello che posso fare io è dargli il numero del mio medico.”

Oltre alle varie donne di cui si dice che abbia potuto goderne i favori, Berlusconi ha portato nel nuovo parlamento tre dei suoi avvocati difensori (che escogitano leggi che potrebbero aiutare il loro cliente), il suo commercialista, alcuni co-difensori di vari processi per corruzione, una lunga lista di dirigenti passati e tutt’ora in servizio nelle sue numerose aziende, giornalisti e direttori dei suoi giornali e il suo medico personale.

Come risultato, i seggi della camera dei deputati, progettata in parte dal Bernini, con i suoi splendidi pavimenti di marmo e alti soffitti, è diventata la nuova Via Veneto. Il centro della vita sociale è una lunga, magnifica stanza chiamata transatlantico, nome delle navi da crociera, in cui i membri del parlamento siedono su comodi divani di pelle o sedie o si aggirano intorno chiacchierando con i colleghi o con i cronisti.

Uno dei giorni in cui mi trovavo lí, qualcuno ha sussurrato “Ecco la Carfagna!” non appena il Ministro delle Pari Opportunità è apparsa tra la folla. La Carfagna ha subito un vero cambiamento dai tempi in cui andava in televisione, quando preferiva minigonne e maglie scollate. Uno dei video più popolari in Italia quest’estate era chiamato “Mi hanno visto il culo anche in Germania”, in cui Carfagna appariva in veste di showgirl che piroettava nell’aria durante una coreografia, con la gonna alzata fin sopra la vita. (In una festa di gala dell’anno scorso, Berlusconi si è rivolto alla Carfagna dicendo “Se non fossi già sposato, ti sposerei subito!”. Il risultato è stata una lite molto pubblicizzata tra lui e la moglie, Veronica Lario). Adesso la Carfagna ha un taglio di capelli corto e serio (ma molto alla moda) e veste con sobri tailleur grigi, ma ha solo 32 anni, ed i suoi grandi occhi marroni la fanno sembrare anche più giovane. Era accompagnata da un’assistente che teneva alla larga i giornalisti. Discutere di gossip, ha dichiarato la Carfagna, “non è parte del mio mandato di ministro”.

Decisamente meno sobria è il sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, un’altra ex-concorrente di Miss Italia, che una volta conduceva un programma TV chiamato “I misteri della notte”, che trattava della vita notturna nelle città di tutto il mondo. (Un popolare video su YouTube la ritrae mentre visita un club sadomaso a Barcellona con uomini in vestiti di pelle, donne con il seno scoperto e massaggi con frutta esotica). La Brambilla ha anche lavorato come cronista televisiva ed ha poi proseguito nella gestione dell’azienda di famiglia, nel campo dell’acciaio. Il posto nel turismo si diceva fosse la sua seconda scelta; dato il suo amore per gli animali, i dice che volesse diventare Ministro dell’Ambiente. Ha ancora un look televisivo, dai lunghi capelli rossi, alle camice scollate e alle micro-minigonne fino ai sandali “da schiava”, con tacchi alti otto centimetri ed un’elaborata ragnatela di legacci di pelle che le risalgono suggestivamente su per la gamba.

Il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, adesso trentacinquenne, al confronto è posata. La Gelmini non ha un passato nello show business; al contrario ha una significativa, anche se breve, esperienza in politica. Sta provando a mettere a punto un piano che dia un controllo locale maggiore alle scuole (sia la Gelmini sia la Brambilla negano ogni accusa di inadeguatezza). Nelle pause, Niccolo Ghedini, uno degli avvocati difensori di Berlusconi, ama aggirarsi intorno al bar del transatlantico, mangiando ciliegie. In passato, per alcuni anni ha fatto la spola tra il tribunale di Milano, dove Berlusconi è stato processato in seguito ad una serie di accuse di corruzione, ed il parlamento, dove ha aiutato a scrivere una serie di leggi che hanno tenuto Berlusconi e alcuni dei suoi amici più intimi fuori dalla galera. Quando ho parlato con lui, mi ha spiegato con calma e pazienza perché è stata una scelta appropriata per il nuovo parlamento approvare una legge che ha permesso all’impero televisivo di Berlusconi, Mediaset, di tenere una frequenza televisiva che la legge italiana e i regolamenti europei avevano assegnato ad un altro operatore. (Porre restrizioni sul possesso di una televisione non ha senso nell’era della TV digitale, ha argomentato). Mi ha anche detto perché era necessario varare una legge che sollevasse Berlusconi da qualsiasi procedimento giudiziario mentre è Presidente del Consiglio. (Il potere giudiziario in Italia è completamente autonomo; quindi, questo è il suo ragionamento, è importantissimo avere una migliore difesa per il potere esecutivo). La legge ha ostacolato un caso che era arrivato a giudizio in cui Berlusconi era accusato di aver pagato il suo avvocato inglese perché rendesse falsa testimonianza in due processi, incluso uno in cui l’oggetto del contendere era il ruolo di Berlusconi nella creazione di un conto bancario estero segreto appartenente alla Fininvest, la holding di Berlusconi, per finanziare il leader del Partito socialista Bettino Craxi. (Entrambi hanno rigettato le accuse). Più recentemente Berlusconi ha caldeggiato una proposta di legge che vieta l’uso delle intercettazioni in tutti i processi che non riaguardino mafia e terrorismo e che prevede fino a tre anni di carcere per i giornalisti che pubblichino intercettazioni fuoriuscite.

E’ difficile non essere affascinati dal deputato Umberto Scapagnini, il medico personale di Berlusconi, le cui teorie sulla longevità lo hanno portato all’interno della cerchia di Berlusconi. Ha tenuto il Presidente del Consiglio a un regime speciale di dieta, esercizio fisico, amminoacidi, vitamine e antiossidanti. “Berlusconi è il più straordinario soggetto psicofisico che abbai mai potuto esaminare”, mi ha detto Scapagnini. “E non sto dicendo questo perchè sono un lecchino. Sono uno scienziato rispettato a livello internazionale, non ho bisogno di accattivarmi il suo appoggio”. Scapagnini, che ha viaggiato lungo la via della seta e ha studiato le abitudini alimentari dei residenti di Okinawa alla ricerca dei segreti della longevità, ha contribuito a sviluppare un metodo per misurare quella che lui chiama la vera età biologica di una persona (la misura di certi ormoni, l’esame di 50 filamenti di DNA ed anche il sistema immunitario) che può variare anche significativamente rispetto all’età anagrafica. “Berlusconi è 15 anni più giovane della sua età anagrafica” ha continuato Scapagnini. “Ha un sistema immunitario incredibile e una resistenza accentuata. Ha una personalità magnetica e un’eccezionale capacità di comunicatore. E’ probabilmente il paziente che ha la maggior longevità che abbia mai esaminato. Se lo vedete in costume da bagno ha la muscolatura ed un tono muscolare di un uomo molto, molto più giovane”. Scapagnini spera di tenere in vita il Presidente del Consiglio fino all’età di 120 anni, che lui considera rientrare nella durata naturale della vita di una creatura umana.

Per quanto riguarda le donne, Scapagnini ha detto, “Certamente, ha una forte personalità sessuale e le donne sono fortemente attratte da lui. Naturalmente, dal suo punto di vista, come per ognuno di noi, non è un fatto spiacevole. Ma, come per tutto quello che riguarda Berlusconi, questo si è rapidamente trasformato in leggenda e lui è stato oggetto di una sgradevole violazione della privacy come mai sarebbe stato permesso negli Stati Uniti.”

Il sesso ha sempre giocato un ruolo considerevole nell’immagine accuratamente costruita di Berlusconi. Ha iniziato la sua carriera nelle costruzioni edilizie a Milano, creando appartamenti e introducendo un complesso residenziale chiuso all’americana nella zona; successivamente è divenuto un pioniere delle televisioni private, contribuendo a demolire il monopolio di stato nelle trasmissioni. Grazie alle molte coperture politiche, ha creato un monopolio virtuale sulle TV private in Italia; fin dai primi anni ‘80, è stato il proprietario di maggioranza dei tre più grandi canali televisivi privati, che, assieme ai tre canali della TV di stato, rappresentano più del 90% del mercato.

Nei discorsi ai suoi venditori, Berlusconi di solito si vanta di come, agli inizi della sua carriera come costruttore, abbia contribuito a concludere un affare importantissimo seducendo una segretaria. Berlusconi infatti ha introdotto il sesso nella televisione italiana e cambiato la cultura nazionale. Per la maggior parte del secondo dopoguerra, l’Italia è stata dominata dalla chiesa cattolica (insieme alla Democrazia Cristiana) e dal Partito comunista italiano, tutti abbastanza bigotti. Non solo Berlusconi ha trasmesso “Dallas” e “Dinasty”; ha introdotto un programma chiamato “Colpo Grosso” un falso gioco a premi con spogliarello che puntualmente terminava con i concorrenti - un uomo ed una donna - in biancheria intima, le donne in topless.

Berlusconi non si è mai risparmiato dall’usare i suoi contatti televisivi per avanzare nel mondo politico. Abbiamo un assaggio di questo in un’intercettazione del 1986, dopo che Bettino Craxi divenne Presidente del consiglio ed aiutò Berlusconi nell’acquisire un monopolio virtuale nel mondo delle TV private. A quell’epoca la polizia intercettò una telefonata tra Berlusconi ed uno dei suoi consiglieri più vicini, Marcello Dell’Utri, che era sospettato di riciclaggio del denaro sporco per conto della mafia siciliana. (E’ stato condannato per favoreggiamento alla mafia nel 2004 e la sentenza è finita in appello). Il 31 dicembre 1986 Dell’Utri e Berlusconi si scambiano gli auguri di fine anno e la conversazione finisce sul sesso:

BERLUSCONI:”Il nuovo anno comincia male!”
DELL’UTRI: “Perché?”
BERLUSCONI: ”Perché due ragazze del Drive In (uno spettacolo TV della Fininvest) avrebbero dovuto venire, ma invece ci hanno dato buca! E Craxi è fuori di se dalla rabbia!”
DELL’UTRI:”Che ti importa del Drive In?”
BERLUSCONI:”Che cosa mi importa? Significa che non scoperemo! Se l’anno comincia così, vuol dire che non scoperemo piu’”.

A parte tutto ciò, l’ultimo festival del pettegolezzo è sfociato in una seria indagine penale. I Procuratori della Repubblica a Napoli stavano investigando su Agostino Saccà, l’ex dirigente di Rai Fiction, e sulle sue relazioni con Berlusconi. I Procuratori della Repubblica sostengono che Saccà abbia abusato della sua posizione facendo favori a Berlusconi in cambio di aiuto nell’istituire una compagnia privata di produzione cinematografica in Calabria, un progetto che stava provando a far decollare mentre era ancora un dipendente pubblico. “Quando sarai in affari per conto tuo ti restituirò il favore” avrebbe detto Berlusconi a Saccà. Questo è ciò che molti temevano quando Berlusconi ha fatto il suo ingresso in politica: che avrebbe usato il suo vasto potere di uomo più ricco del paese per distorcere la funzione del governo - per, infatti, corrompere un funzionario della pubblica amministrazione nel servire Berlusconi invece che lo Stato.

Molte intercettazioni telefoniche sono state ottenute dal giornale L’Espresso e pubblicate sul suo sito web. Registrate nel 2007, quando Berlusconi era all’opposizione, sono uno studio di lecchinaggio:

SACCÁ: Presidente! Buonasera, Presidente….Come sta?
BERLUSCONI: Non c’è male….
SACCÁ: No…Va alla grande, lo devo dire, anche con così tante difficoltà…Rimane la figura più amata nel…
BERLUSCONI: Politicamente, non vado da nessuna parte…ma socialmente mi scambiano per il Papa.
SACCÁ: È proprio quello che intendo dire, lei è il più amato nel paese, lo dico senza nessuno scopo adulatorio…ma è stupendo perché c’è un bisogno di….c’è un vuoto…che lei riempie emotivamente per la gente…Lo sentiamo.

Poi tornano allo scopo della telefonata. Berlusconi vuole aiuto nel mantenere il controllo di centro-destra della RAI, anche se il centro-sinistra è al governo.

SACCÁ: Lei è l’unico che mi abbia mai chiesto qualcosa…
BERLUSCONI: Eccetto che a volte sulle donne… per migliorare il morale del capo.

Poi Berlusconi prosegue verso un nuovo obiettivo: vuole che due attrici siano assunte, una di loro per un esplicito fine politico. Saccà, come ogni buon dispensatore di protezione, non vuole sapere perché:

BERLUSCONI: Fammi spiegare questa cosa…
SACCÁ: No Presidente, lei non deve spiegare niente.
BERLUSCONI: No, te lo spiego: sto cercando di ottenere
SACCÁ: Presidente, lei è una persona molto civile e corretta…
BERLUSCONI: Sto cercando di avere… la maggioranza in Senato… e questa Evelina Manna potrebbe…perché è stata raccomandata da qualcuno con cui sto negoziando.

In quel periodo, Berlusconi stava cercando di rovesciare il governo di centro-sinistra di Romano Prodi, che si reggeva per un solo voto di maggioranza al Senato. Un senatore afferma che gli sia stata offerta una consistente somma di denaro da un sostenitore del centro destra per cambiare fazione, e in questa telefonata Berlusconi è abbastanza esplicito nello sperare di ottenere una parte per un’attrice per conto di un altro senatore del centro-sinistra per far cadere il governo. (Saccà e Berlusconi negano di avere fatto qualcosa di scorretto, e Saccà dice che le due attrici menzionate nelle conversazione hanno solo fatto un’audizione e non sono state assunte. Saccà è ancora indagato e i suoi avvocati si stanno muovendo per far cadere il caso.)

Un’altra serie di intercettazioni suggerisce fino a che punto Berlusconi controllasse la RAI mentre non era al governo e nonostante fosse il proprietario di maggioranza della concorrenza, Mediaset. La RAI assunse Deborah Bergamini, le ex assistente personale di Berlusconi, come direttrice del marketing. Nel 2007, è stato scritto che la Bergamini fungeva da agente Mediaset dentro la TV di stato.
Era spesso al telefono con ex colleghi a Mediaset, coordinando programmi e discutendo come dovevano essere trattate le notizie di cronaca. In una conversazione del 2005, discusse a proposito di come trattare, minimizzandola, la morte del Papa, per non far calare il voto cattolico nelle elezioni regionali che stavano per aver luogo. Le elezioni andarono male per la coalizione di centro-destra di Berlusconi e la Bergamini, insieme ai suoi colleghi, lavorarono incessantemente per ritardare il più possibile la diffusione dei risultati, fino a che gli ascolti fossero al minimo, per poi fare l’annuncio nel modo più confusionario possibile. Bergamini è stata licenziata dalla RAI non appena la conversazione divenne pubblica, ma le furono dati quasi seicento mila dollari come trattamento di fine rapporto. (Lei nega qualsiasi collusione con Mediaset.) Oggi anche lei siede in Parlamento.

Prima di lasciare la sua carica nel 2006, Berlusconi ha fatto approvare una nuova legge elettorale che dava quasi potere totale ai leader di partito nello scegliere chi poteva candidarsi al Parlamento. In passato, gli elettori potevano votare per il candidato scelto, dando potere ai politici locali che avevano un seguito nei loro distretti di appartenenza. Con le nuove regole, gli italiani possono votare solo per il partito, mentre i capi di partito stilano le liste elettorali. Quelli in cima alla lista hanno più possibilità di venire eletti, e le possibilità dei candidati diminuiscono man mano che scendono di posizione. I membri del Parlamento sono alle dipendenze dei leader di partito. “Sono come il principe azzurro - erano zucche e io li ho trasformati in parlamentari” ha detto una volta Berlusconi a proposito della sua delegazione parlamentare. La legge contiene anche un “premio” per il partito che vince la maggioranza in parlamento: un numero di poltrone extra che forniscono sicurezza alla coalizione di governo. Durante una delle ultime sessioni legislativi, Berlusconi ha proposto che solo i leader di partito dovrebbero preoccuparsi di votare in Parlamento, rendendo il ruolo di 630 parlamentari un semplice cerimoniale, ad eccezione di una manciata di loro.

“Ci stiamo muovendo verso una specie di democrazia sudamericana” dice Bruno Tabacci, che è un ex democristiano, un membro della vecchia guardia. Ora all’opposizione, era nella coalizione di centro-destra di Berlusconi fra il 2001 e il 2006. Anche allora, fa notare, ha votato contro alle leggi sul sistema penale che apparivano specificamente create per beneficiare Berlusconi e i suoi co-imputati. Un tale dissenso interno sotto il nuovo regime non è concepibile, afferma Tabacci. “I membri del Parlamento ora sono essenzialmente nominati, non eletti. Il ruolo del Parlamento è diventato moribondo.” Gerardo D’Ambrosio, un senatore di centro-sinistra che ha trascorso più di 40 anni da giudice prima di entrare in politica, è stato anche più secco. A causa dell’abitudine di Berlusconi di tagliare il dibattito su leggi importanti chiedendo voti di fiducia, “il Parlamento è diventato una farsa” ha detto. Quanto sia diventato una farsa è diventato chiaro all’inizio della nuova legislatura, quando un fotografo ha catturato, grazie al teleobiettivo, il testo di un bigliettino che Berlusconi ha mandato a due giovani deputate alla Camera, Gabriella Giammanco e Nunzia De Girolamo:

Gabri, Nunzia, siete bellissime insieme! Grazie per essere qui, ma non è necessario. Se avete qualche appuntamento galante per pranzo, vi autorizzo ad andarvene! Molti baci a tutte e due!!! Il “vostro” presidente.

Il fotografo ha anche catturato l’inizio della loro risposta:
Caro [Presidente], noi accettiamo appuntamenti romantici solo da lei.

Cinque anni fa, Berlusconi vide una bella annunciatrice televisiva di 23 anni chiamata Virgina Sanjust di Teulada mentre dava la notizia uno dei suoi decreti economici. Il giorno successivo le spedì un bouquet di fiori con un messaggio di congratulazioni. Lei ringraziò con un biglietto che conteneva il suo numero di cellulare. Subito dopo, il Presidente del Consiglio era in linea, e la invitava a pranzo a Palazzo Chigi. Lei accettò. Dopo pranzo, in base a un resoconto del suo ex marito Federico Armati, pare che Berlusconi le diede un braccialetto di diamanti e le offrì una consulenza di due mesi e mezzo all’ufficio del Presidente del Consiglio, pagata circa 50.000 dollari. Questo fu fatto con un formale decreto ministeriale, che fu immediatamente ritirato quando la stampa lo venne a sapere. Ma successivamente la Sanjust ottenne il suo spettacolo televisivo alla RAI e il suo ex marito, che lavorava per i servizi segreti del paese, ottenne un trasferimento altamente desiderabile; poi, dopo che lui e la ex moglie rimasero invischiati in una battaglia per la custodia dei figli, Armati fu degradato.

Gli avvocati di Berlusconi insistono che lui non abbia fatto niente di sbagliato e che stava solo aiutando una donna che ne aveva bisogno. Gli avvocati di Sanjust negano qualsiasi malefatta. Come per la conversazione con Saccà, non sapremo mai se Berlusconi abbia infranto la legge o no in questo caso, grazie alle leggi che i suoi avvocati hanno fatto approvare in Parlamento che danno al Presidente del Consiglio l’immunità dall’azione giudiziaria finché è in carica. Armati, da buon agente dei servizi segreti, ha documentato le relazioni della ex-moglie con Berlusconi per un possibile uso futuro. Ha affermato che Sanjust abbia usato la sua influenza con Berlusconi per farlo trasferire e per aver fatto diminuire la sua paga. (Fu riassegnato a un lavoro di basso livello in un tribunale e la sua paga fu ridotta da circa 7 mila dollari al mese a un misero stipendio di 25.000 dollari. Quando Armati minacciò di rendere pubblici i documenti che parlavano dei rapporti di Berlusconi con la sua ex-moglie, afferma che gli fu immediatamente assegnata un’altra posizione, con un salario di circa 8.000 dollari al mese.) Armati ha messo insieme la sua versione degli eventi in una denuncia che ha sottoposto al Tribunale dei Ministri, che supervisiona la cattiva condotta a livello ministeriale.
Armati insiste anche che Berlusconi diede considerevoli somme di denaro in contanti alla sua ex-moglie - ma gli avvocati di Berlusconi negano, insistendo che la loro relazione era puramente di amicizia.

Sebbene non ci sia documentazione per i presunti pagamenti in contante, sembra ci siano stati accordi per far vivere Sanjust in un appartamento affacciato su Campo de’ Fiori, una delle più belle piazze di Roma, dove in passato aveva vissuto Armati. Il compratore ufficiale era Salvatore Sciascia, il direttore dei servizi fiscali del gruppo Fininvest di Berlusconi. E’ stato accusato di aver corrotto membri della Finanza a nome di Berlusconi. (Dice che da allora è stato “riabilitato”). Invece di licenziare Sciascia per il suo ruolo nell’affare di corruzione, Berlusconi lo ha portato al Senato, dove è uno dei vari senatori condannati per gravi reati.

Che niente di tutto questo preoccupi il pubblico italiano la dice lunga sull’opposizione di centro-sinistra che Berlusconi affronta. “Il vero dramma qui non è la farsa del sesso ma il totale collasso e la frammentazione del centro-sinistra” ha detto un mio amico. Berlusconi - nonostante i suoi due precedenti scialbi mandati - è stato rieletto quest’anno a causa dei fallimenti del governo abortito di centro-sinistra di Prodi. Con la sua maggioranza di un solo voto al Senato, una fratturata coalizione di 9 partiti che non poteva mettersi d’accordo su niente di importante, il governo Prodi non era capace di affrontare nessuno dei problemi più importanti del paese, fra cui la protratta crisi dei rifiuti di Napoli. Il risultato è stato che la maggioranza degli italiani è stata contenta di dare a Berlusconi una quantità straordinaria di potere decisionale. Ha immediatamente eliminato le tasse di proprietà sulla prima casa di tutti gli italiani, e la decisione è stata molto popolare. Chiamando l’esercito, ha agito velocemente per togliere la spazzatura dalle strade di Napoli, e ha affermato di aver riportato la città nel mondo occidentale in soli 58 giorni.

La sensazione generale è che l’Italia sia precipitata seriamente verso il basso durante in 14 anni in cui Berlusconi ha dominato la politica italiana. Il capitalismo basato sull’amicizia ha dimostrato di essere inefficiente e anche corrotto. All’inizio degli anni ‘90, il prodotto interno lordo italiano era più alto del 15% circa di quello inglese; ora la sua economia è più debole del 23%. Quando Wall Street ha avuto il tracollo e la corrente crisi finanziaria ha travolto l’Europa, Berlusconi ha esortato i suoi concittadini a non nascondere i loro soldi nel materasso ma a continuare a comprare azioni - ha raccomandato Mediaset, fra le altre - e a spendere. Per dare l’esempio, si è diretto in discoteca, dicendo alla folla presente, secondo il quotidiano La Repubblica, “Se dormo per tre ore, ho ancora abbastanza energia per fare l’amore per altre tre ore”. La catastrofe finanziaria ha solo accresciuto il suo potere, dato che come Presidente del Consiglio avrà senza dubbio il controllo dei soldi pubblici da destinare al salvataggio delle compagnie private.

Persino il sessismo rampante nel comportamento di Berlusconi verso le donne in politica - l’uso delle donne come trofeo politico - non è senza conseguenze economiche. L’Italia ha la percentuale più bassa di donne al lavoro di qualsiasi nazione europea - un serio freno alla crescita economica e alla produttività che serve a spiegare perché il paese è rimasto indietro e si trova in fondo alla lista delle nazioni civilizzate. Un recente studio della Banca d’Italia dimostra che se i livelli di impiego fra le donne italiane fosse lo stesso di quello fra gli uomini il prodotto interno lordo del paese sarebbe del 17% più alto. Altri studi collegano il tasso di nascite dell’Italia, fra i più bassi al mondo, alla asimmetria grandissima fra gli uomini e le donne. E’ probabile che tutto ciò non sarà curato dal tocco reale.

(Articolo originale di Alexander Stille)

sabato 8 novembre 2008

Italia dall'Estero - Le 10 migliori gaffe di Silvio Berlusconi

Pubblico un articolo del Telegraph del 7 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Le 10 migliori gaffe di Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è noto per le sue gaffe, i commenti sessisti, e le battute inappropriate

Il Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è famoso per la sua sconsiderata giocosità.

Quando l’inevitabile polemica esplode in Italia o all’estero, Berlusconi spesso accusa la “stampa di sinistra” di averlo citato fuori dal contesto o accusa i giornalisti di ribaltare le sue parole.

Ecco alcune delle sue dichiarazioni peggiori:

• Su Mussolini: “Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Mussolini mandava la gente in vacanza in esilio.”

• Sugli affari: “Un’altra ragione per investire in Italia è che abbiamo delle bellissime segretarie – ragazze splendide.”

• A un membro tedesco del Parlamento Europeo: “In Italia c’è un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti – La proporrò per il ruolo di Kapò (una guardia scelta tra i prigionieri).”

• Sui votanti di sinistra: “Credo troppo nell’intelligenza del popolo italiano per pensare che ci siano così tanti coglioni in giro che votano contro il proprio interesse.”

• Dopo gli attacchi dell’11 Settembre: “Dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, un sistema che ha garantito benessere, rispetto dei diritti umani e – al contrario dei paesi islamici – rispetto dei diritti politici e religiosi.”

• Sui progetti per basare l’agenzia per la sicurezza alimentare in Finlandia invece che a Parma: “Parma è sinonimo di buona cucina. I Finlandesi non sanno nemmeno cosa sia il prosciutto.”

• Sulla sua carriera: “Non ho bisogno di essere eletto per ottenere il potere. Ho case in tutto il mondo, stupende barche, bellissimi aerei, una bellissima moglie e una meravigliosa famiglia. Sto facendo un sacrificio.”

• Durante una foto di gruppo dei leader dell’UE nel 2002 ha fatto il gesto delle corna alle spalle di un ministro spagnolo.

• Prima delle elezioni del 2006, che ha perso, ha detto che ogni italiano che non avesse votato per lui sarebbe stato un “coglione”.

• Sul suo ministro delle pari opportunità ed ex modella Mara Carfagna: “Andrei dappertutto con te, anche su un’isola deserta. Se non fossi già sposato, ti sposerei subito.”

(Articolo originale di Nick Squires)

venerdì 7 novembre 2008

Italia dall'Estero - Silvio Berlusconi definisce Barack Obama “bello e abbronzato”

Pubblico un articolo del Telegraph del 6 novembre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

Silvio Berlusconi definisce Barack Obama “bello e abbronzato”

Giovedì il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha offerto un esagerato ma bizzarro tributo al nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, descrivendolo come “giovane, bello e anche abbronzato”.

Berlusconi, un ex cantante da crociera che non va mai in giro senza la sua abbronzatura, è famoso per le sue battute talvolta inappropriate.

In un intervento durante una visita di stato in Russia, ha detto di voler tentare di migliorare i rapporti tra il presidente russo Dmitry Medvedev e il nuovo leader americano.

“Non vedo problemi per Medvedev nello stabilire buoni rapporti con Obama, che è anche bello, giovane e abbronzato”, ha detto.

L’osservazione del settantaduenne magnate dei media ha suscitato rabbia e derisione nel suo paese e La Repubblica, uno dei più grandi giornali italiani, ha commentato: “Giusto in tempo, ecco la prima gaffe sensazionale”.

Un parlamentare dell’opposizione, Dario Franceschini, ha chiesto al Presidente del Consiglio di scusarsi con il neo-presidente Obama.

“Si dimentica che le sue parole trasmettono all’estero l’immagine del nostro paese. Dire che il presidente degli Stati Uniti è giovane, bello e abbronzato suona, alle orecchie del mondo intero, come un insulto carico di pericolosa ambiguità”. Berlusconi ha accusato i suoi detrattori di essere degli “imbecilli” e di non avere senso dell’umorismo.

L’affarista miliardario è tanto conosciuto per le sue gaffes quanto per la sua abbronzatura permanente, il trapianto di capelli e la chirurgia plastica.

Durante il suo primo incontro con il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen, nel 2002, si è complimentato con lui usando le seguenti parole: “Rasmussen non è solo un ottimo collega, ma anche il Primo Ministro più bello d’Europa”.

Ed ha aggiunto: “Ha così un bell’aspetto che sto addirittura pensando di presentarlo a mia moglie”.

Nel 2005 ha fatto scoppiare un piccolo incidente diplomatico insinuando di aver fatto la corte alla Presidente finlandese Tarja Halonen per assicurarsi il suo appoggio affinchè l’Italia ospitasse l’European Food Safety Authority.

“Ho dovuto usare tutte le mie strategie da playboy, anche se era da tempo che non le sfoderavo”, ha detto, costringendo Helsinki a chiamare in causa l’ambasciatore italiano per ottenere spiegazioni.

(Articolo originale di Nick Squires)

giovedì 6 novembre 2008

Domanda e Risposta dell'On. Antonio Di Pietro

Il 24 ottobre scorso ho inviato una e-mail all'On. Di Pietro, era il giorno successivo alla pubblicazione delle dichiarazioni del Sen. Cossiga:

"On. Di Pietro,
so che Lei è molto sensibile ai fatti che si stanno svolgendo in questi giorni in tutte (e dico tutte) le città italiane. In questi giorni è scoppiata la protesta sul colpo di mano che il Ministro della Pubblica (e dico pubblica) Istruzione sta cercando di fare. Tralasciando il fatto che sono più che convinto che l'artefice del decreto in questione non sia frutto della signora Gelmini, invito Lei e il Suo partito (che sento anche mio nelle idee avendolo votato alle ultime elezioni politiche) a riflettere sulle dichiarazioni del Senatore e Presidente emerito della Repubblica Italiana Francesco Cossiga. Dopo che vorrà dedicare qualche minuto all'articolo che le allego, Le chiedo di presentarsi in Parlamento e denunciare il Senatore Cossiga invitandolo a rassegnare immediate dimissioni.
Certo di un Suo interessamento, porgo distinti saluti.
Lorenzo Bianchi
studente universitario presso la Facoltà di Ingegneria a Firenze"


Oggi ho ricevuto la sua risposta che pubblico:

"Caro Lorenzo,
rispondo alla sua mail del 24 ottobre ringraziandola per avermi manifestato la sua indignazione e la sua giustificata rabbia nei confronti delle intollerabili recenti dichiarazioni di Cossiga. Mi preoccupano soprattutto le minimizzazioni di diversi esponenti politici. Affermare la necessità di una repressione violenta nelle università, non può essere considerato solo un "modo di dire" o un "paradosso". Negli anni settanta questi paradossi hanno portato a terribili repressioni nei confronti degli studenti, e Cossiga forse ne sa qualcosa. Troviamo inammissibile che ancora una volta i mezzi di informazione abbiano fatto in modo che la gravità delle parole del senatore a vita siano passate inosservate e per questo l'Italia dei Valori si è già espressa di recente in parlamento con l'intervento dell'onorevole Messina denunciando l'evasività di chi doveva garantire l'ordine. E voglio sperare che gli incidenti violenti non siano il frutto dei suoi suggerimenti nonostante tutto lasci pensare il contrario. Noi siamo dalla parte degli studenti e condanniamo l'ennesima porcata del governo; l'Italia dei Valori vuole ricostruire quello che Berlusconi, Tremonti e la Gelmini stanno distruggendo.
Cordialmente,
Antonio Di Pietro"

Carta canta - La parola agli esperti

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 6 novembre 2008:

La parola agli esperti

"Mc Cain è una garanzia per la difesa della civiltà cristiana sotto attacco dei musulmani".
(Roberto Castelli, Lega Nord, 3 novembre 2008)

"John Mc Cain offre maggiore sicurezza contro l'Islam e l'immigrazione clandestina".
(Roberto Cota, Lega Nord, 3 novembre 2008)

"Dovesse vincere Obama, prenderei le distanze della Casa Bianca".
(Maurizio Gasparri, Pdl, 2 novembre 2008)

"Ed è subito Sarah", "Vi fareste governare da Obama?", "Perché l'idraulico Joe è il miglior alleato del soldato Mc Cain".
(titoli da Il Foglio di Giuliano Ferrara, 5 giugno, 5 settembre e 22 ottobre 2008)

"Ecco perché la strana coppia McCain-Palin può arrivare alla Casa Bianca", "Mc Cain riconquista gli americani".
(titoli de Il Giornale diretto da Mario Giordano, 6 settembre e 31 ottobre 2008).

mercoledì 5 novembre 2008

Italia dall'Estero - I piccoli accomodamenti di Berlusconi con la legge

Pubblico un articolo de L'Express del 23 ottobre 2008 (traduzione da Italia dall'Estero):

I piccoli accomodamenti di Berlusconi con la legge

Forte di un’immunità confezionata su misura, il leader del governo italiano si appresta a varare una vera e propria controriforma giudiziaria. Per richiamare all’ordine quei giudici che osano chiedergli conto dei suoi atti.

Il 9 ottobre scorso, in via dei Giubbonari, a Roma, Silvio Berlusconi si concede a un bagno di folla di quelli che ama tanto. Il suo livello di simpatia, più del 60%, ha raggiunto il Nirvana; tutti si inchinano ai suoi piedi. Super Silvio, lui, cammina sulle acque. Nella calca un gioielliere osa: “Presidente, non è preoccupato per tutti i suoi processi in corso?” Berlusconi sfoggia il suo sorriso da Madonna “Non me ne frega niente! Sono tranquillo: sono già stato assolto 18 volte.” Poi, di fronte ai commercianti che si lamentano degli affari che vanno male, conclude con una pacca amichevole: “Tenete duro. Sistemeremo tutto.” La sua formula magica per i giorni di crisi.

Appena rieletto, in luglio, ne aveva del resto già approfittato facendo votare il lodo Alfano, che garantisce, durante il loro mandato, l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato. Il risultato è sorprendente: mentre il Cavaliere viene processato a Milano per avere versato 600.000 dollari ad un avvocato inglese, David Mills, in cambio di false testimonianze, il processo continua, ma senza di lui. I magistrati, esasperati, hanno fatto appello alla Corte Costituzionale, che aveva già respinto una legge simile, inventata nel 2003 dallo stesso Berlusconi per bloccare un altro processo per corruzione di magistrati [Toghe sporche, N.d.T.]. Il verdetto sarà pronunciato fra qualche mese. Il professor Alessandro Pace, presidente dell’Associazione dei Costituzionalisti, spera che andrà nella stessa direzione del precedente. Questo eminente giurista trova letteralmente “allucinante” il progetto di riforma della giustizia che si profila.

Avevamo creduto, prima che in aprile tornasse al potere per la terza volta, in un “nuovo” Silvio Berlusconi, guarito dai suoi accessi di sarcasmo contro le “toghe rosse”, votato con tutto se stesso al consenso e al bene pubblico. Ci aveva fatto dimenticare la sua fobia delle imposizioni e della prigione, la sua bulimia di invulnerabilità e giustizia - la sua giustizia - il suo fortissimo desiderio di portare a termine, una volta per tutte, la grande riforma che non ha potuto completare nei suoi mandati precedenti. Ecco di nuovo invece il Cavaliere di sempre, più forte che mai, sostenuto da una maggioranza schiacciante e un’opposizione afona, pronto a prendere la sua rivincita su una giustizia già malridotta.

La diagnosi è stata pronunciata mille volte: “La riforma è vitale, perchè il sistema giudiziario è malato, la durata dei processi è biblica, spesso dieci anni per il penale, peggio per il civile: una lentezza unica in occidente”, sospira Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte Costituzionale. Solo il 31% degli italiani crede nel proprio sistema giudiziario. “Però è chiaro” riassume Luca Palamara, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che riunisce la quasi totalità dei giudici, “che la riforma annunciata non cerca di risolvere il problema della lentezza dei processi, ma dei rapporti fra la politica e la magistratura.”

E’ la storia di una guerriglia, di una stretta mortale che non cessa di avvelenare il dibattito politico e giudiziario, fra un uomo e dei giudici la cui indipendenza e autonomia sono scolpite nella Costituzione del 1948, mentre in Francia le procure restano sottomesse all’esecutivo. Uno scontro di una violenza inaudita, che getta una nube di fumo sulle urgenze reali. Il copione di un dramma proprio di un paese infestato dal fantasma del fascismo.

Li guarda come si guadano dei pazzi, degli “stupidi” , “antropologicamente diversi dal resto della razza umana”, delle “metastasi della democrazia”, che “dovrebbero sottoporsi a esami periodici che attestino la loro sanità mentale”. Si dice vittima, da molti anni, della sospettosa ostinazione di quei giudici che avevano annunciato la sua iscrizione al registro degli indagati per corruzione, nel 1994, all’epoca del suo avvento in politica, mentre presiedeva a Napoli un convegno dell’ONU sulla criminalità organizzata. Gli stessi che lo hanno messo sotto inchiesta per riciclaggio di denaro della Mafia o per concorso in strage (in particolare per la morte dei giudici Falcone e Borsellino nel 1992) – casi archiviati per mancanza di prove – o ancora accusato per corruzione dei magistrati, falso in bilancio e così via.

Pensate, per lui e il suo gruppo Fininvest: “22 processi, 2.500 udienze, 600 perquisizioni negli uffici, 250 commissioni rogatorie…” elenca Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi… e deputato. Nemmeno Lucky Luciano ha saputo fare meglio. Ma se Berlusconi è stato talvolta condannato in primo grado, è poi sempre stato assolto o ha beneficiato della prescrizione. Ha saputo sfruttare con genialità le risorse del sistema per rallentare le procedure. E fra il 2002 e il 2006 ha fatto approvare una serie di leggi su misura per proteggere i suoi interessi e quelli dei suoi amici, depenalizzando il falso in bilancio, rendendo più complicate le commissioni rogatorie… L’aveva chiaramente detto ai giornalisti Enzo Biagi e Indro Montanelli: “Sono entrato in politica per evitare la galera ed il fallimento [del suo gruppo Fininvest, N.d.T.]”. Missione compiuta.

Ma Berlusconi non può governare il paese ed impiegare il suo tempo a difendersi. Spiega il suo difensore nel salone dell’Hotel Nazionale a Roma, quel Niccolò Ghedini che qualcuno chiama, sorridendo, “il Ministro della Giustizia nell’ombra”. L’uomo mostra un’eleganza laconica. E’ tanto minuto ed etereo quanto Berlusconi è robusto e fremente: “La legge Alfano? Non porta all’immunità, ma ad una sospensione” dice. “Mettiamo nel frigorifero processi che, ad ogni modo, sono morti e defunti”. Perchè, anche se la Corte [Costituzionale, N.d.T.] invalida la legge Alfano, il processo Mills ricomincerà con la prescrizione assicurata per Berlusconi? “Non può presentarsi a due udienze a settimana” riprende Ghedini “Sabato scorso, per esempio, sarebbe dovuto essere o con me in tribunale o con il papa!” Comprendiamo il dilemma

La riforma della giustizia, che secondo Ghedini potrà essere depositata all’inizio di novembre, mira a rimettere ordine nei tribunali: prima di tutto, rivedere la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’organo supremo, troppo corporativistico secondo il governo, che sarà d’ora in avanti composto per due terzi da politici. Poi separare le carriere dei procuratori da quelle dei giudici, oggi facenti parte di uno stesso corpo, per “mettere fine alla loro collusione”, secondo Ghedini; il modo più sicuro di strappare al sistema giudiziario le sue garanzie di indipendenza, secondo i magistrati, nuovamente sull’allarme per una restrizione dell’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, essenziali per le inchieste sulla criminalità organizzata. Infine, pur avendo i procuratori italiani come nobile principio “l’obbligatorietà dell’azione penale”, dovendo cioè perseguire tutti i fatti portati a loro conoscenza, il Parlamento potra’, ogni anno, stilare una lista di priorità. “Noi dobbiamo poter indagare su chiunque, per l’uguaglianza dei cittadini” scandisce Luca Palamara “Ritornare sotto la tutela dell’esecutivo è fuori questione!”

“IL BOTSWANA E' MENO CORROTTO DI NOI…”

Per farsi meglio comprendere, Armando Spataro, responsabile dell’antiterrorismo alla procura di Milano, cerca nel suo ufficio un documento e brandisce lo spettro del discorso del Duce del 1940 tenuto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Nella mia concezione, non esiste una separazione dei poteri nell’ambito dello Stato!” dichiarava Mussolini fra gli evviva della Corte Suprema. Era ieri.

Da allora, i giudici italiani hanno conquistato la loro indipendenza e la loro ora di gloria nella lotta contro il terrorismo e la Mafia, e nella battaglia anti-corruzione più eclatante d’Europa, Mani Pulite, all’inizio degli anni Novanta. Qui, al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano, abbiamo visto sfilare le élite della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, spazzate via. “Facevo il mio mestiere” dice semplicemente Piercamillo Davigo, oggi consigliere della Corte di Cassazione “ E quanti attacchi, terribili… sono stato oggetto di querele 38 volte, anche per attentato agli organi costituzionali dello Stato” Altrettanti pezzi d’antologia, altrettanti atti illegali scoperti, altrettanti consensi e sostegno popolare, che si sono poi, a poco a poco, sgretolati. 5.000 persone arrestate, 1.500 condannate, certamente, ma per il 98% con pene inferiori ai due anni di reclusione. L’enorme scandalo si è fuso nel magma della procedura.

Il potere non ha preso il testimone della lotta, ma l’ha affondata: “I due pilastri della lotta contro la corruzione erano il falso in bilancio e il finanziamento illecito ai partiti. Questi due reati sono stati eliminati!” si infuria Mario Almerighi, presidente del Tribunale di Civitavecchia. “La malattia non è stata curata. Secondo Transparency International, noi siamo uno dei paesi europei più corrotti. E il Botswana lo è meno di noi…”. La moralizzazione che ci si aspettava non è avvenuta e l’opinione pubblica si è stancata dei cani da guardia della virtù. Allora, quando l’inossidabile leader della Democrazia Cristiana da mezzo secolo, Giulio Andreotti, indagato per i suoi legami con la Mafia, si è visto “assolto”, come lo ha proclamato il famoso talk-show “Porta a porta” quella sera del 1999, la Storia ne ha fatto un martire della giustizia. In realtà, per i fatti precedenti al 1980, ha beneficiato della prescrizione. “E per anni” si rattrista un giudice “lo abbiamo visto in televisione pontificare sull’emicrania o sui problemi della lira italiana…”

EROE ALL'ESTERO, IL GIUDICE ITALIANO E' DISPREZZATO NEL SUO PAESE

Da molto tempo l’eroismo non è più conveniente nelle aule di tribunale. “Da Mani Pulite, stiamo andando di male in peggio” riassume Almerighi “Il potere è come un ragno che, ogni volta che la sua ragnatela viene danneggiata da un colpo della magistratura, ripara il buco rendendo la ragnatela più solida. E, ormai, è diventata d’acciaio!” Ma Berlusconi non è l’unico responsabile. “La sinistra, malgrado le promesse elettorali nel 2006, non ha annullato le leggi vergogna di Berlusconi” sottolinea Spataro. Edmondo Bruti Liberati, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, osserva che “il governo Prodi, nel 2006, ha fatto votare, sotto le pressioni della destra, l’indulto, una riduzione di pena di tre anni – sai che novità – che ha risparmiato la prigione a quasi 25.000 detenuti, fra cui l’ex avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, condannato per corruzione di giudici”…

“Resistenza!” Il giudice simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro ha scelto, per parte sua, di continuare a cozzare contro la politica, con il suo partito, L’Italia dei Valori (circa l’8% nei sondaggi). Da undici anni deposita, ogni anno, una proposta di legge, una linea, per impedire ai condannati di presentarsi alle elezioni. Bilancio: “In Parlamento, più di 70 eletti hanno problemi con la giustizia e 18 sono stati condannati in via definitiva”, spiega Peter Gomez, giornalista de L’Espresso “Ossia, circa il 10%!” Di Pietro: “E questa gente riforma la giustizia! Il sistema italiano è malato e la società ha un problema di etica pubblica. Durante tutti questi anni, i cittadini hanno avuto l’impressione che ad essere più forti e più furbi ci si guadagni sempre!”

E Berlusconi ha raggiunto una sorta di apogeo. Non fa altro che lavorare alla sua fedina penale pulita e trasmette, attraverso la televisione, la percezione che il colpevole è la vittima e viceversa, che il proscioglimento, poco importa per quali motivi giuridici, vale l’assoluzione politica, che il conflitto di interesse è la norma. “Noi, i magistrati, siamo lo specchio di un paese devastato”, sospira Spataro. Quando sente Berlusconi continuare a ripetere che i giudici sono dei pazzi furiosi, pensa al suo collega Guido Galli, assassinato con il Codice Penale in mano. Spataro ha appeso la sua fotografia in ufficio. Perchè i magistrati di oggi sono anche i depositari di quelli di un tempo. I morti li guardano. “Viviamo una specie di schizofrenia” spiega Davigo. “All’estero ci invitano a tenere conferenze; qui, ci coprono di insulti.”

Nell’attesa, i problemi restano. “A Milano, la terza procura d’Italia, manca il 45% del personale amministrativo. La polizia mi presta personale per il lavoro di segreteria” si lamenta Spataro. Dall’altra parte, tutti parlano di un sistema inefficace: “Qui si va in prigione prima di essere condannati e si è liberi dopo” riassume Almerighi “L’Italia è l’unico paese in Europa dove, dopo la sentenza in prima istanza, l’accusato è considerato “in attesa di giudizio”. Deve ancora essere giudicato in appello e in cassazione. L’iter può durare anche quindici anni, e il reato cadere nel frattempo tranquillamente in prescrizione, che decorre dal momento in cui il delitto è stato commesso.” Questo “garantismo”, questa volontà di garantire le libertà dei cittadini, “protegge in fin dei conti più i delinquenti che le persone oneste” e, a forza di pesantezze e formalismi, ci si dimentica dell’esecuzione delle pene. “Non è un caso” conclude Spataro “che ci siano molti delinquenti fra i nostri immigrati. Sanno che qui hanno l’impunità.” Casca a fagiolo, Berlusconi vuole dimostrare ai lavavetri clandestini che è finito il tempo dell’impunità.

(Articolo originale di Delphine Saubaber e Luksic Vanja)

martedì 4 novembre 2008

Carta canta - Promessa o minaccia?

Riporto l'intervento di Marco Travaglio sulla sua rubrica "Carta canta" del 4 novembre 2008:

Promessa o minaccia?

"Cinque anni di governo, di riforme e di ammodernamento del Paese, che però non saranno sufficienti. Quindi ne dovremo fare altri cinque. Levare Berlusconi è impossibile. Governerà altri cinque, dieci, quindici, venti anni. Fino a quando sta bene che problemi ci sono".
(Marcello Dell'Utri, Pdl, intervista ad Affaritaliani.it, 2 novembre 2008)

"Se la durata media della vita è stata di poco superiore ai vent'anni sino all'Ottocento, di quarant'anni all'inizio del Novecento ed è arrivata oggi a ottant'anni, perché non può davvero arrivare in un futuro prossimo a centovent'anni vissuti in buona salute? Con la medicina preventiva, con il controllo a distanza, con l'esame del Dna, con l'utilizzazione delle cellule staminali, con un conseguente razionale stile di vita ogni soggetto sarà nella condizione di conservarsi sano ed efficiente più a lungo... Goethe si innamorò come un ragazzo all'età di 72 anni, Tolstoj intorno a quell'età approfondì lo studio dell'ebraico, Prezzolini continuò la sua produzione giornalistica anche dopo i cent'anni... sono certo che una vita più lunga di qualche decennio potrà diventare un obiettivo raggiungibile... Chi si occupa di politica, cioè degli altri, dovrebbe impegnarsi anche su questo fronte: perché il tempo che l'uomo sta guadagnando si possa vivere nel migliore dei modi e con tutte le opportunità possibili".
(Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, articolo per "Kos", rivista bimestrale dell'editrice San Raffaele diretta da don Luigi Maria Verzé, Corriere della Sera, 3 novembre 2008).